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22/03/2017 | di Redazione Ruoteclassiche
La Vespa più antica del mondo cerca un nuovo box
Che anche nel mondo delle due ruote su facciano follie per i pezzi più pregiati non è una novità, ma che in un’asta online si siano superati i 140.000 euro per una Vespa, per quanto rara, è una assoluta sorpresa. E non è finita qui.
22/03/2017 | di Redazione Ruoteclassiche

Che anche nel mondo delle due ruote si facciano follie per i pezzi più pregiati non è una novità, ma che in un’asta online si siano superati i 140.000 euro per una Vespa, per quanto rara, è una assoluta sorpresa. E non è finita qui.

Succede in questi giorni sul sito specializzato in aste catawiki.com dove una delle prime Vespa costruite è salita da un’offerta iniziale di 250 euro agli attuali 142.500. Ai quali, a transazione conclusa, si dovranno aggiungere il 9% di costi d’asta ed eventuali costi di spedizione.

La Vespa in questione è in assoluto una delle primissime costruite. Nasce infatti nel 1946, quando la Piaggio dovette riconvertire la sua attività iniziale (costruzione di materiale rotabile e successivamente di produzione aeronautica) in industria delle due ruote.

Il modello offerto appartiene alla Serie 0 del 1946 con n° di telaio 1003. Si tratta, secondo  l’offerente (Ruote da sogno di Reggio Emilia, dove si trova anche la Vespa in questione) della “Vespa più antica esistente al mondo”, appartenente a una pre-serie formata da 60 pezzi circa, ognuno dei quali è stato costruito a mano da battilastra specializzati. Uno status certificato con un documento dalla stessa Piaggio, dal quale si desume che questo sia effettivamente il terzo esemplare costruito e il più vecchio dei tre esemplari sopravvissuti.  

Si tratta di uno scooter rivoluzionario, caratterizzato, nella versione di serie, da una carrozzeria portante in lamiera stampata, senza forcella anteriore (la ruota è infulcrata da un solo lato) e con il motore, montato di lato in corrispondenza della ruota posteriore, che oscilla con la ruota stessa. Il movimento è trasmesso direttamente alla ruota attraverso un  cambio a tre velocità senza che vi siano interposti altri organi.

I vantaggi sono riassumibili in una estrema semplicità di guida, una maggiore protezione delle gambe per il conducente e una posizione di guida più comoda rispetto alla moto tradizionale. Nata con un motore monocilindrico due tempi da 98cc verrà successivamente proposta con cilindrate superiori.

Il successo è immediato e già nel 1946 ne vengono prodotte 2500 unità. Ai vantaggi pratici si sommano infatti prestazioni sufficienti per gli spostamenti sulle strade dell’epoca (60 km/h di velocità massima) e consumi ridotti (50 km/litro) che garantiscono una autonomia di oltre 250 km con un pieno.

L’esemplare in asta è stato sottoposto a un restauro didattico che è servito a mostrare la tecnica di costruzione della Serie 0. Per portarsela a casa c’è ancora tempo fino al 28 marzo, purché si sia disposti a  rilanciare con un’offerta molto superiore. Il valore attuale è infatti ancora molto al di sotto della stima d’asta prevista, fissata tra i 250.000 e i 325.000 euro.

Gilberto Milano

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