Poche innovazioni hanno contribuito alla sicurezza stradale e alle auto così come le conosciamo oggi quanto i fanali. Audi espone una serie di vetture del suo passato per ripercorrere i gradini dello sviluppo della tecnologia dei proiettori
Ci sono dettagli, nelle automobili, che saltano subito agli occhi. Quanti di noi appassionati si ricordano, da bambini, quali erano i particolari da cui riconoscere una macchina? Gli specchietti, le portiere e… i fari. Proprio sull’evoluzione dei fanali è incentrata la mostra organizzata da Audi dal 18 novembre 2022 al 4 giugno 2023 all’Audi Museum Mobile di Ingolstadt. Il nome dell’esposizione è “The Speed of Light” (la velocità della luce) e ripercorre le tappe fondamentali dell’evoluzione dei proiettori dei Quattro Anelli.
Dai pionieri. Le automobili tracciano le loro origini da carri e carrozze e, allo stesso modo, la loro illuminazione ha mosso i primi passi con candele e paraventi. Queste non fungevano da veri e propri proiettori, al contrario, erano più delle rudimentali luci di posizione. Con l’avvento della velocità però non era più sufficiente segnalare la propria posizione nella carreggiata, serviva qualcosa che permettesse al conducente di vedere ciò che lo circondava. Nacquero così le lampade ad acetilene prima e, con l’avvento della corrente elettrica, i primi fari con lampade integrate poi. La prima pietra miliare in questo senso fu la “Bosch Licht” del 1913. Nel 1924 un’altra innovazione fece salire di un nuovo gradino la tecnica del settore: la lampada Bilux permetteva, per la prima volta, di integrare nello stesso faro luci normali e abbaglianti.
Fino ai giorni nostri. L’illuminazione è sempre stato un settore di frontiera nella sicurezza stradale e così, al crescere delle prestazioni, seguivano incrementi di potenza e funzionalità dei fanali. Nel 1994 compare sull’Audi A8 una primizia: i primi fari allo xeno. Il principio di funzionamento è molto semplice: la corrente elettrica viene fatta passare attraverso del gas, lo xeno appunto, che, illuminandosi analogamente a una lampada neon, diffonde una luce più intensa e uniforme fino ai limiti del campo visivo. Con l’avvento del ventunesimo secolo Audi fu uno dei primi costruttori a intuire il potenziale della tecnologia dei diodi emittenti luce. Così nel 2004 sull’A8 W12 compaiono i fari con componenti Led che lasciano il posto, nel 2008, a unità interamente Led, montate per la prima volta sulla R8, la supersportiva di Ingolstadt. Nel 2014 un’altra anteprima globale compare su un modello Audi: gli abbaglianti con principio di funzionamento laser.
Fiat lux. Anzi... Audi lux. La mostra inizia il suo viaggio con una Audi Type C del 1919 con fari ad acetilene; segue una Horch 10/50 PS del 1925, una delle prime con illuminazione a elettricità. Poi un’altra Horch, una 850 Cabriolet del 1936, con i Bilux. Passando al dopoguerra, fa bella mostra una DKW F91 del 1954 con fendinebbia gialli dal sapore molto francese. Poi una Audi 80 GTE del 1986 che racchiude, all’interno dei doppi proiettori frontali, fari con lampade alogene. Avvicinandosi ai giorni nostri poi compaiono una R8 LMX del 2014 con tecnologia laser e una A8 del 2017 con le unità HD Matrix Led. La mostra “The Speed of Light” sarà disponibile, oltre che fisicamente, anche dall’applicazione “Audi Tradition App” che fungerà anche da accompagnamento alla mostra fisica di Ingolstadt.