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Le dieci auto più costose andate all’asta

Il mondo delle aste è terreno di caccia per i collezionisti che cercano un pezzo non soltanto raro, ma con caratteristiche ben precise e magari un pedigree sportivo condito da premi ai concorsi d’eleganza. Quando si parla di auto praticamente uniche, bisogna però fare tabula rasa dell’unità di misura a cui è abituato il comune mortale; se si è in grado di staccare un assegno da – merita di essere scritto per esteso – centotrentacinque milioni di dollari, è evidente che si tratta di un gioco per pochissimi eletti. Questa cifra attualmente è il record tra le auto e appartiene a una Mercedes, la 300 SLR Uhlenhaut Coupé del 1955, che occupa anche il secondo gradino del podio: merito di due esemplari da museo venduti negli ultimi tre anni, che sono stati capaci di relegare al terzo posto una leggenda come la Ferrari 250 GTO. Ma la rivincita è servita se guardiamo alle presenze nella top 10: Maranello batte Stoccarda 7 a 3. 

Quarta alla Mille Miglia con Fangio

Al decimo posto c’è una Ferrari 290 MM del 1956, con un pedigree notevole, in quanto capace di ottenere il quarto posto alla Mille Miglia di quell’anno con al volante Juan Manuel Fangio. Altri piloti famosi dell’epoca come Alfonso de Portago e Wolfgang von Trips l’hanno portata in gara fino a quando non è diventata una preziosa auto da collezione, passata di mano nel 2015 a un’asta organizzata da RM Sotheby’s a New York. Il prezzo? 28 milioni e 50 mila dollari e chissà che non sia stato proprio l’ultimo rilancio di 50 mila a decidere in quale garage sarebbe poi finita.

Plurivittoriosa, sempre con Fangio

Due anni prima era stata un’altra macchina da corsa guidata dal campione argentino, questa volta una Mercedes-Benz W196, a raggiungere una cifra decisamente importante, ovvero 29,6 milioni di dollari, in occasione dell’asta organizzata da Bonhams durante il Festival of Speed di Goodwood nel 2013. La sua unicità – e il motivo per il quale l’interesse dei collezionisti fu particolarmente alto – stava nel fatto che all’epoca era l’unica Mercedes di questo tipo che non fosse conservata in un museo, oltre a essere l’esemplare con il maggior numero di vittorie.

È stata anche verde

Difficile rimanere indifferenti di fronte ad una Ferrari 412P Berlinetta, conosciuta anche come “P3/4”, in quanto versione ibrida della P3 con aggiornamenti (cerchi, sospensioni e carrozzeria) della 330 P4 e con il V12 di 4 litri alimentato a carburatori. Venduta da nuova all’importatore Ferrari del Regno Unito, il colonnello Ronnie Hoare, venne poi comprata da David Piper – pilota famoso per far verniciare di verde tutte le sue vetture alla fine del 1968. Dopo un restauro durato nove anni, è stata anche omologata per l’uso stradale e nel 2023, durante l’asta The Quail a Monterey, organizzata da Bonhams, è stata aggiudicata per 30,25 milioni di dollari.

Una scoperta da corsa

Ancora Ferrari, per una barchetta classificata seconda alla Mille Miglia del 1957 con al volante Wolfgang von Trips. Un esemplare di 335 Sport Scaglietti, spinta inizialmente dal V12 di 3.8 litri, ma subito aggiornata con il più potente 4 litri per partecipare alla 24 Ore di Le Mans dello stesso anno, con al volante Mike Hawthorn e Luigi Musso. Obbligata al ritiro dopo che era anche stata in testa alla corsa, ha in seguito partecipato a innumerevoli corse importanti, inclusa la 12 Ore di Sebring, prima di diventare una splendida auto da collezione. Venduta a Parigi nel 2016 da Artcurial, ha raggiunto quota 35,77 milioni di dollari, ai tempi un vero record.

Prima a Le Mans e poi una vita al museo

Solo pochi mesi fa è passata di mano per la cifra esatta di 34 milioni e 880 mila euro, dopo aver passato addirittura 57 anni nello stesso museo, ovvero nella collezione dell’Indianapolis Motor Speedway Museum. Un esemplare in condizioni eccezionali, con cambio e motore originali e una corposa dotazione di documenti, che ha letteralmente fatto impazzire i presenti all’asta organizzata a Parigi da RM Sotheby’s. Del resto di Ferrari 250 LM carrozzate Scaglietti ne sono state prodotte solo 32 e questa ha caratteristiche troppo speciali: prima classificata alla 24 Ore di Le Mans del 1965, una delle pochissime Ferrari iscritte da un team privato a riuscirci, oltre alla 166 MM Touring di Chinetti-Selsdon nel 1949, e la 499P numero 83 di AF Corse, con equipaggio Kubica-Hanson-Ye, trionfatrice alla “24 Ore” del 2025. Inoltre, la 250 LM è stata la vettura del Cavallino Rampante che ha chiuso il ciclo dei sei successi consecutivi in rosso, interrotti dalla Ford GT40 nel 1966.

Era grigia, ora è rossa

Ci si avvicina alle posizioni alte della classifica e non ci si deve stupire se è il momento della prima Ferrari 250 GTO della lista. Un nome che – oltre a evocare istantaneamente una delle linee più sensuali mai viste su un’automobile – continua a essere associato al concetto di “auto più costosa del mondo”. Era il 2014, a Monterey, quando il martello del battitore di Bonhams schioccava sulla cifra record – per l’epoca – di 38.115.000 dollari. L’esemplare in questione è il 19esimo prodotto, nel 1962, originariamente di color grigio chiaro metallizzato con strisce longitudinali rosse, bianche e blu. Dopo una carriera agonistica in Francia, è stata per anni di proprietà di Fabrizio Violati, storico collezionista e gentleman driver di grande fama.

Plurivittoriosa e molto rara

Ancora Ferrari 250 GTO, ancora Monterey, ma questa volta siamo nel 2018 e la conferma che non ci sia auto più desiderata al mondo arriva quando RM Sotheby’s aggiudica questo esemplare a 48.405.000 dollari dopo una sfida tra tre offerenti. La #3 delle 36 GTO costruite, ha un palmares sportivo importante, con 15 vittorie tra il 1962 e il 1965, una storica doppietta alla Targa Florio (1963-64) e un ruolo decisivo nella conquista del Campionato Internazionale Costruttori GT del 1964. Guidata anche da Phil Hill, dopo la sua intensa carriera sportiva in Italia, la “GTO” ha avuto proprietari inglesi, giapponesi e americani, tutti consapevoli della sua unicità, essendo uno dei sette esemplari con la carrozzeria della serie II e uno dei due col tetto allungato.

Fangio e Moss l’hanno guidata

Quando il primo giorno di febbraio di quest’anno, a Stoccarda, la prima Mercedes-Benz W196 R con carrozzeria Stromlinienwagen è stata offerta per la vendita a privati, sicuramente l’emozione era palpabile. Dopo quasi 60 anni nella collezione dell’Indianapolis Motor Speedway Museum – a cui era stata donata direttamente dalla Casa della Stella – era infatti giunto il momento di trovare un proprietario per una vettura eccezionale, uno dei quattro esemplari completi conosciuti in questa configurazione aerodinamica. Guidata da due mostri sacri dell’automobilismo, Juan Manuel Fangio e Sir Stirling Moss, una volta resa nuovamente marciante sarà la star di ogni futuro evento a cui parteciperà. Il prezzo a cui è stata venduta è di 51.155.000 euro.

La GTO più costosa

Talmente esclusiva da meritare un’asta dedicata due anni fa solo a lei, intitolata senza falsa modestia, “The One”. La più costosa tra le 250 GTO, è anche quella più speciale di tutte, a partire dall’essere l’unica Tipo 1962 equipaggiata fin dall’origine con il V12 in versione 4 litri (330 LM) e portata in gara direttamente dalla Scuderia Ferrari, conquistando la vittoria di classe e il secondo posto assoluto alla 1000 km del Nürburgring del 1962. Terminata la breve carriera agonistica ufficiale, la GTO telaio #3765, dopo il trapianto di un motore 3 litri – quello tuttora presente – fu venduta al primo proprietario privato. Dalla Sicilia finì negli Stati Uniti, riverniciata di giallo, passando di mano varie volte prima di rimanere per 38 anni con lo stesso proprietario che, di fronte a 51.705.000 dollari, forse non l’ha venduta così a malincuore.

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