Come una brillante descrizione sul catalogo d’asta può strappare prezzi superiori alla media. L’esempio di una Ferrari Dino 246 GT in condizioni drammatiche venduta nel Regno unito.
Vendere è un’arte. Lo sanno bene le case d’asta, che nei loro cataloghi sono bravissime a impreziosire le vetture in vendita con descrizioni molto documentate e ben scritte. A volte però, come nel caso di questa Ferrari Dino 246 GT del 1973 in condizioni pietose, l’abilità dell’estensore nel rendere attraente per gli eventuali offerenti anche la ruggine può portare grandi vantaggi.
Le fotografie parlano da sole: la Dino in questione necessita di un restauro profondo e costosissimo. Ha infatti vissuto dal 1975 in un garage dopo che il proprietario, un noto pilota motociclistico abituato a guidare su strada come in pista, decise di tenerla nascosta per evitare un sequestro da parte della polizia. Va da sé che il chilometraggio complessivo dopo 39 anni è rimasto molto basso: 22.300 chilometri. Ma la ruggine è ruggine e per rendere attraente anche questa l’estensore della descrizione ha pensato bene di giocare sulla rarità del colore: un “Verde Pino con dettagli marrone ruggine”.
Senza però dimenticare che “il tetto del garage dal quale penetrava acqua ha prodotto quello che alcuni potrebbero chiamare macchie d’acqua, mentre altri direbbero che l’auto è marcia come una pera”. Sta di fatto, che grazie alla brillante descrizione del catalogo, la Dino in questione è stata venduta a un prezzo di 162.500 euro, rispetto ai 307.000 euro pagati nella stessa asta per una Dino 246 GT del 1971. Un prezzo elevato quindi per una Dino in condizioni pietose, ma anche la conferma che le vettura rimaste per tanti anni nel classico fienile offrono condizioni di originalità rare, premiate poi in fase di vendita con quotazioni elevate indipendentemente dalla loro condizione.