Gran Sport Quattroruote, un'Alfa Romeo da copertina - Ruoteclassiche
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04/07/2018 | di Alberto Amedeo Isidoro
Gran Sport Quattroruote, un’Alfa Romeo da copertina
L'Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote nasce alla metà degli anni Sessanta da un'idea di Gianni Mazzocchi, storico direttore ed editore della rivista Quattroruote. L'obbiettivo è rinverdire i fasti di una delle Alfa Romeo più iconiche degli anni Trenta, la 6C 1750 GS
04/07/2018 | di Alberto Amedeo Isidoro

L'Alfa Romeo Gran Sport Quattroruote nasce alla metà degli anni Sessanta da un'idea di Gianni Mazzocchi, storico direttore ed editore della rivista Quattroruote. L'obbiettivo è rinverdire i fasti di una delle Alfa Romeo più iconiche degli anni Trenta, la 6C 1750 GS

Raffinata, scattante e griffata: nel 1966 la Gran Sport Quattroruote-Zagato, al prezzo di 2.360.000 lire, si posiziona tra la nuovissima "Duetto" (leggermente più economica) e la Giulia Sprint GTC.

Il guizzo di un editore visionario. Il primo prototipo della vettura vede la luce già il 17 aprile 1965 al Saloncino dei Carrozzieri di Torino; l'idea di far rivivere la spider bella e vincente che aveva dominato la scena 34 anni prima nasce ai piani alti della redazione di Quattroruote, all'epoca nel cuore di Milano, in via Monte di Pietà. L'editore e direttore Gianni Mazzocchi ha le idee chiare: produrre una vettura esclusiva, destinata a un ristretto pubblico di appassionati e in grado di regalare emozioni d'altri tempi.

Classica moderna.Un perfetto esempio di retro design, diremmo oggi. Ma se la carrozzeria di Zagato ripropone in larga parte gli stilemi della vettura anni Trenta, sotto al cofano batte un cuore moderno e tecnicamente all'avanguardia: il bialbero della Giulia TI da 90 CV abbinato a un cambio modificato, con una rapportatura più corta. Il telaio, di partenza, è quello della Giulia Spider, che viene allungato di 35 centimetri per allestire la scocca in stile retrò. Le sospensioni sono di serie, mentre i freni sono quelli a tamburo della Giulietta.

Fedele all'originale. La carrozzeria di Zagato, realizzata in alluminio, si ispira a quella da lui stesso plasmata trent'anni prima. Le modifiche apportate si contano sulle dita di una mano, e sono tutte imposte dalla meccanica moderna: le carreggiate si allargano e la guida viene spostata a sinistra.

Un'Alfa per pochi.Il bagagliaio poco capiente, l'abitacolo eccessivamente spartano (interni in pelle e volante in legno sono a richiesta) e l'isolamento dagli agenti atmosferici pressoché inesistente ne fanno un'auto da usare col contagocce. I volumi produttivi saranno limitatissimi: saranno appena 93 alla fine del 1967 gli esemplari venduti dalla rete Alfa Romeo e dalla redazione di Quattroruote. Nella gallery a corredo dell'articolo vi presentiamo un esemplare diGran Sport Quattroruote-Zagato venduto all'asta da RM Sotheby's nel 2016 per 126.500 dollari. Ben oltre il valore della quotazione massima attribuito al modello dagli esperti di Ruoteclassiche, che si attesta attorno ai 60.000 euro.

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