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01/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche
COSÌ PARLÒ L’AVVOCATO
Una strana calandra squadrata, un parabrezza panoramico, un ampio tettuccio vetrato. Gianni Agnelli, la sua Ferrari, l’aveva voluta così. Unica, come sempre. La usava per girare a Torino, negli anni spensierati. Finita in America, è ritornata in Italia, tutta restaurata. Motore V12, 4,5 litri, ben 300 CV.Al Salone di Torino del 1955 fece la sua […]
01/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche

Una strana calandra squadrata, un parabrezza panoramico, un ampio tettuccio vetrato. Gianni Agnelli, la sua Ferrari, l'aveva voluta così. Unica, come sempre. La usava per girare a Torino, negli anni spensierati. Finita in America, è ritornata in Italia, tutta restaurata. Motore V12, 4,5 litri, ben 300 CV.

Al Salone di Torino del 1955 fece la sua comparsa la "375 America" illustrata nel nostro servizio. A dir poco un pugno in un occhio, che stupì allora come sconcerta oggi. L'auto non sembra nemmeno una Ferrari. Ma così la volle Gianni Agnelli: aveva chiesto a Pinin Farina un modello personalizzato, secondo una consuetudine che accomunava moltissimi personaggi del tempo.

Distintivi di questa "375" erano la calandra squadrata, l'elegante verniciatura bicolore, il tetto trasparente e il parabrezza panoramico. Ma soprattutto stupiva l'inedito disegno della coda, ben caratterizzata dai due montanti posteriori che, proseguendo lungo i parafanghi, terminavano in due lunghe pinne. Si racconta che sulla sua bella Ferrari Agnelli in piena notte attraversasse a velocità sostenuta la città di Torino, spostandosi da una festa all'altra in compagnia di bellissime donne.

Nel 1959 l'Avvocato restituì la macchina a Pinin Farina che, a sua volta, la inviò alla Chinetti Motors, negli Stati Uniti. Da allora passò di mano numerose volte e parallelamente crebbe il suo valore, che negli anni 80 raggiunse i 50.000 dollari. Nel 2000 diventò il pezzo più pregiato della collezione di Jack E. Thomas, appassionato di St. Louis (ancora oggi proprietario della vettura), che negli anni successivi la utilizzò in manifestazioni d'alto livello.

La nostra "Ferrari by Agnelli" dimostrava però gli acciacchi dell'età. Occorreva un restauro globale. Se ne occupò, nel 2002, la Wayne Obry's Motion Products, che restituì la vettura al proprietario giusto in tempo per il concorso d'eleganza di Pebble Beach, dove vinse la classe M1. A quel punto era pronta per il suo trionfale rientro in Italia. L'occasione è stata il "Concorso d'Eleganza di Villa d'Este", lo scorso aprile, e le circostanze hanno voluto che a festeggiarla fosse proprio Ruoteclassiche. La giuria l'ha infatti premiata con la nostra coppa, quella destinata al miglior restauro.

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