La lettera aperta di Alberto Scuro (Asi) a Ruoteclassiche - Ruoteclassiche
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20/12/2019 | di Redazione Ruoteclassiche
La lettera aperta di Alberto Scuro (Asi) a Ruoteclassiche
Il presidente dell'Asi, Alberto Scuro, ha inviato al nostro direttore, David Giudici, una lettera aperta, che condividiamo volentieri con i nostri lettori
20/12/2019 | di Redazione Ruoteclassiche

Il presidente dell'Automotoclub Storico Italiano, Alberto Scuro, ha inviato al nostro direttore, David Giudici, una lettera aperta, che contiene precisazioni e commenti su alcuni articoli che sono stati pubblicati sul sito e sulla rivista e che condividiamo volentieri con i nostri lettori.

LETTERA APERTA A DAVID GIUDICI, DIRETTORE DI RUOTECLASSICHE
Egregio Direttore,
Le scrivo questa lettera aperta perché, visto quanto da Lei riportato prima sul sito, nella news del 29 novembre, e poi nell’editoriale di dicembre della rivista Ruoteclassiche, ritengo necessario fare qualche precisazione. Le chiederei, cortesemente, di voler pubblicare questa mia come diritto di replica alle informazioni che Lei ha dato.

Due precisazioni.
1. Lei ha scritto che non corrisponde al vero quanto da me affermato e cioè che quattro Enti certificatori su cinque sono contrari a compilare una “Lista” di veicoli certificabili come storici. Le confermo invece che è così. L’unico a favore è il RIAR (Registro Italiano Alfa Romeo). Il documento sottoscritto durante la riunione dell’Heritage Day del 12 giugno era solo una “bozza” e la firma era stata chiesta come segno di disponibilità a continuare il dialogo sulla stessa e su altri argomenti. Essendo persona che tenta sempre di dialogare ero quasi tentato di metterla anch’io… Allego il frontespizio del documento firmato il 12 giugno - di cui Lei aveva pubblicato solo l’ultima pagina con le firme - sul quale si legge chiaramente il termine “bozza”. Sostenere che quelle firme corrispondessero ad una presa di posizione dei singoli Enti non è una fotografia di quanto successo. Allego anche le dichiarazioni scritte che ho chiesto a Registro Fiat Italiano e Lancia Club per chiarire le loro posizioni. Mi hanno entrambi dato l’autorizzazione a renderle pubbliche. E’ da tempo nota la posizione dell’FMI (Federazione Motociclistica Italiana) che, tramite delibera dell’organo direttivo, si è dichiarato contrario alla “Lista”.

2. Alla riunione dell’Heritage Day del 12 giugno avevo partecipato, per la prima volta, come presidente ASI. Dopo aver ascoltato Roberto Giolito e Angelo Sticchi Damiani ho fatto presente che mi sembrava alquanto strano che si parlasse di quanti autoveicoli circolano in Italia, di quanti fossero quelli vecchi, di quanti fossero quelli ventennali, di come fossero distribuiti per regione, di quanti e quali sarebbe stato giusto ritenere degni di poter diventare storici, ecc... Nessun dato, invece, su quanti e quali fossero gli autoveicoli storici in Italia. Nessun dato sulla reale entità del fenomeno che dal 2018 l’Heritage Day si era posto l’obiettivo studiare. Se si vuole studiare una qualsiasi cosa ed arrivare a conclusioni oggettive, prima di tutto si valutano le reali dimensione del fenomeno e, solo dopo, le si confrontano con altri parametri. I numeri reali da analizzare nel dettaglio, riportati ad oggi, sarebbero i seguenti: i veicoli che alla Motorizzazione risultano circolanti in Italia sono 56 milioni, quelli ultraventennali 12 milioni; quelli a cui ASI ha rilasciato un CRS (emessi dal 2009, anno di entrata in vigore di questi certificati), quindi storici, meno di 400.000 (di questi non si sa quanti siano ancora in Italia e quanti circolanti). Parlando di autoveicoli, 7 milioni gli ultraventennali circolanti e meno di 300.000 le certificazioni rilasciate da ASI in 10 anni (da quando tale documento è nato); non sappiamo però quanti di questi veicoli ancora circolano e quanti siano in Italia. Parlando solo di autoveicoli “ventennali” sui 4,6 milioni di circolanti sono 38.000 quelli certificati e registrati alla Motorizzazione come “storici” (al 2 dicembre 2019): meno dell’1%. Questo nonostante il fatto che da gennaio sia nuovamente in vigore una tutela fiscale per gli stessi. Numeri che rappresentano percentuali minime del parco circolante, sia totale che anziano. Avevo fatto presente tale anomalia e mi ero reso disponibile a organizzare una riunione presso la sede ASI di Torino per rivalutare il fenomeno dalla giusta angolazione. Ho successivamente soprasseduto perché mi è stato riferito che non era ritenuta opportuna. Per me non aveva alcun senso forzare la mano in quanto mi ero già riunito, sempre in giugno, con i rappresentanti degli Enti certificatori (tutti presenti tranne il RIAR) e avevo le idee chiare sulle rispettive posizioni e sulle motivazioni.

Un commento.
Nel mondo delle auto storiche c’è “acqua alta” come dice Lei? Non ne sono così sicuro. Vedo il mondo dell’associazionismo, che è quello in cui vivo, sempre più forte, convinto e orgoglioso del percorso che ASI sta facendo. Vedo che l’interesse generale della gente verso il nostro mondo continuare a salire e il numero e degli appassionati, anche giovani, crescere. Quello che so con assoluta certezza è che non sarà certo la “Lista” - che mi sembra stia diventando un tormentone tutto italiano - a risolvere i problemi del motorismo storico, del ricambio del parco veicolare anziano nazionale, dell’impatto ambientale dei veicoli e della sicurezza stradale. Sono cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Lo dicono i numeri: basta voler analizzare quelli veri. Sono altresì convinto che il nostro mondo, come tanti altri, pur essendo un magnifico volano di passione e valori positivi non sia certo perfetto; molte cose possono essere migliorate e altre corrette: su queste stiamo seriamente lavorando. La maggioranza degli Enti certificatori non condividono la “Lista” perché non la ritengono giusta, non la ritengono costituzionalmente corretta, perché saremmo l’unico Paese europeo ad applicarla, perché non è condivisa dalla FIVA (Federazione Internazionale dei Veicoli Storici) e non è prevista dalle direttive europee che riguardano i veicoli storici. Sinceramente mi sembra che i motivi per non condividerla ci siano. Siamo dell’idea che dell’elenco di veicoli storici registrati alla Motorizzazione è giusto facciano parte tutti i singoli esemplari che hanno le caratteristiche di originalità che ci permettano di individuarli quali testimoni della loro epoca.
Certificare in base alla “Lista” sarebbe sicuramente una strada tecnicamente semplice perché un grosso filtro verrebbe fatto già a monte. La strada di certificare correttamente ogni singolo veicolo è sicuramente più complessa ma riteniamo più giusta, ed è quella che abbiamo deciso di continuare a percorrere attraverso le procedure che il nuovo governo ASI ha previsto in accordo con la Motorizzazione. Tutto questo ci è consentito grazie alla rete di passione rappresentata dai Club federati sparsi su tutto il territorio nazionale e da tutti i volontari che operano nel nostro ambito. Il mondo di associazionismo che noi rappresentiamo insieme ad FMI e Registri Storici è un insostituibile volano di passione, cultura, promozione territoriale e indotto; migliaia sono le iniziative di ogni tipo che annualmente vengono messe a disposizione degli appassionati per vivere il motorismo storico. E’ un mondo in cui le guerre sarebbe bene non trovassero spazio.
Sperando che al più presto le turbolenze potranno essere considerate acqua passata, colgo l’occasione per porgerLe i miei più Cordiali saluti e gli auguri per le prossime festività.
Torino, 20/12/2019

Il presidente
Alberto Scuro

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