Sviluppata a partire dal pianale Tipo Tre, lo stesso di Fiat Tipo, Tempra e Alfa 155, la Dedra raccoglie l’eredità della Prisma esattamente trent’anni fa.
Fu vera Lancia, la Dedra? Per i più ortodossi cultori del marchio, che considerano appartenenti a questa “casta” solo i modelli nati prima del 1969, l’anno in cui Fiat ha assorbito la Casa torinese, probabilmente no.
Trenta candeline sulla torta. Per tutti gli altri, invece, sicuramente sì. La Dedra è stata del resto costruita, almeno nel primo periodo, proprio nello storico stabilimento di Chivasso (che non esiste più e dove sono stati prodotti modelli come Flavia, Fulvia, Beta e 2000) e vanta finiture da berlina di classe superiore, abbinate a un’elegante linea a tre volumi. Proprio in queste settimane la Dedra spegne le sue prime trenta candeline, entrando a tutto diritto nel novero delle auto storiche. E non è facile trovarne ancora in perfette condizioni. Unico vantaggio sono i prezzi piuttosto bassi (da 1800 a 6000 euro a seconda della versione).
Arriva al momento giusto. Erede della Prisma, di cui raccoglierà buona parte della clientela, essa è frutto delle direttive dei super manager Fiat Cesare Romiti e Vittorio Ghidella. Già nel 1986 il suo sviluppo è in fase molto avanzata: la Tipo Tre (questo il nome del progetto) ha superato i test preliminari e viene sottoposta alle varie prove di affaticamento per la pre-produzione. Nata in un periodo particolarmente felice per la Lancia, che a metà degli anni Ottanta ha il vento in poppa grazie alle ottime vendite, che si attestano sulle 225.000 vetture l’anno, la nuova media del Gruppo conoscerà un buon successo anche all’estero.
Un nome difficile da pronunciare. Il nome definitivo, Dedra, è di fantasia: per il marketing Lancia esso intendeva riflettere “la geometria forte ed elegante della linea”: Ci vorrà tuttavia un po’ di tempo perché esso venga digerito dalla clientela, anche a causa della sua fonetica. La stessa Quattroruote scrisse nel gennaio del 1989 a riguardo della parola Dedra: “sarà necessario un po’ di rodaggio mentale per superare le storpiature che quel nome fa arrivare fin sulla punta della lingua”.
Quel viso non mi è nuovo. La linea, frutto della collaborazione tra il Centro Stile Fiat, responsabile anche del design Lancia, e l’istituto torinese I.D.E.A., identifica immediatamente un prodotto Lancia, grazie alla classica mascherina ispirata a quella della Thema, ridisegnata e resa più “leggera”. Il frontale spiovente, le maniglie a filo della carrozzeria, il montante posteriore spesso, la coda alta (a garanzia di un bagagliaio da 500 litri) e i fanali posteriori trapezoidali sono tra le altre caratteristiche della nuova Dedra. Ottima l’aerodinamica, con un coefficiente di penetrazione di 0,29, eccellente per una tre volumi.
Una baby Thema. Il pianale nasce dallo stesso principio costruttivo di quello della Fiat Tipo e farà da base per altre vetture del Gruppo, come la Fiat Tempra e l’Alfa Romeo 155. Definita anche come “piccola Thema”, la Dedra ha in realtà un’abitabilità molto simile a quella dell’ammiraglia Lancia, di cui condivide lo stile interno e il confort. Compatta e maneggevole, è lunga 4,34 metri e larga 1,70 metri. Meccanicamente è, ovviamente, una trazione anteriore. Al momento del lancio i motori sono tre a benzina (1581 cm³ da 90 CV, 1756 cm³ da 110 CV e 1995 cm³ da 120 CV) e uno a gasolio turbocompresso (1929 cm³ da 92 CV). Il 1600 ha distribuzione monoalbero come il 1900 diesel, il 1800 e il 2000 invece a doppio albero a camme in testa.
Elettronica, croce e delizia. Cinque marce, sospensioni indipendenti con avantreno MacPherson, freni a disco sulle quattro ruote con ABS e sterzo servoassistito in funzione della velocità (a richiesta sulla 1600) sono le altre sue caratteristiche principali. L’elettronica è piuttosto sofisticata e sarà anche la causa di qualche problema di affidabilità, soprattutto sulla prima serie, provocata dal malfunzionamento del check-control, del climatizzatore automatico con indicazione digitale della temperatura e del cruscotto a cristalli liquidi, presente sulle versioni più sofisticate.
Passaggio di testimone. L’interno della Dedra si presenta rifinito accuratamente, con sedili ben rivestiti (anche in Alcantara, proprio come sulla Thema), parti in legno, serratura per il vano portaoggetti, appoggiabraccio. La seconda serie del 1992 ha come novità principale le versioni HF turbo, a trazione anche integrale (165 o 180 CV) cui seguirà un restyling nel 1994, lo stesso anno del lancio della station wagon. Un ulteriore aggiornamento nel 1996 porta la Dedra a fine carriera: la produzione si conclude nel 1999 con l’arrivo della Lybra. Sono in tutto più di 400.000 le Dedra assemblate nelle fabbriche di Chivasso prima e Rivalta poi.