Fiat 850 Spider: l'ottemezzo che si dava le arie, le derivate (Parte 2) - Ruoteclassiche
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12/10/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Fiat 850 Spider: l’ottemezzo che si dava le arie, le derivate (Parte 2)
Seconda parte dello speciale dedicato alla Fiat 850 Spider e le sue varianti fuoriserie.
12/10/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

In questa seconda parte dello speciale dedicato alla Fiat 850 Spider vi raccontiamo le versioni speciali della Fiat 850 Sport Spider, la seconda serie della 850 Spider prodotta dal 1968.

Come avvenuto con la versione CL sulla Fiat 850 Spider prima serie, la Carrozzeria Bertone realizzò alcune varianti specifiche partendo dalla 850 Sport Spider. Questa volta, i nuovi modelli incarnavano una maggior sportività. Bertone sviluppò una vera e propria gamma di fuoriserie, pensata per un pubblico che desiderava un prodotto personale e distintivo. Nascevano così le versioni “Racer”, disponibili in tre versioni: Convertibile, Berlinetta e Berlinetta Team.

Arriva il coupé. La “Convertibile” replicava l’approccio della CL, ma in chiave più sportiva. Rispetto alla Fiat 850 Sport Spider da cui derivava, la Convertibile si distingueva esteriormente solo per i profili cromati e la targhetta identificativa “Racer”. La “Berlinetta” era invece una vera propria coupé dotata di padiglione metallico, saldato in luogo della capote e rivestito in vinile. Sulla Berlinetta, l’installazione del tetto rigido richiese una modifica della fascia che ospitava il tappo della benzina, che in questo caso questo venne spostato nel vano motore. Sui montanti posteriori campeggiava il logo «Racer» mentre nel pannello posteriore la targhetta identificativa «Berlinetta». Come per la versione C.L., la carrozzeria si arricchì di profili cromati ai passaruota e nella parte bassa della fiancata.

Radicale. La “Team” non celava ulteriori velleità sportive ed era dotata di fari supplementari allo iodio. Attorno alla carrozzeria correva una fascia longitudinale in colore contrastante. All’interno le finiture erano tipicamente sportive con inserti in alluminio spazzolato. La carrozzeria prevedeva tinte bicolore con base grigio scuro. La caratteristica più evidente riguardava i paraurti, ridotti all’essenziale: nella parte anteriore rimasero solo i rostri. A lato, due fari supplementari, mentre al posteriore erano previste solo due piccole “lame” senza rostri. Gli indicatori di direzione erano gli stessi della prima serie. Gli scudetti applicati ai parafanghi furono sostituiti dalla “b” di Bertone e sui montanti venne verniciata la scritta “Racer Team”. Nel pannello posteriore fu applicata la targhetta identificativa del modello Berlinetta.

Attenti allo scorpione! Anche Abarth dimostrò un interesse per la Fiat 850 Spider e al Salone di Francoforte del 1965 presentò la variante OT 1000, che con i suoi 62 CV di toccava 170 km/h. Il motore in tutte le varianti era un 982cc. Per la OTR vennero impiegati cilindri completamente modificati e una testata con una disposizione differente delle valvole, dovuta all’adozione dei nuovi alberi a camme gemellari. Ma, evidentemente non era abbastanza e così venne sviluppata la 1000 OTR con motore “radiale” da 74 CV e 175 km/h di velocità massima, proposta esclusivamente con il tetto rigido e prodotta in pochissimi esemplari.

In corsa. Per le competizioni vennero realizzate 200 OTS in variante Coupè, seguite da un ristretto numero di OTSS. I modelli da competizione erano equipaggiati con cambi a cinque marce e dal 1970 vennero dotati anche di iniezione Kugelfischer che ne elevò la potenza fino a quota 103 CV. Le 850 Abarth sono facilmente distinguibili per il radiatore posizionato nella parte anteriore, una soluzione necessaria per un miglior raffreddamento del motore e di conseguenza la griglia del radiatore. Oggi non è facile imbattersi in una OT 1000 Abarth. A fronte di un’esigua produzione, molti esemplari sono finiti Oltreoceano, dove si fecero apprezzare nelle competizioni contribuendo alla leggenda del marchio Abarth.

Questione di stile. Con i modelli Abarth si conclude la retrospettiva sulla Fiat 850 Spider, un modello che sin dal suo esordio ha conquistato per la linea e una base progettuale valida. Oggi quest’auto conquista per la sua immagine sbarazzina e una manutenzione molto semplice, ma è il suo stile anni 60 a far batter il cuore degli appassionati: lo stile non viaggia di pari passo con il blasone…

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