Fiat 128 Sport: la coupé che non c’era - Ruoteclassiche
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31/10/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Fiat 128 Sport: la coupé che non c’era
Nei primi anni 70, la Fiat 128 Coupé andava a colmare il gap tra la 850 Sport Coupé e la 124 Sport, ma non ebbe il successo sperato.
31/10/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nei primissimi anni 70 la Fiat 128 era la berlina media più venduta in Europa. Nel 1971 vennero presentate le varianti “sportive” della gamma: la 128 Rally (berlina 2 porte) e la 128 Coupé, due modelli che coniugavano grinta e praticità a un prezzo accessibile.

A fine anni 60, la vasta gamma Fiat, non offriva un modello intermedio tra la compatta 850 Sport Coupé e la più grande 124 Sport. Quest'ultima puntava al club delle granturismo come Alfa Romeo Giulia GT e Lancia Fulvia. Nel mezzo, le coupé di piccola cilindrata costituivano un segmento particolarmente apprezzato da una clientela giovane che desiderava auto dalle linee grintose, ma costi di acquisto e gestione contenuti. La concorrenza aveva esplorato il settore con la Ford Capri, Opel Manta, Renault 15 e 17. La Fiat 128, disponibile con i motori 1.1 e 1.3 aveva dalla sua un brio maggiore. Il primo motore, da 1.116 cc erogava 64 CV e consentiva di raggiungere i 156 km/h. L’altro, da 1.290 cc era lo stesso propulsore montato sulla 128 Rally, ma potenziato a 75 CV (contro gli originari 67).

Due modelli. Nonostante fosse più potente, la Coupé aveva un’autonomia migliore delle 128 berlina di pari cilindrata: le varianti sportive potevano contare su un serbatoio di 50 litri in luogo dei 38 litri. Due gli allestimenti disponibili, S (Sport) e SL (Sport Lusso). La 128 S era riconoscibile per i fari anteriori rettangolari, mentre la SL montava quattro proiettori circolari. La Sport Lusso prevedeva una dotazione più ricca: contagiri, tunnel con portaoggetti e indicatore della temperatura dell’acqua. Anche le finiture erano più curate, con plancia e volante imbottiti.

Sicura di sé. Sul piano tecnico, la 128 Coupé nasceva sul pianale accorciato della Fiat 128 (22,2 cm). La variante “sportiva” montava sospensioni indipendenti Mc Pherson con ammortizzatore telescopico. Sull'asse anteriore gli ammortizzatori erano abbinati a molle elicoidali. Per l’assale posteriore era prevista una sola molla a balestra trasversale. Ciascuna ruota era guidata da un braccio oscillante triangolare. La compensazione del rollio era ottenuta da una taratura degli ammortizzatori diversa rispetto a quella della berlina. Altra differenza riguardava lo sterzo, con un rapporto di demoltiplicazione inferiore. Le carreggiate, di 20 mm più ampie rispetto alle berline, conferivano alla Fiat 128 Coupé una maggior stabilità in curva. I rinforzi strutturali garantivano invece una maggior rigidezza e una migliore distribuzione dei pesi. Il passo corto e un impianto frenante efficace rendevano la 128 Coupé un’auto piuttosto agile, piacevole da guidare e con una tenuta di strada sicura.

Più volume. Sebbene la Fiat 128 e l’Autobianchi A112 Abarth fossero vetture di segmenti diversi, fu proprio quest’ultima a conquistare molti potenziali acquirenti della 128 Sport, la stessa clientela giovane che desiderava un’auto grintosa e vagamente ricercata a cifre non impegnative. Nel 1975 la 128 Coupé venne sottoposta a un importante aggiornamento estetico, in primo luogo venne adottato un portellone posteriore e perciò la denominazione cambiò in 128 Coupé 3P (3 porte). I nuovi lamierati definivano un profilo laterale più lineare e importante. Con l’aggiornamento della zona posteriore aumentava il volume di carico utile interno, in condizioni normali il bagagliaio offriva una capienza di 320 litri. Con il sedile posteriore ribaltato il volume, quasi triplicandosi, arrivava a 920 litri: quasi un metro cubo di carico utile!

Successo mancato.
A fronte di una maggior praticità, la nuova 128 non conobbe un grande successo in Italia, mentre all’estero riuscì ad attirare un interesse maggiore. La Coupé 3P scontava essenzialmente una linea più massiccia rispetto al modello uscente e anche la fanaleria posteriore composta da tre elementi lasciò un po' interdetta la clientela italiana. Le novità riguardarono prettamente l’estetica dell’auto, la meccanica rimase invariata. All’interno debuttava una plancia ridisegnata, con gli strumenti circolari e accorpati che le donavano un piglio più sportivo. Nuovi anche rivestimenti in tessuto scozzese.

Le speciali. Nel 1976 venne presentata anche una variante Abarth che però non venne prodotta. Rimanendo in tema di “special”, il primo ad esplorare la possibilità di una Fiat 128 Coupé fu Bertone che nel 1969 sviluppò una concept car dal profilo vagamente cuneiforme. La Carrozzeria Moretti realizzò alcuni esemplari fuoriserie disponibili con carrozzeria coupé e targa. L’ultima variazione sul tema 128 è la Sport Serie Speciale del 1978. L’allestimento si ispirava alla 3P Berlinetta GLX proposta nel 1977 per il mercato tedesco: la carrozzeria prevedeva decals e finiture nere, spoiler, cerchi specifici. All’interno spiccavano i sedili con poggiatesta integrati e rivestimenti d’intonazione sportiva. Con una produzione complessiva prossima alle 350.000 unità, la Fiat 128 Coupé uscì di scena nel 1980, lasciando vacante il suo posto nel mercato fino all’arrivo della Fiat Coupé negli anni 90.

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