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30/01/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
Bollo e “ventennali”, qualche schiarita
La questione tasse automobilistiche per le auto che hanno compiuto vent'anni è ormai diventata da discussione al bar: “Le leggi regionali che esentano le ventennali sono tuttora in vigore e prevalgono su quella dello Stato” asseriscono taluni; all'opposto, altri rispondono che le regioni non possono legiferare in modo difforme a una legge nazionale, mentre altri ancora reclamano l'intervento chiarificatore del Governo.
30/01/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

La questione tasse automobilistiche per le auto che hanno compiuto vent'anni è ormai diventata da discussione al bar: “Le leggi regionali che esentano le ventennali sono tuttora in vigore e prevalgono su quella dello Stato” asseriscono taluni; all'opposto, altri rispondono che le regioni non possono legiferare in modo difforme a una legge nazionale, mentre altri ancora reclamano l'intervento chiarificatore del Governo.

Un guazzabuglio che pare destinato a proseguire ancora a lungo, a scapito dei proprietari dei veicoli che alla fine di gennaio dovranno, anzi dovrebbero, o forse no, pagare il famigerato bollo, discriminati dalla regione di residenza o dall'interpretazione delle norme. Nella sua celebre "Legge di Murphy", l'umorista Arthur Bloch afferma che: “Una proliferazione di nuove leggi crea una proliferazione di nuove scappatoie”. Premesso che saremmo soddisfatti se appassionati e collezionisti riusciranno ad evitare del tutto di pagare tasse salate, e che molti rivendicano - dopo decenni di versamenti - il diritto a una riduzione pure per chi usa quotidianamente una vettura anche se non ha nulla di storico, appare evidente che la situazione necessiti di essere chiarita al più presto.

Ad essere in discussione, a poco più di un mese dall'approvazione della Legge di Stabilità, è l'autonomia legislativa delle regioni; in questo caso, come riportato nell'editoriale del direttore sul numero di febbraio di Ruoteclassiche, una premessa è doverosa: se l'articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”, non è tollerabile che un dovere (o un'esenzione dallo stesso) possano variare in virtù della regione d'appartenenza. Fino a pochi giorni fa, riassumendo per sommi capi, l'orientamento sembrava questo: le regioni che possiedono da tempo una propria legge in materia continuano ad applicarla, proseguendo con le esenzioni, mentre le altre si sono adeguate alla Legge di Stabilità nazionale, facendo pagare interamente le tasse automobilistiche. A questo già convulso panorama, negli ultimi giorni si sono aggiunti nuovi elementi.

Interrogazione in Parlamento

Il primo riguarda un'interrogazione presentata il 22 gennaio, in Aula del Senato, da dodici senatori del Movimento 5 Stelle. Dopo il preambolo, che riassume l'incertezza in materia e i malumori tra gli "automobilisti d'epoca", spiegando come “la modifica normativa sarebbe stata pensata dal Governo per disincentivare il fenomeno delle cosiddette ‘false storiche’, cioè delle vetture di età compresa tra i 20 e i 30 anni esenti dal bollo, che sono state utilizzate dai rispettivi proprietari per circolare liberamente, eludendo di fatto il fisco e inquinando l'ambiente”, i senatori pongono delle domande ai Ministri dell'Economia e delle Finanze e delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Ritenuto inammissibile, a parere degli interroganti, subordinare la possibilità o meno di usufruire delle agevolazioni fiscali in materia all'appartenenza ad una regione piuttosto che ad un'altra, in quanto una situazione del genere crea una suddivisione netta tra ‘possessori di auto storiche di serie A’ e ‘possessori di auto storiche di serie B’, si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano adottare linee guida, ovvero una circolare, al fine di fornire i necessari elementi di chiarezza sulla questione e garantire ‘le vere’ auto d'epoca, ossia quelle di età superiore ai 30 anni”.

L'Asi appoggia la Liguria

Il 27 gennaio, l'Asi ha reso note le dichiarazioni rilasciate dagli Assessori della Regione Liguria, Enrico Vesco e Pippo Rossetti, dopo un incontro con l’Avvocato Loi: “Il Governo deve mantenere l'esenzione dal pagamento del bollo per le auto e moto storiche dai 20 anni in su. Con questa norma (la Legge di Stabilità, ndr) lo Stato interviene su una imposta regionale obbligando le Regioni ad applicarla senza averne il consenso. La nuova disposizione che siamo costretti ad applicare sulle auto e sulle moto d'epoca con meno di 30 anni costringerà molti proprietari a rottamare il proprio veicolo per evitare di pagare un bollo molto elevato. Intorno alle auto e alle moto d’epoca - concludono gli assessori liguri ai trasporti e al bilancio - vi è un indotto prezioso che coinvolge le carrozzerie, le officine e tutte le attività artigianali che si prendono cura della manutenzione di questi beni di valore storico e culturale; per questo chiediamo al Governo di ritornare sui suoi passi confrontandosi con le regioni e le associazioni di categoria”.

Il caso Lazio

A questo appello proveniente dalla Liguria fa da contraltare una nota ufficiale rilasciata dall'ufficio stampa della Regione Lazio. “Dal primo gennaio è entrata in vigore la nuova disciplina nazionale, contenuta nella Legge di stabilità statale che ha eliminato l'esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i veicoli di anzianità compresa tra i 20 e i 29 anni. Nell'ambito dei lavori delle Commissioni tecniche della Conferenza delle Regioni che stanno valutando la legittimità di eventuali interventi legislativi regionali volti a reintrodurre l'esenzione, anche in relazione alla giurisprudenza costituzionale che riserva allo Stato la disciplina degli elementi costitutivi del tributo e rimette alla competenza legislativa regionale la disciplina delle esenzioni, detrazioni e riduzioni solo nei limiti e secondo i criteri fissati dalla legislazione statale. (…) Le Regioni, infatti, non possono intervenire con proprie norme recando minori entrate a carico del bilancio dello Stato. Sulla base delle prime valutazioni tecniche, si profila la necessità di un intervento legislativo statale che chiarisca gli ambiti di intervento regionale in materia”.

Di eguale parere sono alcuni lettori che ci segnalano che, con una sentenza del 23 dicembre 2005 e un'ordinanza del febbraio 2006, la Corte Costituzionale ha stabilito che il bollo auto, di cui sono solo beneficiare le Regioni, è una tassa erariale, con conseguente potestà esclusiva dello Stato in materia. Tutto ciò stride con quanto dichiarato dall'Assessore lombardo ai Tributi, Massimo Garavaglia, dopo le riunioni preparatorie alla Conferenza delle Regioni: “I tecnici hanno rimarcato come l’articolo della Legge di Stabilità di Renzi non tocchi le norme che le Regioni si sono date da tempo. Caso diverso quello di chi non ha normato ad hoc. Così, quando il presidente Roberto Maroni ha chiesto un ulteriore tavolo di approfondimento giuridico sulla materia per stabilire quale provvedimento adottare per garantire le esenzioni dei bolli, la risposta dei giuristi è stata che la legge regionale 14 luglio 2003, n. 10, resta in vigore senza necessità di alcuna modifica”.

Ultim'ora da Milano

Oggi, 30 gennaio, mentre le agenzie di stampa lanciano aggiornamenti che parlano di “regioni contro lo Stato” chiedendosi a chi spetta decidere, la Lombardia ha rotto gli indugi con una comunicazione ufficiale: i veicoli iscritti nei registri, di qualsiasi età, sono esentati dal pagamento del bollo; tra quelli non iscritti ai registri, gli ultratrentennali pagano 30 euro (20 le motociclette) e quelli tra i 20 e i 29 anni devono versare l’intero importo previsto per i veicoli moderni. A questo punto, non resta che attendere la risposta, si spera solerte, del Governo o dei Ministeri interessati. Resta l'amara conclusione dell'Asi che, lamentando la mancata accettazione delle sue proposte, nonostante la dichiarata approvazione della stragrande maggioranza dei partiti sia di governo sia di opposizione, riscontra che “La fretta del Governo di chiudere entro la fine dell’anno la Legge di Stabilità ha impedito un più approfondito esame delle sue conseguenze”. D'altra parte, uno statista di rango come Abraham Lincoln sosteneva che: “Il miglior modo per far abrogare una pessima legge consiste nel farla applicare rigorosamente”.

Dopo un articolo apparso ieri sul Giornale di Brescia, a firma di quel Roberto Manieri che è presidente del Motoclub Flero, oggi l’Assessore al Turismo, Commercio e Terziario, Mauro Parolini, ha emesso un comunicato al termine della seduta di Giunta odierna che ha confermato l’esenzione per gli autoveicoli e i motoveicoli storici “iscritti nei registri”. Il testo afferma: "Abbiamo sostenuto le ragioni dei collezionisti e degli appassionati. Questi veicoli non pagheranno alcuna tassa automobilistica, né di proprietà né di circolazione. Viene quindi mantenuto il quadro normativo regionale sulle auto storiche certificate, che non contrasta con le nuove norme nazionali e allontanata ogni ulteriore prospettiva vessatoria nei confronti degli appassionati in Lombardia".

Secondo i funzionari della Regione Lombardia questa disciplina regionale, prevista dal comma 4, art. 48 della l.r. 10/2003, già coesistente con l’analoga disciplina di cui all’art. 5, comma 34 del d.l. 953/1982, non risulta incisa dalle nuove disposizioni.

I casi di Campania e Puglia

La Regione Campania ha comunicato di essersi adeguata alla legge nazionale di stabilità 2015: dal 1° gennaio 2015, i veicoli ultraventennali precedentemente esentati sono nuovamente soggetti al versamento della tassa automobilistica di proprietà, da pagarsi sino al compimento del trentesimo anno dalla loro costruzione. In una nota, la regione campana spiega: “Sulla base della costante giurisprudenza della Corte Costituzionale, la disciplina degli elementi costitutivi della tassa automobilistica, stante la natura erariale del tributo, è di competenza esclusiva dello Stato. Le Regioni possono disporre esenzioni, detrazioni e riduzioni solo nei limiti e secondo i criteri fissati dalla legislazione statale”. Stesso provvedimento, dopo un periodo di titubanza come in Campania, è stata adottato dalla Regione Puglia.

Paolo Mazzetti

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