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02/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche
IL NOME DELLA ROSA
A Ginevra fu eletta reginetta di un concorso d’eleganza. Vinse il premio “Rosa d’Oro”, che subito ne identificò la serie. Il telaio a passo lungo era un difficile punto di partenza per un vettura sportiva, che rischiava di risultare sbilanciata da una coda troppo lunga. Questo è probabilmente l’unico esemplare rimasto.Esordì nel ’51 ai Saloni […]
02/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche

A Ginevra fu eletta reginetta di un concorso d'eleganza. Vinse il premio "Rosa d'Oro", che subito ne identificò la serie. Il telaio a passo lungo era un difficile punto di partenza per un vettura sportiva, che rischiava di risultare sbilanciata da una coda troppo lunga. Questo è probabilmente l'unico esemplare rimasto.

Esordì nel '51 ai Saloni dell'auto di Parigi e di Londra e l'anno seguente proseguì la tournée a Bruxelles e a Ginevra. Se l'aggiudicò una gentildonna milanese che però, scontenta della livrea verde scuro con padiglione avorio scelta da Pinin Farina, la fece riverniciare in bianco avorio col padiglione nero. La espose poi al concorso d'eleganza che si svolgeva a Ginevra nell'ambito della "Semaine de la Rose": l'"Aurelia" vinse il trofeo "Rosa d'Oro" e da allora si fregiò di questo titolo.

La "Rosa d'Oro" passò alcuni anni a Palermo con un nuovo proprietario, che la riverniciò blu e avorio; rivestita di manifesti, partecipò a Firenze a una campagna elettorale e finì in un garage. Dopo molti anni un appassionato, che ne aveva capito il valore storico, l'acquistò e ne avviò il restauro.

Probabilmente è l'unico esemplare superstite di una serie limitatissima, una testimonianza preziosa della maestria di Pinin Farina. Non era facile, infatti, disegnare una coupé su un telaio a passo lungo come quello della "B50": Pinin Farina dissimulò lo slancio posteriore sotto un lunotto avvolgente che si allunga fin sull'asse delle ruote. Nel luminoso abitacolo sono sistemate due comode poltrone e, grazie alla lunghezza del passo, due posti posteriori, più virtuali che reali.

La sensazione di spaziosità è dovuta al fatto che la leva del cambio è al volante e che non c'è il solito tunnel (la scatola del cambio è in blocco col differenziale). Il cruscotto bicolore e la selleria in pelle Connolly giocano un ruolo di grande distinzione.

L'"Aurelia Rosa d'Oro" attesta la validità del binomio Pinin Farina-Lancia: la prima era in grado di realizzare carrozzerie impareggiabili per classe ed eleganza, la seconda di proporre soluzioni tecniche d'avanguardia, come il primo V6 al mondo prodotto in serie, le sospensioni a ruote indipendenti o il già citato cambio al retrotreno.

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