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Fiat 133: storia di una “piccola” internazionale

La Fiat 133 è modello poco noto, prodotto su licenza dalla Seat tra il 1974 e il 1979. Vi raccontiamo la storia di un esemplare particolare, recuperato e restaurato dal nostro lettore Fabio Di Vona, un giovane collezionista abruzzese. Ecco la sua storia.

“Durante una delle mie ricerche, a caccia di auto storiche, mi imbattei in una strana Fiat: un mix di 850, 126 e 127. Avvicinandomi lessi la targhetta ‘Fiat 133 L’ e notai con un certo piacere che era targata Chieti, la mia provincia… “. Fabio Di Vona è un giovane lettore di Ruoteclassiche di Lanciano (Ch), appassionato di Storia e degli aneddoti che si celano dietro gli oggetti, anche i più semplici. Ci racconta del suo amore per le auto storiche, che colleziona non in virtù del loro valore economico, ma per ciò che rappresentano a livello affettivo: “Amo ascoltare e conoscere le loro storie, ‘Questa l’ha avuta papà!’ oppure ‘Era la macchina di mio nonno!’ o ancora ‘Con questa ho imparato a guidare!’  E poi adoro le ‘auto fantasma’, modelli rari già all’epoca.”

Questione di cuore. Le grandi passioni, ci accompagnano sin dalla tenera età… E Fabio ne è una dimostrazione, a 10 anni si innamora di una Fiat 850 Special, che diverrà la sua prima auto. Dopo l’850, Fabio ha acquistato e restaurato altri modelli, tra cui: una Fiat 850 “Lucciola” Francis Lombardi del 1966 e una 1100R del 1968; una Daf 33,  Honda Civic prima serie e questa Fiat 133 del 1979. Il modello venne presentato nel 1974 al “Salon del Automovil” di Barcellona, la “133” era un progetto Fiat, inizialmente accantonato e proposto successivamente alla Seat. La sua linea, infatti, non era propriamente innovativa, anzi… Nel 1979, l’anno in cui è stata acquistata, la Fiat 133, era già un’auto dalla concezione superata: con la trazione posteriore e i freni a tamburo. Allo stesso prezzo la Fiat 127 offriva molto di più. La 133 era sostanzialmente una Fiat 850 ridisegnata: ne conservava l’intera meccanica (telaio, motore posteriore longitudinale a sbalzo di 843 cc, 34 cv). La carrozzeria, di nuovo disegno riprendeva nel frontale e nella coda, la Fiat 126; mentre nella vista laterale richiamava la 127. Gli interni, abbastanza semplici erano specifici per il modello.

In licenza.
L’esemplare di Fabio presenta la targhetta identificativa nel bagagliaio che riporta “Fiat Belgio Type: 133” mentre il libretto e il motore sono marchiati Seat. In Italia il modello non era a listino ed era disponibile solo per i dipendenti Fiat tramite importazione parallela, godendo di forti sconti. Per questo motivo la 133 è un’auto piuttosto rara da reperire. Fabio tramite un’accurata ricerca, ha censito 8 Fiat 133 in Italia, con le vecchie targhe provinciali: 7 con allestimento “L” (Lusso) ed una “berlina”. Nel 1975 la Fiat 133 concorse al titolo “Auto dell’anno”, giungendo al nono posto, con 6 voti. La 133 è stata prodotta negli stabilimenti spagnoli fino al 1979 e veniva distribuita col marchio “Seat” in Spagna ed in Portogallo. In totale sono stati prodotti all’incirca 200 mila “133”. Dall’ottobre 1975 inizia la commercializzazione anche in Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi e sul mercato sudamericano, dove viene venduta con il marchio Fiat e la dicitura “Made by Seat”.

Internazionale.  Tra il 1977 e il 1982 ben 15.821 esemplari di Fiat 133 sono stati prodotti a Cordoba (Argentina) nello stabilimento Fiat/Sevel. Sempre nel 1977 venne siglata la fornitura della componentistica per il montaggio della Seat 133 a Helwan, in Egitto: la 133 veniva assemblata nello stabilimento NASR Automotive Manufacturing Company (che produceva anche altri modelli su licenza Fiat) e importata anche in Iraq. Praticamente uno dei primi esempi di “world car”! In Argentina la 133 “B” era mossa da un 903 cc da 40 cv, mentre per il mercato iberico era disponibile la “133 Especial” con l’843 cc potenziato a 44 cv. In Finlandia la Fiat 133 conobbe un buon successo nelle gare “Jokkis”, una categoria di rally amatoriale.

L’emozione più grande. Ma ora torniamo alla 133 del nostro Fabio, che continua: “Parlando con il precedente proprietario (ex dipendente Fiat), mi ha raccontato che comprò l’auto da ragazzo, nel 1979, quando studiava a Bologna. Successivamente la riportò qui a Lanciano e la cedette al padre, che la usò per andare in campagna”. Questi raccontò a Fabio: “In zona solo io e un altro signore avevamo la 133, ogni volta che ci incrociavamo ci salutavamo suonando il clacson!”. Fabio racconta che quando intercettò la Fiat 133, l’auto non era in condizioni ottimali: il restauro è durato 2 anni. “E’ stato prezioso l’aiuto di tanti amici, in particolare uno di Milano. E’ possessore di ben due 133! Una ‘133 L’ come la mia con targhe Italiane, e l’altra, la ‘berlina’ con targhe tedesche. Provvidenziale anche un ragazzo spagnolo, che ha mi ha aiutato a reperire e spedito tutti i ricambi mancanti.” Prosegue: “Purtroppo non ho potuto fotografare l’emozione negli occhi dell’ex proprietario, incredulo nel rivedere la sua auto tornata ‘in vita’.” La storia della Fiat 133 di Fabio Di Vona ci parla di una passione genuina, frutto di ricerca e impegno che donano onore ad un modello, che seppur poco significativo, rappresenta comunque un tassello importante nei rapporti tra Fiat e Seat; e che nel suo piccolo, ha anticipato certe dinamiche di produzione su scala globale.

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