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01/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche
IN MEZZO A UNA STRADA
Il museo Alfa Romeo di Arese la sloggiò nell’87: non era abbastanza bella da essere esposta al pubblico e neppure abbastanza preziosa da essere restaurata. Meglio così, perché oggi è tornata a correre: la meccanica è stata sostituita con quella, quasi identica, della berlina “1900 TI Super”.C’è un posto vuoto al museo Alfa Romeo di […]
01/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche

Il museo Alfa Romeo di Arese la sloggiò nell'87: non era abbastanza bella da essere esposta al pubblico e neppure abbastanza preziosa da essere restaurata. Meglio così, perché oggi è tornata a correre: la meccanica è stata sostituita con quella, quasi identica, della berlina "1900 TI Super".

C'è un posto vuoto al museo Alfa Romeo di Arese.È quello lasciato dalla "1900 Cabriolet", disegnata da Pietro Frua e costruita dalla carrozzeria elvetica Ghia Aigle, che debuttò al Salone di Ginevra del 1958.

Questa cabriolet, dalla linea sobria ed elegante, rimase esemplare unico e se ne persero le tracce. Non sappiamo quando la "1900" venne acquisita dal museo Alfa Romeo, dove rimase fino al 1987. A quel punto fu deciso di metterla in vendita insieme ad altre vetture ritenute "non strategiche" per la storia della Casa. Si fece avanti Mario Righini, collezionista bolognese, che a sua volta la cedette.

Questi ne avviò il restauro, facendo sverniciare e risanare la carrozzeria, restauro che fu completato dal proprietario successivo, Bruno Galafassi, collezionista reggiano. Vennero rifatte le cromature, restaurate le ruote Borrani da 15 pollici con sostituzione dei raggi, ricostruita la capote, smontato completamente il motore e revisionata la testa cilindri, per un costo complessivo di 30.000 euro. Il motore, oggi, è il quattro cilindri di 1975 cm³ della berlina "1900 TI Super": due alberi a camme in testa, testate emisferiche, 115 CV SAE a 5500 giri.

Al volante della vettura si siede Marco Ramenzoni, che ha materialmente seguito il restauro. La sua guida è pulita, rispettosa della meccanica, da intenditore: "È vero che non ha un bel cambio, ma è questione di mano. I sincronizzatori lavorano poco: se tieni una guida sportiva e vuoi essere sicuro che le marce entrino, devi scalare con la doppietta. Lo sterzo ti sembra duro? Sei stato viziato dal servosterzo: a me sembra leggero e preciso. Questa è un'Alfa '1900', con tutti i pregi e difetti della '1900' ma, in ogni caso, era dieci anni avanti a tutte le auto dell'epoca. Motore, sospensioni ,affidabilità, consumo, prestazioni: tutto è al vertice. Relativamente, s'intende, al 1958".

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