Fiat 1300/1500, la berlina media della borghesia - Ruoteclassiche
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17/01/2021 | di Alfredo Albertini
Fiat 1300/1500, la berlina media della borghesia
Storia ed evoluzione delle Fiat 1300 e 1500, presentate nel 1961.
17/01/2021 | di Alfredo Albertini

Sessant'anni fa ebbe inizio la produzione della nuova berlina di classe media della Fiat. Ispirata alla Chevrolet Corvair, era offerta in due versioni praticamente identiche. Stiamo parlando della 1300/1500, prodotta in seicentomila esemplari nell'arco di sei anni. Le sue eredi saranno la 124 e la 125.

Con la 1300-1500 del 1961 la Fiat entra nella modernità, abbandonando le pinne posteriori già viste in precedenza sulla 1100/103 D, sulla 1200 Granluce e sulle 1800-2100, e adottando una forma più lineare e più adatta allo stile del decennio appena iniziato. La carrozzeria, disegnata dallo stilista Mario Felice Boano, è ispirata chiaramente a quella della Chevrolet Corvair di fine anni Cinquanta, alla quale del resto fecero riferimento anche a Neckarsulm, in Germania, per la nuova NSU Prinz IV. Boano vide la Corvair al Salone di Parigi del 1959, gli piacque e, rientrato a Torino, mise mano al nuovo progetto che venne rapidamente approvato dalla direzione generale e che sostituì i precedenti, troppo legati agli stilemi della 1800-2100.

Dal sei al quattro cilindri. Per quel che riguarda la meccanica, la 1300-1500, in codice tipo 116, era figlia dello staff guidato dall'ingegner Giacosa, già papà della Topolino, della 500, della 600 e di molti altri modelli. La Fiat mise in campo tutta la sua potenza per non sbagliare nemmeno una vite e così, prima dell'avvio della produzione, si susseguirono collaudi su collaudi nelle condizioni climatiche più disparate. Quattroruote dell'epoca ricorda che ben diciannove esemplari percorsero in lungo e in largo l'Europa e l'Africa, equipaggiati con apparecchiature di verifica e con le carrozzerie camuffate. Il motore era derivato da quello della 1800-2100, già impostato fin dall'inizio per poterne ridurre cilindrata e numero dei cilindri, che passarono così da sei a quattro. Tra gli altri dettagli tecnici, l'albero a gomiti a tre supporti, l'albero a camme laterale mosso da catena, le valvole in testa inclinate a V, un carburatore invertito doppio corpo, le sospensioni anteriori indipendenti e posteriori a ponte rigido, i freni a disco all'avantreno, la trazione posteriore. Se la 1300 ha una cilindrata di 1295 cm³ con 65 CV Cuna, sulla 1500 essa sale a 1481 cm³ con 72 CV Cuna. Molto vicine le prestazioni: 142,574 km/h la prima, 148,588 la seconda (prova di Quattroruote ottobre 1961).

Gemelle poco diverse. Come detto, la linea era moderna e compatta, caratterizzata dal padiglione spiovente sul lunotto e da un profilo lucido che percorreva tutte le fiancate. Davanti i fari erano doppi e dietro le luci ovali, sotto le quali erano collocati a destra il faretto di retromarcia e a sinistra il tappo di rifornimento del carburante. Uniche differenze tra la 1300 e la 1500 le scritte di identificazione e l'intelaiatura dei finestrini laterali, cromata su quest'ultima. L'interno si presentava luminoso e ampio, con sedili anteriori separati (basta con le panchette in stile 1800) e cruscotto con indicatore della velocità a cursore e non più a lancette. Cambio al volante, che era di grande diametro con all'interno la corona per il clacson. Cambio a quattro marce con comando sul piantone di guida, come in uso su molte vetture di quel periodo.

Prezzo concorrenziale.Nell'Italia in pieno boom economico, la nuova berlina torinese di classe media strizzava l'occhio alla classe borghese emergente. La gamma venne ufficialmente presentata al pubblico nell'aprile del 1961 ma, già nei mesi precedenti venne avviata la linea di montaggio a Mirafiori perché i concessionari potessero essere pronti a soddisfare le richieste della clientela. Prezzo di listino iniziale di 1.190.000 lire per la 1300 e di 1.265.000 lire per la 1500: lista accessori praticamente inesistente: pneumatici a fascia bianca, radio e sedili in fintapelle. Quell'anno, a titolo di confronto, un'Alfa Romeo Giulietta costava 1.250.000 lire, una Lancia Flavia 1.715.000 lire, una Peugeot 404 1.660.000 lire e una Ford Taunus 17M 1.630.000 lire. La carriera della 1300-1500 andò avanti senza scosse per tre anni, poi, al Salone di Torino del 1964, venne presentata la 1500 C, migliorata e con il passo più lungo di 8 cm.

Visse solo sei anni. Con l'avvento della 124 nel 1966 e della 125 l'anno dopo, la 1300-1500 diventò rapidamente obsoleta e così, nel 1967, la produzione ebbe termine dopo circa 600.000 esemplari. Trattandosi di un'auto dalla meccanica robusta e semplice, molte continuarono a circolare a lungo, almeno fino a quando la ruggine non prese il sopravvento, costringendo alla demolizione. Ultimamente la 1300-1500 è stata oggetto di una certa rivalutazione e non pochi appassionati si sono messi a ricercarla e a restaurarla. Il limitato valore commerciale, 7500 euro per un esemplare in categoria A+ di Ruoteclassiche, rende tuttavia antieconomico un ripristino totale. Vale invece 9000 euro la più rara familiare, introdotta a fine 1961.

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