Lancia Beta HPE: shooting brake alla torinese - Ruoteclassiche
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28/08/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Lancia Beta HPE: shooting brake alla torinese
La Lancia Beta HPE incarnava il concetto delle shooting brake: coupé eleganti dotate di un ampio portellone posteriore.
28/08/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

La Lancia Beta HPE è tra le più affascinanti variazioni sul tema Lancia Beta. Il portellone posteriore inclinato le donava un’aria più matura e al contempo ricercata. Bassa e filante la Beta HPE non rinunciava al dinamismo: HPE era l'acronimo di High Performance Estate (familiare ad alte prestazioni), una combinazione riuscita di stile e praticità.

La Lancia Beta HPE venne presentata nel 1975, frutto della matita di Pininfarina. La stessa azienda si occupava anche dell’assemblaggio, rinsaldando l’antica amicizia tra le due realtà torinesi. Se il frontale con i doppi fari tondi richiamava la sportiveggiante Beta Coupé, l’intervento di Pininfarina riguardò maggiormente la zona posteriore: completamente rimodellata in funzione dell’ampio portellone e di una nuova fanaleria. Un tratto distintivo di questo modello era la veneziana in plastica applicata sul lunotto posteriore che donava dinamismo alla shooting brake torinese.

La veneziana. All’interno la Lancia Beta HPE si faceva apprezzare per lo spazio e la strumentazione di bordo completa: otto indicatori, comprendevano tra le altre cose il termometro dell’acqua, l’amperometro, livello e pressione dell’olio. Peculiare anche la parte posteriore dell'abitacolo, con gli schienali avvolgenti che si estendevano fino al rivestimento laterale posto sotto i finestrini posteriori. I poggiatesta posteriori erano a scomparsa, se non utilizzati si integravano perfettamente nello schienale. Un ulteriore tocco di classe era dato dal materassino che consentiva di ottenere una specie di letto reclinando i sedili posteriori. Il tutto “all’ombra” della veneziana posteriore.

Fase 2 e fase 3. Sul fronte della meccanica, la Lancia Beta HPE era realizzata sul pianale della Beta berlina e poteva contare su due motori. Al momento della presentazione erano disponili un 1.6 da 109 cavalli e un 1.8 da 118 cavalli, sostituiti subito dopo, in concomitanza del primo restyling della Lancia Beta. A pochi mesi dalla presentazione della Beta HPE debuttava la seconda serie: il 1.6 passava così da 1.592 a 1.585 cc, mentre il 1.8 venne rimpiazzato da un “2000”. Nel 1978, seguendo gli sviluppi della Beta Coupé venne introdotta la terza serie: il cofano anteriore e la calandra riprendevano il layout della Beta Coupé 2000 con i quattro proiettori circolari inseriti in alloggiamenti neri. Nuovo anche lo specchietto retrovisore (nero) e di forma diversa, come pure modanatura sulle fiancate. All'interno spiccavano il volante e la plancia, entrambi ridisegnati e vennero introdotti nuovi rivestimenti.

Alto di gamma. Nel 1981 debuttava un nuovo 2.0 a iniezione da 120 cavalli, il motore giusto per competere nel segmento delle due litri, la porta di accesso al club delle vetture di prestigio. Per l’occasione la nomenclatura venne mutata in “H.P.Executive”, disponibile con entrambe le motorizzazioni. L’anno successivo, nel 1982 venne presentato il modello più performante della famiglia: la Lancia Beta H.P.Executive VX con compressore “Volumex” da 136 cavalli. La Volumex era riconoscibile per il tipico rigonfiamento sul cofano motore.

Pregi e difetti. Veloce, soprattutto in accelerazione, la Lancia Beta HPE Volumex riprendeva bene anche alle andature piu’ basse, garantendo l’elasticità e la piacevolezza dell’erogazione a tutti i regimi: come era lecito aspettarsi a quei tempi da una vettura marchiata Lancia. Le sospensioni indipendenti assicuravano una tenuta sempre sicura e “rassicurante”. La Lancia Beta HPE non era una sportiva dura e pura, ma una valida e piacevolissima granturismo. Qualche nota stonata arrivava dal cambio, che talvolta tendeva ad impuntarsi. I lancisti di vecchia data, abituati all’eccellenza nelle finiture, lamentarono inoltre un calo nella qualità dei materiali e degli assemblaggi: una pecca che strideva con l’immagine raffinata della vettura. Il primo, leggero segnale del lento e progressivo declino della Lancia, piegata dalle logiche della produzione di massa…

Eclettica. La Lancia Beta HPE ottenne un buon seguito in Francia e Inghilterra, dove la formula della praticità elegante era già stata ampiamente sdoganata e in generale le Lancia erano percepite come prodotti esotici e dalle soluzioni anticonformiste. In Italia i gusti della clientela erano più conservatori e ciò rese la Beta HPE un modello di nicchia. La Lancia Beta HPE uscì di produzione nel 1984 con una produzione complessiva di circa 70 mila unità. Oggi la Beta HPE è un modello molto più apprezzato e ricercato di quanto non fosse quarant’anni fa: comoda, distintiva e brillante è un’auto da godersi a tutto tondo. Chi ce l’ha se la tenga stretta!

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