Eva al volante 2023, le storiche si tingono di rosa - Ruoteclassiche
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14/08/2023 | di Roberto Barone
Eva al volante 2023, le storiche si tingono di rosa
La gara di regolarità di auto classiche per sole donne si svolge dal 13 al 15 ottobre sulle strade della Romagna, tra Rimini, Gradara e Cesena
14/08/2023 | di Roberto Barone

Il mondo delle auto storiche il prossimo autunno si tinge di rosa. Dal 13 al 15 ottobre torna Eva al volante, gara di regolarità per sole donne organizzata dall'Asi. Quest'anno le driver andranno alla scoperta dell'Emilia-Romagna viaggiando, in particolare, sulle strade della costa e dell'entroterra romagnoli, tra Rimini, Gradara e Cesena.

Cultura e passione. Il menu del programma è un colorato mix di cultura, passione, piacere e solidarietà. Le partecipanti a Eva al volante potranno, infatti, esplorare il territorio partecipando a visite guidate dei centri storici oltre a particolari punti di interesse come il Palazzo Sismondo, la Casa del Chirurgo e il Museo Felliniano a Rimini, ma anche il Castello. il borgo antico e la Biblioteca Malatestiana di Gradara.

Prove cronometrate. Per aggiungere un po' di adrenalina all'evento, durate ai trasferimenti tra una località e l'altra le driver potranno mettersi alla prova alla guida delle loro vetture classiche, sfidandosi tra loroin una serie di prove cronometrate.

Spazio alla solidarietà. Come accennato, Eva al volante 2023 ha anche una importante valenza solidale. La scelta delle destinazioni è volta a portare un messaggio di vicinanza e un aiuto concreto alle popolazioni colpite dalle alluvioni della primavera scorsa. Analogo lo scopo della visita alla Comunità di San Patrignano, la casa-famiglia per i giovani in difficoltà, che qui intraprendono un cammino fatto di autostima, dignità, responsabilità, entusiasmo. Valori di cui anche il motorismo storico si fa portatore e che saranno condivisi in una occasione speciale.

Un antico sodalizio. L'evento nasce per celebrare il legame tra le donne e l'automobile e per rompere un antico luogo comune che vede il gentil sesso seduto unicamente sul sedile del passeggero. Un rapporto che risale alle origini delle automobili stesse, nato grazie alle pioniere che si cimentarono alla guida negli ultimi anni del 1800 e all'inizio del 1900.

Pioniere delle competizioni. Questo sodalizio è diventato sempre più stretto e si è consolidato nei decenni successivi grazie alle competizioni, nelle quali molte battagliere signore si sono distinte lottando con successo in un mondo prevalentemente maschile. Tutto ciò pur senza ignorare, infine, l'aspetto più glamour e di costume che ha sempre unito i due mondi e che ha coinvolto tutti gli aspetti della società: dal cinema alla musica, dalla moda all'arte in ogni forma.

Prima patentata d'Italia. Fra le esponenti di maggior rilievo di un'epoca gloriosa compare la contessa veneziana Elsa Albrizzi, grande appassionata di fotografia e nuove tecnologie di fine Ottocento, che non rimase indifferente alla nascita dell’automobile, verso la quale nutrì fin da subito una profonda passione. Fu la prima donna patentata d’Italia, organizzò raduni nella sua residenza estiva di Este ma soprattutto, nel 1899, fondò il Club automobilisti veneti ideando una “Prova di resistenza”, una competizione ante litteram su un percorso di ben 172 km.

Sangue blu e velocità. Anche la Regina Margherita di Savoia era una grande appassionata di automobili, tanto da possederne una pregevole collezione. La sua marca preferita era l’Itala, ma il “garage reale” comprendeva anche Fiat, Rapid e Talbot. Altra nobile amante delle quattro ruote fula contessa Maria Teresa De Filippis, che si spinse oltre, essendo la prima donna a correre in Formula 1. Nel 1958 si schierò sulla griglia di partenza del Gran Premio del Belgio e tagliò il traguardo in decima posizione al volante di una Maserati 250F.

Ispirò anche D'Annunzio. Un binomio vincente quello tra gentil sesso e motori, che ispirò anche Gabriele D'Annunzio, il quale scrisse che l'automobile della donna celebra "la grazia, la snellezza, la vivacità, la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza"in un messaggio inviato il 18 febbraio 1920 all'allora senatore Giovanni Agnelli, dopo aver provato una Fiat 509.

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