Una settimana dopo il Festival of Speed di Goodwood (27-29 giugno) un altro leggendario circuito ha chiamato a raccolta il gotha del collezionismo e del motorismo sportivo per un evento di colore, emozioni e veterane della pista: Le Mans Classic, giunta quest’anno alla settima edizione.
Complice il cielo azzurro e le temperature miti, la kermesse transalpina, organizzata come tradizione da Peter Auto e l’Automobile Club de Ouest, ha mantenuto tutte le sue promesse attirando dal 4 al 6 luglio oltre 110 mila spettatori. Centro nevralgico dell’evento, il Villaggio con le sue animazioni per grandi e piccini, le mostre tematiche - Le Mans Heritage Club, i grandi carrozzieri francesi, le innovazioni tecnologiche sperimentate in circuito - i 180 club presenti, in rappresentanza di ben 80 case e con 8000 automobili al seguito.
L’intrattenimento serale ha avuto quest’anno la novità del cinema drive-in, che ha proiettato alcuni grandi classici legati al mondo dell’auto e delle corse, come “Un uomo e una donna” (1966), “Bullit” (1968), “la 24 Ore di Le Mans” (1971). Ma la vera attrazione è stata la pista, con 450 bolidi storici dal 1923 al 1979 e un migliaio di piloti provenienti da ogni angolo del globo (oltre trenta i Paesi rappresentati), tra i quali spiccavano ben sette vincitori della corsa di durata più famosa del mondo.
Sabato, nonostante qualche avvisaglia di pioggia sul Sarthe, si è disputato il simpatico Little Big Mans, riservato al centinaio di bolidi in miniatura con al volante altrettanti piloti in erba tra i 7 e 12 anni. Poi ancora l’asta di Artcurial: 13 milioni di euro d’incasso (record per la casa d’aste francese), 82% dei lotti aggiudicati, 37 vetture vendute sopra i 100.000 euro, oltre 2000 persone - tra collezionisti e semplici appassionati - presenti in sala (qui i risultati). Infine, Sébastien Loeb, idolo di casa ed ex pluricampione del Mondo Rally (9 titoli dal 2014 al 2012), per la prima volta a Le Mans Classic, ha abbassato la bandiera tricolore francese per dare il via alle gare…