Forse nemmeno gli esperti di Artcurial, casa d’aste chiamata a gestire la vendita di numerosi pezzi provenienti dalla collezione ufficiale del Museo Renault, si aspettavano un successo così clamoroso, con tutti i lotti che hanno trovato un compratore e le vetture più pregiate che hanno superato le stime, raggiungendo cifre ben oltre il doppio e oltre.
Sfida serrata per la monoposto di Arnoux
Le monoposto di Formula 1 hanno chiaramente catalizzato l’attenzione e strappato i prezzi più alti, con alcuni esemplari che hanno mantenuto le promesse, altri che sono stati venduti a prezzi inferiori rispetto al previsto ed altri che sono evidentemente stati oggetto di una “bidding war” come definiscono gli inglesi quel preciso momento in cui due o più potenziali compratori decidono di volersi impossessare ad ogni costo di un determinato oggetto. La situazione più amata dal battitore d’asta, che infatti è riuscito a piazzare una RE 27 B del 1981 guidata da René Arnoux a 481.600 euro, quando la stima massima si fermava a 250 mila. Il record però è stato appannaggio della Williams-Renault FW19 del 1997 pilotata da Hans-Harald Frentzen, gemella di quella vittoriosa nel mondiale con Jacques Villeneuve: 1.312.400 euro (ma qui la stima era già alta, 1.200.000 euro).
Risultato clamoroso per la Renault-Alpine A442
Ancora più eclatante invece il caso della Renault-Alpine A442, una vettura prototipo iscritta alla 24 Ore di Le Mans del 1977 con equipaggio Arnoux/Pironi/Fréquelin e al campionato del mondo endurance fin dal 1975, in quanto primo esemplare costruito in assoluto di questo modello. Sarà stato il suo essere completamente originale fino all’ultimo bullone, fatto sta che, dalla stima massima di 500 mila euro si è schizzati fino a 1.278.080 euro, ben oltre il doppio. E vogliamo sperare che non siano stati quegli 80 euro a fare la differenza tra chi ha fatto l’offerta vincente e quello che se l’è vista sfilare sotto il naso.
La Clio sopravvalutata e la Maxi Turbo più speciale
Passando alle auto più normali, quelle che anche l’appassionato poteva sperare di mettersi in garage, una Renault Clio Williams seconda serie, del 1994, utilizzata fin da nuova dagli ingegneri della Renault Sport come auto di servizio e con 83.030 km, è stata venduta per 54.180 euro, quasi il doppio dei 30 mila massimi previsti, questi peraltro in linea con le quotazioni medie. Ma si sa, alle aste tutto può succedere. Un altro mito tra le compatte sportive della Régie, la Maxi Turbo, era qui rappresentata da un raro prototipo di sviluppo del 1983 utilizzato dall’unico pilota capace di portare al limite la sua nervosa meccanica, ovvero Jean Ragnotti. Anche qui ad Artcurial (ma anche alla Renault), hanno stappato lo champagne: dai 120 mila della stima massima si è arrivati a 216.720 euro.
Il motore di Senna per arredare il salotto
Grande successo anche per i motori: quello venduto al prezzo più alto è stato l’EF15 Type E del 1986, utilizzato da Ayrton Senna durante le qualifiche ad Adelaide a bordo della sua Lotus 98 T. Seppur non funzionante, questo V6 turbocompresso di 1.494 cm³ che sviluppava 800 CV (ma che in versione da qualifica poteva toccare i 1200) è stato venduto per 225.080 euro, quasi il doppio della valutazione prevista. La Renault RE40-03 di Formula Uno del 1983, vincitrice a Spa-Francorchamps con Alain Prost, il grande rivale del campione brasiliano, ha invece raggiunto 1.198.000 euro, terza vettura più costosa dell’asta.
L’asta finanzierà l’ampliamento della collezione Renault
Tra le curiosità, segnaliamo anche una Twingo elettrica del 1996, utilizzata in Italia per scopi promozionali e venduta a 6.662 euro, una Kangoo Break Up Concept, ossia uno studio per una versione dedicata al tempo libero basata sulla meccanica a quattro ruote motrici (24.080 euro, addirittura 6 volte la stima massima) e una postazione per gli ingegneri di pista di Formula 1 risalente al 1992, venduta a 6.620 euro contro i 1.150 della stima di Artcurial. Il ricavato dell'asta, al netto delle commissioni, sarà utilizzato dalla Renault per finanziare l’acquisto di altri veicoli storici per arricchire la collezione in vista della riapertura del museo nel 2027.
