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Coppa Attilio Bettega, 1ᵃ Barbara Zazzeri su R5 Alpine

È stata una donna la più forte alla Coppa Attilio Bettega 2019, svoltasi lo scorso fine settimana ricalcando quelle stesse strade che hanno consacrato il campione e amato rallysta trentino.

Barbara Zazzeri vince la Coppa Attilio Bettega 2019. Al volante di una Renault 5 Alpine la livornese, navigata dal marito Cristiano Androvandi, ha distaccato di oltre trenta penalità i secondi assoluti Molgora-Molgora su Triumph TR2, seguiti dalla Fiat 1100 103 dell’equipaggio Gennaro-Bovio.

 

 

Una gara per piloti veri. È stato un successo anche questa edizione della Coppa Attilio Bettega, gara di regolarità classica media organizzata dalla ASD Rally Club 70 di San Zenone degli Ezzelini, presieduta da Ivo Strapazzon. Implacabile il regolamento sull’obbligo di pneumatici invernali o catene, il che fa ben capire che a questa gara non ti puoi presentare impreparato, così come devi sapere in anticipo che si svolge dal pomeriggio fino a tarda notte. Una vittoria ancora più meritata dunque, quella archiviata dalla coppia Zazzeri-Androvandi, primi assoluti sia nella classifica penalità sia in quella che vede applicare il coefficiente, premiando spesso l’anzianità della vettura a discapito dell’abilità di pilota e navigatore.

Power Woman. Ma Barbara Zazzeri ha cominciato a dominare le classifiche fin dalle prime battute di questa Coppa Attilio Bettega, lasciandosi alle spalle una settantina di equipaggi lungo un percorso di oltre 400 km e una trentina di prove cronometrate, e difendendo la prima posizione fino all’arrivo a notte fonda in Valbrenta. Partiti dall’imbocco del celebre Ponte degli Alpini di Bassano sabato 16 febbraio, i concorrenti hanno affrontato un percorso davvero suggestivo, ricavato dalle prove rese celebri dal rally di S. Martino di Castrozza.

Cronaca di Roberto Cristiano Baggio
Primo rilevamento a Campeggia, sulla montagna sacra alla Patria, con Scapin-Morandi (Beta coupè), Galli-Merli (A 112 Abarth) e Bigatti-Paradisi (Alpine Renault A110) a zero penalità in testa alla graduatoria. Ai Colli Alti è stato lo specialista Belometti (A 112 58 HP), in coppia con il vicentino Luca Patron nelle insolite vesti di navigatore, a pagare dazio. I due hanno continuato per onor di firma, fermandosi definitivamente durante la notte. I più bravi si sono rivelati Spaggiari, Balloni e Cavicchioli, con quest’ultimo passato al comando al volante della sua VW Porsche 914. Scapin, in stato di grazia, è salito a condurre dopo l’insidiosa prova di S. Lorenzo, tallonato a quattro lunghezze da Alessandro Molgora, primo lo scorso anno, e via via da Zazzeri, De Marin, Cavicchioli, Colpani e Luigino Gennaro.

Questione di tempismo. Ma Barbara Zazzeri sulla prova di Cavalea ha ingranato la giusta grinta, passando indenne il responso delle fotocellule, e con uno “zero” che la dice tutta sulla sua abilità, ha preso il comando delle operazioni, seguita come un’ombra da Scapin a sei lunghezze. Leggermente più staccati De Marin-Ruzzier con la Fulvia HF, Molgora-Molgora con la Triumpg TR 2 del 1953, e Gennaro-Bovio su Fiat 1100 103 del 1954. Senza farsi intimidire dagli scatenati avversari ha continuato a respingere gli assalti di Colpani-Facchinetti (Porsche 911 ST) e Bisi-Cattivelli (Porsche 356 S90) a zero penalità rispettivamente a Celado e a Cima Campo, rispondendo però sulla Colombera e sbagliando solo d’un soffio l’en plein a Valnevera.

Vittoria in souplesse. Quando a Falcade, sotto la luna, si è conclusa la prima tappa, Barbara Zazzeri era comodamente in testa con 82 penalità, davanti a Scapin che ne aveva accumulate 126 e a Colpani (133) che precedeva Molgora di due lunghezze. Al traguardo, quando scoccavano le tre del mattino, Zazzeri-Androvandi sono giunti primi assoluti con 147 penalità, seguiti a 211 da Scapin-Morandi, le stesse accumulate da Colpani-Facchinetti. Molgora-Molgora quarti con 217 penalità davanti a Gennario-Bovio saliti a 231. I coefficienti hanno però scombussolato i punteggi e a goderne sono stati proprio questi ultimi, risaliti al secondo e al terzo posto, scavalcando Colpani e Scapin, che hanno così chiuso quarti e quinti.

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