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31/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
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Evoluzione del prototipo di Bertone del 1970, ne conservava l’inconfondibile linea penetrante, fin troppo bella per una macchina da rally. Il motore era il V6 “2400” della Dino Ferrari, disposto al centro. Vinse quasi tutto, eppure non fu facile vendere tutti i 500 esemplari allestiti per l’omologazione in Gruppo 4. Nel 1971 la Lancia vive […]
31/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Evoluzione del prototipo di Bertone del 1970, ne conservava l'inconfondibile linea penetrante, fin troppo bella per una macchina da rally. Il motore era il V6 "2400" della Dino Ferrari, disposto al centro. Vinse quasi tutto, eppure non fu facile vendere tutti i 500 esemplari allestiti per l'omologazione in Gruppo 4.

Nel 1971 la Lancia vive un periodo difficile: rilevata due anni prima dalla Fiat, ha a listino modelli un po' vecchi e le vendite sono in calo. La Casa di Chivasso ha bisogno di una proposta di grande impatto emozionale e che, al tempo stesso, vinca i rally: la dirigenza Lancia vede nel prototipo "Stratos 0" di Bertone l'opportunità del rilancio. Così com'è, però, la "Stratos 0" non va bene. Serve una macchina più alta e corta, con porte tradizionali (e non con l'accesso dal parabrezza), un motore più potente e telaio e meccanica pensati per le competizioni.

Ricorda Nuccio Bertone: "Disegnai due grandi cofani in vetroresina, in blocco unico con i parafanghi, perché i meccanici potessero lavorare contemporaneamente su motore e sospensioni. Il muso lo pensai basso, il parabrezza ‘panoramico', perché il pilota avesse massima visibilità e perché, in caso di pioggia e col tergicristallo fuori uso, l'acqua defluisse più facilmente ai lati. Il taglio alto della coda lasciava invece spazio a diverse soluzioni per l'impianto di scarico". Poi sospensioni posteriori McPherson e un cambio che si poteva sostituire in soli 20 minuti. La "Stratos", disegnata da Marcello Gandini, viene presentata al Salone di Torino nel novembre 1971. Il motore è il V6 "2400" Dino Ferrari.

La vettura esordisce il 4 novembre 1972 al Tour de Corse, nella categoria Prototipi, guidata da Sandro Munari, ma senza fortuna: problemi di sospensioni la costringono la ritiro. Nel '73 ottiene il secondo posto assoluto con Munari-Andruet alla Targa Florio, e nel frattempo si lavora alacremente per allestire i 500 esemplari necessari per l'omologazione in Gruppo 4 e disputare così tutti i rally del campionato mondiale. La certificazione arriva il 1° ottobre 1974. "Non fu un successo commerciale" si rammarica Enrico Masala, allora ispettore vendite Lancia per la Lombardia.

"La ‘Stratos' non è mai stata capita, era troppo diversa dalle vetture che l'avevano preceduta: era una vera auto da corsa, scomoda e difficile da guidare, ma estremamente efficace in gara e dal fascino irresistibile". La "Stratos" nel '74 costava 8.469.000 lire. Per la difficoltà di smaltire le giacenze, essa rimase a listino fino al 1978, ma la produzione dei 500 esemplari era terminata già nel 1975. Oggi la "Stratos" si prende però l'ultima rivincita: sul mercato vale oltre 80.000 euro.

TAGS Lancia
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