La Fiat Tempra compie 30 anni: presentata nel febbraio 1990, uscì di produzione nel 1997. Secondo modello del progetto “Tipo3”, condivideva il pianale con gli altri modelli di fascia intermedia del gruppo Fiat come la Lancia Dedra e l’Alfa Romeo 155.
La Fiat Tempra venne annunciata ufficialmente nel novembre 1989, in un momento storico cruciale: se la caduta di Berlino segnava una svolta per il futuro dell’Europa (e non solo…), la nuova berlina media rappresenta per Fiat un nuovo modo di intendere la progettazione e la produzione di autovetture. Infatti dopo il primo passo verso la produzione in “joint venture” con altri marchi per la “Tipo 4”, la Tempra Fiat avvia un processo di sinergie ancora più ampio: la linea venne affidata a I.D.E.A. Institute, mentre la produzione prevedeva impianti a Cassino (Fr), Betim (Brasile), Bursa (Turchia) e Ho Chi Minh (Vietnam), uno dei primi esempi di “World car” Fiat.
Sobrietà vincente. La Fiat Tempra proposta sia con carrozzeria berlina (3 volumi classica, 4 porte) che familiare, Tempra S.W., si inserisce in quello che, nei primi anni 90, era il segmento più combattuto del mercato automobilistico: quello delle berline di fascia media e medio-alta. La Tempra riscuote un buon successo grazie alle dotazioni e alla comodità da berlina di classe superiore, proposte a un prezzo concorrenziale. Lo stile sobrio, vagamente formale, richiamava l’immagine moderna della “sorella minore” Tipo, soprattutto nel frontale e negli interni. L’ottima abitabilità, superiore a tutte le auto concorrenti, e una capacità di carico da record decretarono ottimi risultati di vendita sia per la berlina che per la familiare. Come altre familiari Fiat, anche la Tempra S.W. offriva la comoda ribaltina per agevolare le operazioni di carico del bagagliaio (550/1600 litri). I propulsori della Fiat Tempra erano in condivisione con la Tipo e la Dedra, ma al contrario della “cugina” Lancia, la Tempra montava anche motori a carburatore: i modelli di accesso, 1.4 e 1.6, (ripettivamente da 1372 cc e 1581 cc), usciti di scena nel 1993 con l’entrata in vigore della normativa anti-inquinamento Euro 1. Fino al 1992 i motori a carburatore 1.4 e 1.6 erano affiancati dalle versioni a iniezione elettronica Singlepoint. I motori a carburatore però erano più potenti, ad esempio la 1.6 carburatore erogava 86 cv contro i 75 della 1.6 i.e. . La trasmissione era manuale a 5 rapporti su tutte le versioni. A richiesta, due trasmissioni automatiche: un cambio a variazione continua equipaggiava la “Tempra 1.6 Selecta” , (già sperimentato su Fiat Uno, Panda, Ritmo e Tipo), mentre per le 2.0 era disponibile un tradizionale cambio automatico con convertitore di coppia.
Nuovi contenuti. Al Salone di Ginevra del 1992 venne presentata la versione 4×4 della Fiat Tempra S.w. . La dotazione di serie era molto ricca, e dalla 1.6 in su, tutti gli allestimenti offrivano servosterzo e alzacristalli elettrici anteriori. Solo sulla 1.4 base, il servosterzo era optional. La lunga lista degli accessori opzionali era confacente a una berlina del segmento superiore: alzacristalli elettrici posteriori, fendinebbia, tergilunotto, cerchi in lega, climatizzatore (anche a controllo elettronico) e computer di bordo. Curiosamente, Fiat aveva sviluppato tre tipi di ABS: il primo destinato ai modelli meno performanti (1.4 e 1.6), agiva solo sulle ruote anteriori; l’altro, disponibile su 1.8, 2.0 e 1.9 TD interveniva su tutte le ruote, mentre per la Tempra 4×4 era di serie uno speciale impianto ABS a 6 sensori, derivato dalla Delta Integrale. La dotazione di sicurezza, solo sulla 4×4, era accompagnata da una scocca ad assorbimento a deformazione programmata, piantone snodabile collassabile e barre d’acciaio di rinforzo nelle portiere anteriori. Le dotazioni di sicurezza, prerogativa della 4×4 vennero estese a tutta la gamma nel 1993, in ocasione del restyling. Alcuni optional, come il climatizzatore vennero integrati nella dotazione di serie delle versioni di punta della gamma come le 1.8 SLX e le 2.0 “Suite”. Sull’allestimento intermedio “SX” era disponibile la strumentazione digitale, proposta inizialmente sulla Tipo, risultò molto apprezzata anche sulla Tempra. Di nuova progettazione il volante ad assorbimento d’urto, che può essere abbinato all’airbag. Importante l’introduzione dell’ iniezione Multipoint sul motore 1.6 i.e. che raggiunge i 90 cv. Per l’occasione viene presentato l’allestimento “Liberty”, proposto fino al 1996. Nel 1994, Fiat introdusse su Tempra, Tipo e Punto anche lo speciale allestimento HSD (High Safety Drive) che pone l’accento sulla sicurezza. Su questi modelli, oggi rarissimi, troviamo: ABS a quattro canali, airbag lato guida, pretensionatori per le cinture di sicurezza anteriori, poggiatesta sia anteriori che posteriori e correttore dell’assetto fari. La commercializzazione in Europa della Fiat Tempra cessò nella primavera del 1997, sostituita dalla Fiat Marea. (Quest’ultima ereditava pianale e parte della meccanica della Tempra). In Turchia, Brasile ed Egitto, la Tempra è stata prodotta fino al 2001.
La prova di Quattroruote. La Fiat Tempra si presentò subito come un’auto parsimoniosa e affidabile. Il 1.4 e il 1.6 i.e. erano capaci di lunghe percorrenze con un consumo ridotto, favorito anche da un serbatoio molto capiente: 63 litri per la berlina e 70 litri per la Station Wagon. L’autonomia media della 1.6 i.e. da 75 cavalli si aggirava intorno ai 920 km (circa 14 km/l). Questo era possibile anche per via di un’aerodinamica favorevole (Cx di 0,297) che si traduceva in un assorbimento di soli 17,2 cv a 100 km/h. Tra le berline dell’epoca il miglior risultato in assoluto. Nella prima prova su strada di Quattroruote (marzo 1990) la Tempra, motorizzata col 1.6 a a carburatore da 84 cv raggiunge i 177 km/h di velocità massima, un risultato molto buono considerata la stazza dell’auto e la potenza limitata del motore. L’auto evidenzia una tenuta di strada sicura improntata al comfort, che si evince da un sottosterzo marcato, questo tuttavia risulta gestibile facilmente anche sul bagnato. Lo sterzo, leggero in manovra perde precisione in velocità e richiede spesso correzioni. Il motore garantisce prestazioni adeguate, coadiuvato dalla coppia disponibile sin dai bassi regimi e dalla giusta spaziatura delle marce, accompagnate da un cambio con innesti morbidi. La frenata è modulabile e garantisce spazio d’arresto corretti, ma la resistenza è migliorabile. L’assorbimento delle sospensioni è apprezzabile, mentre lo smorzamento degli ammortizzatori risente delle oscillazioni del corpo vettura sulle ondulazioni. Il rollio è piuttosto accentuato, e l’auto nei bruschi rilasci dell’acceleratore può innescare allargamenti della traiettoria, complice un riallineamento tardivo del volante.
La Tempra brasiliana. In Europa il motore più potente disponibile sulla Fiat Tempra era il 1995 cc da 113 CV che, che in linea con il carattere del modello, era tutto fuorchè sportivo. Contrariamente alle concorrenti, sulla Tempra non venne mai proposta una versione ad alte prestazioni, magari sulla falsariga della Tipo 1.8 16v o GT. Per il Brasile, invece, la Fiat Tempra era proposta con motori e allestimenti inediti, oltre alla 2.0 i.e. 8v, era disponibile la variante 16v, poi denominata HLX. Quest’ultima era spinta da un motore 2.0 16v da 136 cv derivato dalla Fiat Croma. Il modello più interessante, in questo caso, è la “Tempra Turbo”. Il modello di punta della produzione brasiliana proponeva una formula non più utilizzata in Europa: berlina 3 volumi con sole 2 porte. Il motore era il 2.0 Turbo 8v da 165 CV della Dedra Turbo, sovralimentato da un turbocompressore Garrett, che consentivano di accelerare da 0 a 100 km/h in 8 secondi, con una velocità massima di 200 km/h. Rispetto al modello europeo, troviamo quindi una carrozzeria diversa per tipologia e dettagli: i retrovisori esterni sono simili a quelli della Lancia Thema 1ª serie, i fendinebbia più vicini, la mascherina anteriore simile a quella della Tipo 2ª serie e la serratura del cofano bagagli posta al di sopra della targa, anziché sotto. A completamento del corredo, i cerchi in lega e lo spoilerino posteriore; per quanto riguarda il telaio, l’aggiornamento principale consisteva in una sospensione posteriore simile a quella adottata dalla Lancia Prisma.