Quella sigla in corsivo sul montante nero della Fiat Coupé 2.0 Turbo 20V, è in realtà la firma su una delle auto più incredibili prodotte dal marchio torinese. Qualcosa che, se era sorprendente negli anni 90, adesso potrebbe essere catalogato quasi nella sezione "narrativa" di fantascienza. Non ci sarebbe più stata infatti un’altra Fiat così esagerata, nel look e nelle prestazioni.
Veloce come una Porsche. Introdotta sul mercato nel giugno 1996, la Coupé 2.0 Turbo 20V sfoderava il cinque cilindri in linea “Pratola Serra” di 2.0 litri, dotato non solo di turbocompressore Garrett e intercooler con overboost, ma anche di numerosi dettagli meccanici volti a esaltare la rotondità di funzionamento e l’allungo, come il tromboncino di aspirazione a effetto Venturi che migliorava la circolazione d’aria nel motore. Erano presenti anche alberi controrotanti di equilibratura e il risultato finale era una potenza massima di 220 CV - che sembravano molti di più - e, a ogni buon conto, proiettavano questa versione della Coupé Fiat a 250 km/h, con lo 0-100 coperto in 6,5 secondi.
Meccanica all’altezza delle prestazioni. Leggende metropolitane parlavano di esemplari spinti a 400 CV con relativa semplicità, cementando il mito di questa Fiat totalmente fuori dagli schemi. A fronte di prestazioni pazzesche, l’aspetto esteriore era in pratica il medesimo delle sorelle meno potenti, se si eccettua la presenza di cerchi di lega a quattro razze di disegno esclusivo, gommati 205/50R16. Opportunamente, gli ingegneri torinesi avevano provveduto a dotare la vettura di freni a disco autoventilanti Brembo da 305 mm all’avantreno e 251 mm al retrotreno, con Abs Bosch a 4 sensori, oltre al giunto viscoso Viscodrive, che limitava il pattinamento della ruota anteriore con minore aderenza.
Arriva la Limited Edition. Prima di uscire di scena nel 2000, la Fiat Coupé 20V Turbo spara le ultime cartucce, sotto forma di versioni speciali, che adesso sono particolarmente ambite dai collezionisti. La più affascinante forse è la Limited Edition del 1998, prodotta, sembra, in 1.600 esemplari (nonostante ne fossero previsti solo 300) e in cinque colori: grigio Vinci, nero pastello, rosso pastello, Chrono gray e grigio Steel. Era dotata di cerchi bruniti, pneumatici 225/45/16, barra a duomi Sparco, pedaliera e appoggiapiede di acciaio, sedili sportivi Recaro con uno speciale allestimento che prevedeva pelle nera e rossa estesa a volante, pomello cambio e pannelli porta. Per finire, pinze freno verniciate di rosso e kit aerodinamico con minigonne e splitter anteriore.
Versioni più ricercate. La versione "Plus" dell’anno seguente prevedeva, oltre alla selleria di pelle con cuciture rosse o bianche, climatizzatore manuale, strumentazione con fondo bianco e - optional per gli ultimi due anni di produzione - gli airbag laterali inseriti nei sedili Recaro. Le fine serie. denominate "MY ’99", avevano il cambio a 6 marce e i pneumatici maggiorati della Limited Edition, ma pinze freni non verniciate e sedili standard. Inutile dire che le versioni più accessoriate sono quelle più richieste e sotto i 25.000 euro è ormai difficile trovare un esemplare in buone condizioni, con quotazioni che difficilmente diminuiranno.