Le Lancia Flaminia 335 presidenziali ricevono la Targa Oro Asi - Ruoteclassiche
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04/06/2024 | di Cesare Sasso
Le Lancia Flaminia 335 presidenziali ricevono la Targa Oro Asi
Il certificato è stato consegnato durante una cerimonia ufficiale presso il Quirinale ai quattro esemplari, realizzati nel 1961, protagonisti di appuntamenti importanti della storia italiana
04/06/2024 | di Cesare Sasso

Proprio a ridosso della consueta parata per la Festa della Repubblica del 2 giugno il cortile del Quirinale ha fatto da sfondo a una insolita seduta di certificazione dell’Asi, l'Automotoclub storico italiano, che in questa occasione ha consegnato l’ambita Targa Oro e il relativo Certificato di Identità alle Lancia Flaminia 335 presidenziali disegnate da Pininfarina come vetture ufficiali della Presidenza della Repubblica nel 1961. Giovedì 30 maggio è infatti avvenuta la consegna ufficiale alle quattro vetture simbolo di eleganza, di stile e del “saper fare” che contraddistingue l’Italia in tutto il mondo. Un giusto riconoscimento per una lunga carriera istituzionale, intervallata soltanto da un breve momento di oblio successivo al ritiro dal servizio attivo nel 1982.

Con i nomi dei cavalli. Belfiore, Belmonte, Belsito e Belvedere. Sono i nomi delle quattro vetture, che riprendono quelli di altrettanti cavalli purosangue delle Scuderie del Quirinale. Una consuetudine che ha origini lontane, addirittura nel 1939 con il battesimo di 6 Fiat 2800 Cabriolet per la Presidenza della Repubblica sempre in omaggio ad altrettanti equini. Una lunga tradizione quella delle vetture presidenziali, che ci riporta anche ad altre auto famose come la Maserati Quattroporte di Sandro Pertini o le Citroën DS del generale Charles De Gaulle. Diverse rispetto alle moderne auto di servizio che, pur rimanendo esemplari unici o prodotti in pochissime unità, differiscono spesso dalle equivalenti vetture di serie solo per la blindatura e altre caratteristiche legate alla protezione personale dell’alta carica a cui sono destinate.

Configurazione Landaulet. Le prime tre Flaminia (Belfiore, Belmonte e Belvedere) furono immatricolate nell’aprile 1961 e sono caratterizzate dalla carrozzeria cabriolet con la capote in tela rigida ripiegabile con meccanismo idraulico, mentre l'ultima, la Belsito, ha il posto dell'autista coperto da una capote in tela non apribile che non consente il montaggio del tetto rigido trasparente. Nel 1967 fu introdotta una modifica al sistema di apertura e chiusura della parte posteriore del tetto, che lasciava fissa la parte sovrastante il posto di guida (modifica che le fece acquisire il suffisso Landaulet). Verniciate nel caratteristico colore blu notte, tutte le vetture hanno la selleria in pelle Connolly nera, un interfono Voxson per comunicare con l'autista, cinque sedute posteriori con ampio divano e due strapuntini.

Due sono ancora in servizio. Sottoposti a restauro nel 2001, attualmente due degli esemplari sono affidati alle Scuderie del Quirinale (Belfiore e Belvedere) e sono ancora in servizio attivo durante la tradizionale parata del 2 giugno o per talune visite di stato. La Belsito e la Belmonte sono invece nella disponibilità rispettivamente del Museo storico della motorizzazione militare di Roma e del Mauto, il Museo dell'automobile di Torino. La certificazione da parte di Asi ha rappresentanto un’opportunità più unica che rara di vedere le quattro vetture nuovamente parcheggiate una accanto alle altre.

Derivata dalla berlina di serie. La Flaminia presidenziale è figlia del modello presentato nel 1957 al Salone di Ginevra come ammiraglia di alta classe della casa torinese. Nel 1961 la Carrozzeria Pinin Farina (proprio nel 1961 Giovan Battista “Pinin” Farina poté legalmente cambiare il cognome in Pininfarina per decreto) realizzò la versione a passo lungo, denominata 335, utilizzata per la prima volta dal presidente Giovanni Gronchi in occasione della visita in Italia della regina Elisabetta II. Una visita che ha alimentato una leggenda metropolitana mai confermata, ovvero che esista un quinto esemplare segretamente parcheggiato nell’autorimessa di Buckingham Palace.

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