Nel giorno di Pasquetta di 70 anni fa, il 10 aprile del 1950, l’ultimo trionfo del Mantovano Volante coincise con la nascita del mito Abarth. Alla gara in salita del Monte Pellegrino a Palermo, Nuvolari vinse la categoria 750-1100 cc sulla 204A con lo Scorpione sul cofano.
In molti si ricordano le origini di pilota automobilistico di Nuvolari, la prima vittoria alla Coppa di Verona nel 1921, sulla Ansaldo 4CS di famiglia. Oppure il rocambolesco trionfo del Circuito del Tigullio del 1924 quando il Mantovano Volante portò al traguardo la sua Bianchi Tipo 18 ridotta quasi a un rottame, causa cappottamento. Tuttavia, anche l’ultima vittoria di Nuvolari è significativa, perché diede inizio al mito Abarth e accadde proprio 70 anni fa, il 10 aprile del 1950, giorno di Pasquetta. Il grande campione chiuse la sua carriera agonistica trentennale al volante dell’Abarth 204A, il primo modello costruito da Carlo Abarth. Accadde in Sicilia dove Nuvolari aveva trionfato due volte consecutive nella Targa Florio del 1931 e ‘32. Stavolta a Palermo si correva la cronoscalata che dal capoluogo siciliano portava al santuario dedicato a Santa Rosalia, sul Monte Pellegrino. Una salita ripida e suggestiva, caratterizzata da molti tornanti lastricati in pavé. Al via della decima edizione della “Monte Pellegrino” si era schierata anche la “Squadra Carlo Abarth”, con Nuvolari al volante della Abarth Cisitalia 204A, una biposto da corsa con motore elaborato di 1.100 cc. A 58 anni suonati, sfinito e sofferente ai polmoni, Nivola affrontò il tracciato con la grinta di sempre e vinse la sua categoria (750-1.100 cc) con un 5° posto assoluto. Un risultato di tutto rispetto, se si considera che le prestazioni della Abarth erano assai inferiori rispetto alla Ferrari 166 MM di Luciano Musso, vincitore della generale davanti all’altra Ferrari 166 SC guidata da Luigi Chiaramonte Bordonaro.
Il sodalizio. L’amicizia tra Carlo Abarth e il grande campione era nata nel primo Dopoguerra quando Nuvolari correva per la Cisitalia dell’industriale torinese Piero Dusio, della quale Abarth dirigeva la squadra corse. Quando Dusio cedette al viennese le auto da competizione per emigrare in Argentina, Abarth potè contare sulla collaborazione di Nuvolari, che si prestò anche a svolgere il ruolo di testimonial per i kit di trasformazione del cambio al volante e delle marmitte. Il campione era al tramonto, ma sempre popolarissimo grazie alle 55 vittorie nei Gran premi internazionali e nelle più importanti corse su strada.
I successi dello Scorpione. “La domenica in pista, lunedì in ufficio” era lo slogan preferito di Abarth. Grazie ai suoi kit sportivi Abarth, molte utilitarie si trasformavano in macchine da corsa del fine settimana consentendo a molti giovani piloti di cimentarsi con successo nelle competizioni. La squadra ufficiale era vincente soprattutto in pista e nelle corse in salita, con le berlinette e le sport. Dopo questa famosa vittoria di Nuvolari, Abarth vinse per 6 volte consecutive il Campionato mondiale Marche, dal 1962 al 1967, il Campionato Europeo Sport Prototipi del ’72 con Arturo Merzario, 4 edizioni del Campionato Europeo Turismo (1965, ‘66’, ’67 e ’69).
Sempre più su. La storia dei grandi successi del marchio dello Scorpione proseguì a partire dagli anni Settanta nei rally, con la conquista da parte della Fiat 131 Abarth Rally di 3 campionati mondiali Costruttori nel 1977, ’78 e 1980, di un campionato Mondiale Piloti nel 1980 con il tedesco Walter Rohrl, di una Coppa FIA Piloti nel 1978 con il finlandese Markku Alen. A questa importante serie di vittorie si aggiungono i 7 campionati Europeo Rally conquistati tra il 1975 e il 2011 e la Coppa FIA R-GT vinta nel 2018 e nel 2019 dall’Abarth 124 rally. Tornando alla salita al Monte Pellegrino, la gara confermo ancora fino alla metà dei Settanta di essere la palestra preferita per i giovani talenti palermitani. Proprio nell’edizione del 1950 si mise in luce per la prima volta Nino Vaccarella, il “Preside Volante” che agli appassionati siciliani avrebbe dato così tante soddisfazioni nei trent’anni successivi.
Il mistero 204. Una curiosità: la stessa Abarth 204A di Nuvolari fu riportata al Monte Pellegrino nel 2012 dal collezionista argentino Sergio Lugo, dopo un lungo restauro durato tre anni. Lugo l’aveva acquistata nel 1978 senza sapere che fosse proprio “quella”. Solo vedendo alcuni filmati dell’Istituto Luce che descrivevano con grande precisione tutte le modifiche richieste da Nuvolari all’auto che avrebbe usato per la sua ultima gara in Sicilia, Lugo ebbe la consapevolezza di essere il fortunato possessore della prima di una lunga stirpe di Abarth vincenti. Alla vettura nel 2011 è stato dedicato il libro “Il mistero 204 – la prima Abarth – l’ultima Cisitalia – Nuvolari la vittoria finale”, scritto dallo stesso Lugo con Alessandro Scagliarini e Mario Simoni per i tipi della Angelini.