Bruce Canepa, il signore di Monterey - Ruoteclassiche
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05/10/2025 | di Patrick Hornestein
Bruce Canepa, il signore di Monterey
Ex pilota, l’imprenditore californiano ora si occupa di restauro, vetture da corsa e con la sua 959 SC Reimagined ha reso omaggio alla Porsche
05/10/2025 | di Patrick Hornestein

Ogni agosto, la penisola di Monterey si trasforma nel centro del mondo dell’automobile. Ma se la Monterey Car Week è diventata l’evento più importante del pianeta, non è per caso: è grazie alle persone che la animano. Uomini e donne straordinari, colti, eccentrici, ma soprattutto mossi da una passione autentica. Tra loro c’è una figura che, pur non amando troppo i riflettori, ne rappresenta l’anima più autentica: Bruce Canepa. Per molti, è lui il vero “padrino” della manifestazione californiana.

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Dalle piste alla leggenda

Nato e cresciuto a Santa Cruz, in California, Bruce Canepa mostra fin da bambino un’attrazione irresistibile per tutto ciò che ha ruote e motore: automobili, moto, camion. A dodici anni suo padre gli aveva già insegnato a guidare qualunque cosa, dalla Ford Model A del 1929 di famiglia a un camion diesel a dieci ruote. Nei ritagli di tempo lavorava nella concessionaria del padre, dove impara a fare di tutto: meccanica, carrozzeria, verniciatura. Una scuola di vita, prima ancora che di tecnica. Da lì al mondo delle corse il passo è stato breve. Ha iniziato giovanissimo, nei Quarter Midgets e nei kart, per passare poi alle Super Modified e alle Sprint Cars, vincendo in ogni categoria e diventando più volte “Rookie of the Year”.

Da un successo all'altro

Nel 1978 arriva il salto nel professionismo: IMSA e Trans-Am. L’anno successivo prende parte alle 24 Ore di Daytona con la sua squadra e una Porsche 934 privata, insieme a Rick Mears e Monte Shelton. Arrivano terzi assoluti: un risultato clamoroso. Porsche, impressionata, gli affida una 935 ufficiale per il resto della stagione. Negli anni successivi Canepa corre con Gianpiero Moretti nel team Momo, poi con Bobby Rahal e Jim Truman al volante del primo prototipo March GTP con effetto suolo. Chiude la decade con la sua Porsche 962, sempre nelle gare IMSA della West Coast. Ma la sua carriera non si ferma lì: nel 1981 affronta la Pikes Peak con una monoposto Porsche costruita su misura. Si qualifica primo e chiude con un incredibile secondo posto assoluto. Vi torna quasi vent’anni dopo, stabilendo due record nella categoria camion a doppio asse. Dal mondo delle corse a quello dell’impresa, Bruce non ha mai smesso di cercare la perfezione. Oggi dirige quattro aziende - Canepa, Canepa Racing, Canepa Restoration e Concept Transporters - con la stessa determinazione che lo ha reso celebre in pista: rigore, passione e un’ossessione per il dettaglio.

L’incontro della vita: la Porsche 959

"Nel 1987 acquistai la prima Porsche 959 arrivata negli Stati Uniti", racconta Canepa.
"Era un’auto straordinaria, la '911 definitiva', nata per il Gruppo B: trazione integrale a gestione elettronica, motore biturbo da 444 CV, cambio a sei marce, testate raffreddate ad acqua. Avanti di decenni". Ma la gioia dura poco: la dogana americana sequestra immediatamente le vetture. Impossibile immatricolarle, impossibile circolare. È allora che Bill Gates - anche lui proprietario di una 959 - mette Canepa in contatto con l’avvocato Warren Dean. Insieme lavorano alla redazione di una nuova legge che consenta l’importazione di auto rare: nasce così, nel 1988, la celebre “Show & Display Law, ribattezzata poi “Canepa Law”. Grazie a quella norma, vetture prodotte in meno di 500 esemplari e mai vendute negli USA potevano finalmente essere importate. Canepa si occupa anche di adeguarle agli standard ambientali americani, senza sacrificarne la potenza: la sua 959 arriva a 575 cavalli. È l’inizio di una storia d’amore che non si è più interrotta.

La rinascita: la 959 SC

Oggi, a quasi quarant’anni di distanza, la Canepa 959 SC rappresenta la forma più pura di quell’amore. Frutto di oltre trent’anni di ricerca e sviluppo, ne sono stati costruiti solo 50 esemplari, l’ultimo completato nel 2023. Il processo comincia da una 959 originale, smontata completamente e restaurata pezzo per pezzo: oltre 3.500 componenti e più di 4.000 ore di lavoro. Il motore, un 2.85 litri biturbo, viene ricostruito con bielle di titanio, nuovi pistoni e turbocompressori Borg Warner di ultima generazione. La potenza sale a 850 cavalli, con una coppia mostruosa e un’affidabilità degna di una moderna supercar. Anche la trasmissione e la trazione integrale vengono aggiornate con materiali moderni e lavorazioni da competizione. Il risultato è una vettura capace di offrire prestazioni da hypercar, ma con la docilità e il confort di una gran turismo. Ogni esemplare è unico: il cliente può scegliere qualsiasi colore e un abitacolo completamente personalizzato, interamente rifatto a mano di pelle. Oltre 400 ore di lavoro solo per gli interni, con impianto audio hi-tech e cruscotto a Led. Le sospensioni e i freni sono stati riprogettati per garantire maggiore precisione e confort. I cerchi, di magnesio da 18 pollici, riprendono il disegno originale, ma permettono l’uso di pneumatici Michelin moderni. Anche l’illuminazione è stata aggiornata con tecnologia contemporanea, mantenendo però l’aspetto estetico originale. "La 959 SC è la mia dichiarazione d’amore alla Porsche", dice Canepa. "Una vettura che onora il passato, ma con l’anima di oggi".

L’eredità della 959

Quando è stata presentata nel 1985, la Porsche 959 era semplicemente la vettura più avanzata al mondo. La Porsche impiegava materiali compositi di alluminio e Kevlar, un fondo di Nomex, sospensioni regolabili e un sistema di trazione integrale intelligente - il celebre PSK - capace di adattare in tempo reale la ripartizione della coppia. Era una supercar da 1.450 kg capace di oltre 300 km/h: una vera macchina del tempo. Solo la Ferrari, con la 288 GTO, ha avuto il coraggio di affrontare la stessa sfida. La 959 è rimasta così l’emblema della superiorità tecnica Porsche, e ancora oggi rappresenta l’apice dell’ingegneria degli anni 80.

La cultura dell’eccellenza

Canepa è attivo anche nel mondo del restauro. Niente compromessi, nessuna scorciatoia: ogni componente che non convince viene sostituito. Le vetture escono dagli atelier “meglio che nuove”. È una filosofia che Bruce Canepa applica da sempre, la stessa che gli ha permesso di vincere in pista e di costruire un’ottima reputazione. Tutti i reparti - meccanica, carrozzeria, verniciatura, selleria - sono interni: nessuna dipendenza esterna, controllo assoluto della qualità. "La qualità non ha prezzo", ripete spesso. Ed è una strategia che funziona: un cliente soddisfatto torna, e porta con sé altri appassionati. Ed è proprio questa filosofia che gli ha aperto le porte della Gordon Murray Automotive: tutte le GMA destinate al mercato americano passeranno da Canepa Sport, sia per l’acquisto sia per la manutenzione. Oggi Canepa Sport è un punto di riferimento negli Stati Uniti: precisione, metodo e una visione che mette il cliente al centro. Figura rispettata in tutta la California e ben oltre, Canepa non è stato un campione nel senso classico del termine, ma con la 959 SC ha conquistato qualcosa di più duraturo: uno spazio nel mondo dell’automobile. Un nome che, accanto a Dallara, De Chaunac o Prodrive, rappresenta una delle vette della cultura dell’ingegneria e della passione automobilistica.

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