Honda Beat: una spider in formato tascabile - Ruoteclassiche
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17/11/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla
Honda Beat: una spider in formato tascabile
Nel 1991 debuttava la Honda Beat: una piccola spider del segmento "Kei", disegnata da Pininfarina.
17/11/2021 | di Giancarlo Gnepo Kla

Nel 1991, Honda presentava la Beat: una divertentissima Kei car con carrozzeria apribile, disegnata da Pininfarina.

Tra il 1986 e il 1991 la bolla speculativa nel mercato azionario portò ad una vorticosa crescita economica del Giappone. Tuttavia, nei primi anni 90, la recessione dell’economia mondiale sancì la fine della Bubble Economy. Sul fronte automotive, il segmento delle utilitarie giapponesi ebbe un nuovo slancio: apparvero così delle nuove sportive di piccola taglia, appartenenti alla tipologia Kei: auto di dimensioni ridotte (massimo 3,4 m) pensate per il mercato interno, con cilindrata inferiore ai 660 cc. Tra le protagoniste assolute di questo segmento, ricordiamo la Suzuki Cappuccino, la Mazda Autozam AZ-1 e la Honda Beat.

La personalità non le mancava. La Honda Beat fu l’ultimo modello approvato dal fondatore della Casa Soichiro Honda e, nei cinque anni di produzione, risultò una delle auto più apprezzate della sua categoria. La linea, pulita e grintosa, venne definita dal Centro Stile Pininfarina e seguiva i canoni del periodo; l’interno faceva propri richiami “postmoderni”, a partire dalla decontestualizzazione di elementi come la strumentazione a tre indicatori, d’impronta motociclistica o i vistosi rivestimenti in tessuto zebrato.
Pensata nell’ottica del piacere di guida e della leggerezza, la spiderina giapponese era equipaggiata con una capote ad apertura manuale. Anche la ripartizione dei pesi, 43% all’anteriore e 57% al posteriore riprendeva l’impostazione delle sportive, così come il diametro differenziato delle ruote: 13 pollici all’anteriore e 14 al posteriore.

Una mini sportiva.
Considerate le dimensioni, la Honda Beat poteva ospitare due soli occupanti. Il motore era montato in posizione centrale e per questo, nella vista laterale, spiccavano le prese d’aria sulle fiancate. Il propulsore, di soli 656 cc, adottava l’avanzato sistema MTREC (Multi Throttle Responsive Engine Control), con corpi farfallati individuali per ciascuno dei tre cilindri. L’unità poteva erogare 63 CV a 8100 giri/min, sufficienti a garantire alla Beat una grande reattività e prestazioni brillanti. Tuttavia, nel rispetto delle norme giapponesi, la velocità massima era limitata elettronicamente di 135 km/h. Per la trasmissione era disponibile solo il cambio manuale.

Le speciali. Di rilievo anche la dotazione, inclusiva di climatizzatore ed alzacristalli elettrici mentre, a richiesta, era disponibile l’airbag per il conducente. Non sono mancate diverse edizioni limitate: la Version F presentata nel febbraio 1992 in Aztec Green Pearl e i cerchi in lega; la Version C del maggio ’92 con livrea Captiva Blue Pearl e cerchi in lega bianchi, seguita un anno dopo dalla Version Z, disponibile in Blade Silver Metallic o Evergrade Green Metallic e caratterizzata dalla strumentazione scura, paraspruzzi, spoiler posteriore, terminale di scarico cromato e cerchi in lega.

Spider da record. La Honda Beat totalizzò oltre 33.000 esemplari, uscendo di produzione nel 1996 senza eredi dirette. Questo la rese in breve tempo un modello cult per molti amanti delle sportivette giapponesi (e non solo). Soltanto nel 2015, quasi vent’anni dopo la sua uscita di scena, Honda ha presentato una nuova sportiva nel segmento Kei car: la S660, un modello che omaggia la tradizione delle piccole spider giapponesi degli anni 60 e l’antenata Beat degli anni 90.
Il 9 maggio 2010 la Honda Beat è anche entrata nel Guinnes World Record. Quel giorno, il circuito Twin Ring Motegi ha ospitato l’annuale incontro dei proprietari di Honda Beat e, con ben 569 esemplari, il meeting si è configurato come la più grande parata di vetture Honda della storia. Il record è stato poi riportato nell'edizione 2011 del volume Guinness World Record.

Caccia alla Beat. La Honda Beat è stata venduta esclusivamente in Giappone, per questo trovare una Beat in Italia è un’impresa più che difficile. La via più semplice è guardare Oltremanica, dove il modello ha avuto una diffusione maggiore per via della secolare predilezione anglosassone per le spider (oltre al dettaglio, non trascurabile, della sola guida a destra). Buona ricerca e qualora ne trovaste una fatecelo sapere!

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