Fiat 127, l'inizio di una nuova era - Ruoteclassiche
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25/09/2019 | di Andrea Zaliani
Fiat 127, l’inizio di una nuova era
Motore trasversale, trazione anteriore e grande abitabilità. Con queste credenziali la Fiat 127 crea scompiglio nel settore, ottenendo un eccellente risultato commerciale.
25/09/2019 | di Andrea Zaliani

Motore trasversale, trazione anteriore e tanto spazio a bordo. Questi gli assi nella manica della Fiat 127, che all'alba degli anni 70 debutta sul mercato ridefinendo il concetto stesso di utilitaria

La Fiat 127 occupa un posto a parte nella storia del marchio torinese, in quanto introduce una serie di elementi innovativi rispetto alla filosofia stilistica e costruttiva adottata dalle sue progenitrici. Il particolare design, ideato dallo studio diretto da Pio Manzù (figlio del famoso scultore Giacomo) con la collaborazione di Rodolfo Bonetto, fa infatti il paio con un’impostazione tecnica fuori dal coro. A differenza della maggior parte delle auto prodotte fino a quel momento, fautrici della filosofia del “tutto dietro”, la 127 opta per un motore anteriore trasversale e una trazione anteriore. Il propulsore, un brillante quattro cilindri ad aste e bilancieri di 903cm³da 47 CV, è abbinato a un cambio manuale a quattro rapporti.

Vendite da primato. La 127 misura 359 cm in lunghezza, ovvero 2 cm in più rispetto alla 850. Non solo: rispetto all'auto che è chiamata a sostituire è più larga di 10 cm, 152 contro 142, ma soprattutto ha un passo di 222,5 cm. Le nuove misure, unite al minor ingombro del motore trasversale, consentono agli ingegneri Fiat di ricavare maggiore spazio per l’abitacolo e un bagagliaio dalla capacità più che soddisfacente. Fin dal suo esordio, la 127 piace e convince il grande pubblico, tanto che nel suo primo anno di vita si aggiudica il titolo di Auto dell’anno. A partire dal 1972, la gamma si amplia con l’introduzione a listino della versione a tre porte, mentre dal 1974 sia la due che la tre porte vengono proposte anche nell’allestimento Special, che offre una dotazione più completa e finiture più curate. All’esterno spiccano la nuova calandra con elementi cromati, i paraurti più massicci e le modanature laterali in acciaio inox. All'interno, oltre ai sedili maggiormente imbottiti, si notano strumenti aggiuntivi, come il termometro dell’acqua e il comando del tergicristallo, ora a funzionamento intermittente. In produzione fino al 1977, la prima serie della 127 sarà venduta in oltre due milioni e mezzo di esemplari.

La prova di Quattroruote. Giusto il tempo di essere presentata al pubblico e la Fiat 127 già si sottopone alle scrupolose valutazioni della “nostra” rivista. L’estetica non dispiace, anche se il frontale risulta fin troppo ricercato, a scapito di un posteriore un pochino “pesante”. Quanto a sfruttamento dello spazio la 127 è definita come una delle migliori automobili della sua classe. L'abitabilità è paragonabile a quella della sorella 128, che però è più lunga di 26 cm. La strumentazione è essenziale ma soddisfacente, mentre i sedili potrebbero essere più comodi. L’aspetto più interessante, però, riguarda la dinamica. Nel giugno del 1971 la rivista mette a confronto la 127 con una serie di concorrenti della stessa classe, simili per prezzo e cilindrata: Innocenti Mini Minor MK3, Ford Escort base, Opel Kadett SE 2 porte, Renault 4 Export e Simca 1000 LS. Il verdetto della strada dice che la nuova utilitaria Fiat non ha rivali in quanto a prestazioni: leggera e brillantissima, raggiunge i 143,8 km/h, percorre il chilometro con partenza da fermo in 36,58 secondi. Buoni anche i consumi: in media, per percorrere 100 chilometri le bastano 5,75 litri.

La quotazione attuale. La quotazione della Fiat 127 prima serie è decisamente interessante: i nostri listini ufficiali riportano infatti una valutazione che va da un minimo di 1800 a un massimo di 5300 euro per un modello in condizioni impeccabili.

Diteci la vostra. E voi, che ne pensate della 127 prima serie? Siamo curiosi di sapere se in quel periodo avreste optato per lei oppure per una sua diretta rivale. Fatecelo sapere attraverso i commenti. Inoltre, se avete dei ricordi particolari legati all’utilitaria italiana, potete scriverci una e-mail con la vostra storia all’indirizzo redazione@ruoteclassiche.it.

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