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Le auto storiche del Festival di Sanremo

Rita Pavone ha partecipato al Festival di Sanremo quattro volte, tra il 1969 e il 2020. La Gian Burrasca della tv è sempre stata appassionata di auto. Indimenticabile, la sua Jaguar-E 4200 rosa

Oggi, 7 febbraio 2023, scatta il Festival di Sanremo 2023. Ruoteclassiche ricorda i cantanti che in passato vi hanno partecipato e la loro passione per le auto, come la Jaguar-E 4200 rosa di Rita Pavone. Auto che nel frattempo sono diventate storiche. Ma ci sono anche tanti artisti sanremesi con un’autentica passione per le vetture heritage.

23 agosto 1966. Rita Pavone compie 21 anni. Riceve in regalo dai suoi genitori una Jaguar-E 4200 rosa (in versione nera è l’auto di Diabolik). Il prezzo era di 5 milioni e 600 mila lire. Almeno così recitava il settimanale Oggi, che presentava la Zanzara nazionale e la sua fiammante Jaguar sulla copertina del numero dell’8 settembre 1966. Con la maggiore età, la cantante entrava in possesso del suo patrimonio, frutto della vendita (fino ad allora) di cinque milioni di dischi. La Jaguar rosa fu uno dei suoi primi investimenti. Ricorda a distanza di tanti anni la cantante: “La volli rosa, tutti mi guardavano, era un colore così femminile! Trovai la cosa divertentissima”.

La Zanzara a Sanremo. L’artista torinese, naturalizzata svizzera, ha partecipato quattro volte al Festival di Sanremo: nel 1969 come esordiente (“Zucchero”), nel 1970 (“Ahi ahi ragazzo!”), nel 1972 (“Amici mai”) e di nuovo nel 2020, dopo una lunghissima assenza, con una canzone, “Niente (Resilienza 74)”, scritta dal figlio Giorgio Merk.

Passione auto. L’artista ha sempre dichiarato di essere appassionata di automobili. Del resto suo padre lavorava alla Fiat, a Torino. A Ruoteclassiche ha spiegato sorridendo: “Ho sempre amato moltissimo le sportive, fin da ragazzina. È una forma di compensazione: io così piccolina, quando salivo a bordo, mi sentivo improvvisamente grande, mi sentivo al settimo cielo”.

La Jaguar-E 4200. Questo esemplare è perfettamente conservato con appena 30.000 km. Rispetto al 3.8 della primissima versione (presentata a Ginevra 1961), adottava un 4.2, sei cilindri in linea, con cambio a quattro marce e prima sincronizzata. Molti i dettagli di fascino British: i gallettoni sulle ruote a raggi, il volante in legno, i sedili anteriori “a poltroncina” (con allestimento a due posti secchi). I pedali erano stati… allungati, si sa che Rita Pavone è piccolina.

Via il rosa per un po’. “A un certo punto non potevo più girare!”, ricorda l’artista, riferendosi alla tinta pastello della sua Jaguar. Così l’auto venne ridipinta color rosso fuoco, prima del trasferimento in Svizzera (1968), con relativo cambio di targa. Rita Pavone affidò anni fa la sua Jaguar-E 4200 alle cura di un collezionista. L’auto è tornata del suo colore rosa. Ne venne fatto anche un modellino, in quella indimenticabile tenera nuance.

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