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20/02/2007 | di Redazione Ruoteclassiche
FACEVA LA CIVETTA
Ci sono voluti sei anni per ripristinare questa vettura equipaggiata con le prime attrezzature per rilevare gli eccessi di velocità. Tutto è iniziato con il trasloco di un ufficio del Ministero dei Lavori Pubblici di Napoli, quando nell’archivio sono stati trovati i manuali d’uso del “Traffipax” e del “Trafficorder”, antesignani dell’Autovelox La “124” del nostro servizio […]
20/02/2007 | di Redazione Ruoteclassiche

Ci sono voluti sei anni per ripristinare questa vettura equipaggiata con le prime attrezzature per rilevare gli eccessi di velocità. Tutto è iniziato con il trasloco di un ufficio del Ministero dei Lavori Pubblici di Napoli, quando nell'archivio sono stati trovati i manuali d'uso del "Traffipax" e del "Trafficorder", antesignani dell’Autovelox

La "124" del nostro servizio (88.000 km percorsi dal 1969 ad oggi) è unica, in quanto risulta equipaggiata con la sofisticata e complessa strumentazione utilizzata negli anni Sessanta per effettuare i primi test di rilevamento della velocità. "Non ne esistono altre in queste condizioni", assicura Antonio D'Ambrosio, funzionario dell'Ispettorato Generale Circolazione e Sicurezza Stradale di Napoli, che si è assunto l'onere di recuperare la "124" e la sua preziosa attrezzatura di bordo.

"La '124' era ferma a Trieste - ricorda il cavalier D'Ambrosio - inutilizzata anche se in buone condizioni. Nel 2000 ne feci richiesta per averla a Napoli". E così la familiare della Fiat era pronta a intraprendere una seconda carriera, questa volta fatta di raduni e sfilate. Ma facciamo un passo indietro. Una decina d'anni fa, D'Ambrosio trova, nella sede di Napoli del Ministero dei Lavori Pubblici,un archivio dove sono in giacenza, ingialliti, i vecchi libretti di uso e manutenzione degli strumenti di rilevazione.

"Quasi subito - spiega D'Ambrosio - sorse l'idea di ripristinare le apparecchiature su un'auto". Il progetto incontrò subito la simpatia e l'appoggio dei dirigenti del Ministero. Comincia così la caccia: D'Ambrosio contatta i colleghi delle sedi periferiche da dove giungono le prime sorprese. Qualche pezzo è sfuggito alla rottamazione e si trova ancora dimenticato negli uffici dell'ispettorato: via via il materiale arriva nel capoluogo campano. Riuniti a Napoli tutti i pezzi, occorre riassemblare i vari componenti, un lavoro meno facile del previsto: "Perché i libretti spiegavano l'uso degli strumenti, ma non i collegamenti da effettuare. Preziose furono quindi le indicazionidei funzionari, ormai andati in pensione, che al tempo avevano sperimentato quelle attrezzature".

Adesso la Fiat "124" è un museo viaggiante, un cimelio storico unico che presto, su richiesta del presidente Giorgio Napolitano, andrà persino al Quirinale.

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