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20/09/2019 | di Andrea Zaliani
Lancia Beta prima serie, la berlina della svolta
Nel 1969 si concretizza l'acquisizione del marchio Lancia da parte della Fiat. Dopo tre anni vede la luce il primo modello della nuova era, la Beta
20/09/2019 | di Andrea Zaliani

Nel 1969 la Lancia viene assorbita dalla Fiat. Dopo tre anni vede la luce il primo modello della nuova era, la Beta, a cui alcuni lancisti rimproverano l’ampio uso di componenti e tecnologia Fiat

La storia della Lancia Beta è legata indissolubilmente a un grande cambiamento ai vertici della Casa di Chivasso. Rappresenta infatti il primo modello prodotto dopo il “fatidico” 1969, anno in cui la Fiat incorpora la Lancia. Le origini del progetto, però, risalgono a qualche anno prima, quando il marchio incomincia a pensare di costruire un nuovo modello, per ottenere una nuova credibilità sul palcoscenico nazionale e non solo. Così, vengono delineate le peculiarità della futura vettura: dovrà presentare un look con linee originali, abbinate a un'impostazione meccanica all'altezza. Dopo l'acquisizione da parte del colosso torinese, lo studio prosegue e prende il nome di "Y1", quasi a sottolineare il ruolo di "atto primo". Vengono definite le dimensioni della nuova berlina: 4,29 metri in lunghezza e 1,69 in larghezza, con un passo di 2,54 metri, al fine di agevolare lo spazio a bordo.

Esordio difficile. Le motorizzazioni scelte per equipaggiare l’auto di serie sono invece propulsori di origine Fiat da 1.4, 1.6 e 1.8 litri, con potenze da 90 a 110 CV. Gli interni si caratterizzano per una plancia simmetrica - studiata per facilitare un adattamento alla guida a destra - dotata di strumentazione completa, incastonata in un pannello disegnato ad hoc. Con queste peculiarità, la Lancia Beta fa il suo debutto nel 1972, in occasione del Salone di Torino. Il suo esordio non è dei più felici e le critiche mosse nei suoi confronti sono numerose. Specialmente da parte dei puristi del marchio, che la considerano né più né meno di una Fiat travestita. Gli elementi maggiormente presi di mira sono il design poco convenzionale della carrozzeria (disegnato da Gianpaolo Boano), le motorizzazioni di derivazione Fiat e alcune finiture ritenute non all’altezza. In realtà la Beta berlina vanta anche dei pregi interessanti: è comoda, spaziosa e la sua coda, sebbene possa non piacere, è decisamente funzionale. Grazie alla sua particolare forma, infatti, il bagagliaio risulta capiente e ben sfruttabile. Il grande pubblico si schiera quindi in due fazioni distinte, i denigratori e i sostenitori. Una divisione che accompagnerà l’intera carriera della Lancia Beta berlina prima serie, conclusasi nel 1975, con l’arrivo della seconda serie.

La prova di Quattroruote. La presentazione di una nuova Lancia in quel frangente storico, considerati i vari aspetti progettuali e aziendali, non poteva certo essere trattata come il debutto di un comune modello. Proprio per questo, appena entrata in commercio la Lancia Beta, la rivista realizza un’analisi molto dettagliata (ben venti pagine) nella quale racconta ogni sfumatura dell’auto, provata sia sia in versione 1.4 che 1.8. Entrambe le unità dimostrano una notevole elasticità, il cambio a cinque marce ha innesti ben distanziati e una buona manovrabilità. Il comportamento in curva alle basse/media velocità è quasi neutro, grazie alle ottime caratteristiche delle sospensioni. Il punto più delicato è rappresentato dallo sterzo, considerato troppo demoltiplicato e leggero. Nelle note di demerito rientrano anche la scarsa visibilità posteriore e la linea, definita come “poco Lancia”. Il confort di bordo è invece una delle migliori qualità della Beta: secondo la valutazione del giornalista, la silenziosità dell’abitacolo, i comodi sedili e lo spazio a disposizione la rendono una delle berline più confortevoli della categoria.

La quotazione attuale. Le Lancia Beta berlina della prima serie, indipendentemente dalla motorizzazione, risultano sicuramente alla portata di tutti. La loro quotazione, riportata sui nostri listini ufficiali, può infatti variare da un minino di 1800 fino a un massino di 5300 euro, per un veicolo conservato in ottimo stato o completamente restaurato.

Diteci la vostra. A questo punto siamo curiosi di sapere cosa ne pensate voi di questo modello. Vi schierate nelle fila dei supporter o in quelle di chi è convinto che la Beta non rappresenti un modello particolarmente brillante? Scrivetecelo nei commenti qui sotto. Se poi avete dei ricordi particolari sul suo conto, e volete condividerli con la community di Ruoteclassiche, questa è l’occasione giusta. Inviateci la vostra storia all’indirizzo redazione@ruoteclassiche.it.

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