L’Alfa Romeo Scarabeo in mostra a Compiègne - Ruoteclassiche
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03/12/2019 | di Paolo Sormani
L’Alfa Romeo Scarabeo in mostra a Compiègne
L' Alfa Romeo Scarabeo, prototipo del 1966, sarà tra le vetture protagoniste della mostra "Concept-Car Beautè pure" allestita al castello di Campiègne, in Francia
03/12/2019 | di Paolo Sormani

L' Alfa Romeo Scarabeo, prototipo del 1966, sarà tra le vetture protagoniste della mostra "Concept-Car Beautè pure" allestita al castello di Campiègne, in Francia. La rassegna ospita concept cars realizzate tra gli anni Dieci e gli anni Settanta del Novecento.

Dai tempi remoti degli antichi Egizi, nella culla della cività mediterranea lo scarabeo è considerato un simbolo di creatività e di rinnovamento, persino di virilità. Sicuramente il rarissimo prototipo Alfa Romeo che porta lo stesso nome porterà fortuna alla mostra “Concept-Car. Beauté pure” allestita al Musée National de la Voiture a Compiègne, in Francia. L’esemplare – rarissimo, solo tre costruiti - del 1966 appartiene alla collezione di FCA Heritage ed è all’altezza di una selezione di mezzi di alto livello. Sotto le volte dei saloni del castello di Compiègne, costruito in stile neoclassico per il re Luigi XV, sfilano in passerella una trentina di automobili, moto e veicoli da record – molti dei quali esposti in Europa per la prima volta – corredati da un centinaio di fotografie, documenti, bozzetti preparatori e modellini. La mostra storicizza la genealogia della concept, car tra la fine degli anni Dieci e gli anni Settanta del Novecento.

Gli anni d' oro. La Scarabeo è abituata a farsi ammirare in una dimensione espositiva, di norma quella del Museo Storico Alfa Romeo di Arese. La sua data di nascita risale a un anno molto interessante per il Biscione. Il successo crescente della Giulia “disegnata dal vento”, l’arrivo della GT 1300 Junior e soprattutto il debutto della Duetto Spider avevano proiettato la marca milanese a un’apoteosi nel mercato internazionale. Nelle prime settimane del 1966, dopo che il progetto della Tipo 33, nato dal team dell’ingegner Orazio Satta Puliga, era stato ceduto alla divisione corse Autodelta, Giuseppe Busso, il progettista del mitico V6 Alfa che prese il suo nome, propose il progetto di un’altra vettura sportiva a motore posteriore centrale, ma che utilizzasse il monoblocco quattro cilindri della GTA, un bialbero con teste in lega leggera da 1.570 cc e 115 cv a 6.000 giri. Il peso piuma di appena 700 kg avrebbe permesso alla Scarabero di vedere i duecento orari.

Essenziale. Il propulsore fu installato trasversalmente al posteriore, in blocco con frizione e cambio, mentre il telaio tubolare riprendeva l’ambiziosa soluzione – vista proprio sulla 33 – dei grossi longheroni tubolari a H ai lati dell’abitacolo, contenenti i serbatoi del carburante. Lo studio della carrozzeria fu affidato alla carrozzeria OSI di Borgaro Torinese, sotto la supervisione di Sergio Sartorelli. Un primo esemplare della Scarabeo, con guida a destra, venne presentato al Salone di Parigi nell’ottobre 1966. Successivamente furono costruite una seconda Scarabeo dal disegno semplificato – è il prototipo in esposizione a Compiègne – e una barchetta, che però non fu portata a termine.

Stile e Industria. A proposito di carrozzeria: la OSI – Officine Stampaggi Industriali – fu fondata a Torino nel 1960 dall’ex presidente della Ghia, Luigi Segre, e da Arrigo Olivetti. Nonostante la concorrenza a chilometro zero dei migliori carrozzieri al mondo, in appena sette anni l’azienda aveva già lasciato un’impronta netta nel car design italiano. Oltre a Segre e alla proficua collaborazione con Ghia, OSI collaborava con designer del calibro di Giovanni Michelotti, Tom Tjaarda e Sergio Sartorelli. Le maestranze erano così in gamba che il potentissimo Dante Giacosa volle assorbirle in parte nel Centro Stile Fiat. Dal 1968, così, la OSI tornò a occuparsi solamente di stampaggi.

Lunga tradizione. La Scarabeo è solo una delle star – pardon, étoiles – che brillano nella mostra del Musée National de la Voiture, il primo museo al mondo consacrato alla locomozione, nato nel 1927 su iniziativa del Touring Club di Francia e di un gruppo di carrozzieri francesi. La sua collezione vanta circa 15.000 pezzi tra automobili, vetture ippomobili, motocicli, fotografie, costumi, finimenti e bagagli. Si arricchisce continuamente grazie a numerose donazioni,depositi e acquisizioni e la mostra “Concept-car. Beauté pure” in cartellone fino al 22 marzo 2020 segna l’inizio di una fase di rinnovamento del museo.

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