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Loi replica ad Aci Sport: “La regolarità non è disciplina agonistica, illegittimo sanzionare i soci Asi”

Si arricchisce di un nuovo capitolo la diatriba nata tra Asi e Aci Sport in seguito alla decisione di quest’ultimo di sanzionare piloti e scuderie che a marzo avevano partecipato a una gara di regolarità organizzata dall’Automotoclub Storico Italiano (la 100 Miglia delle Terre Gonzaghesche). Dopo il polverone suscitato dalla notizia, Ruoteclassiche aveva raccolto una dichiarazione del presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani (in un’intervista più ampia che trovere sul numero di ottobre). Ora, sulla materia, arriva anche la puntualizzazione dell’Asi, che sul proprio sito ha ribadito la sua poszione ufficiale con una nota che pubblichiamo integralmente. Ecco il testo:

“Riceviamo ormai da mesi notizie dai club federati all’Asi, di alcuni tentativi da parte di Aci-Csai di impedire il regolare svolgimento delle manifestazioni, con le motivazioni più disparate. Intendiamo quindi qui occuparci della correttezza del comportamento dell’Asi oltre che di quello dell’Aci-Csai, laddove lo stesso possa violare specifiche norme di Legge.

È ovvio che nell’ambito delle due  diverse Organizzazioni – da un lato l’Aci-Csai federata al Coni, e a livello nazionale espressione della Fia, organizzazioni tutte che si occupano di sport agonistico e dall’altro l’Asi non iscritta al Coni ma membro della Fiva, della quale è Anf per l’Italia, che non si occupa di sport, meno che mai agonistico – esistono e sono sempre esistiti limiti e differenze recepite dal nostro legislatore nazionale, oltre che dagli Organismi Internazionali.

È ovvio che l’Asi non può interferire nei comportamenti che l’Aci/Csai assume nei confronti dei propri iscritti, ma quando la stessa persona è iscritta sia all’Asi sia all’Aci-Csai, detti soggetti non possono essere sanzionati per aver partecipato a Manifestazioni Asi, iscritte a calendario Asi e che rispettano i Regolamenti Asi.

Abbiamo sopra precisato che l’Asi non si occupa e non può occuparsi di sport agonistico, demandato esclusivamente all’altra organizzazione, ma l’art 125 del Regolamento Aci-Csai non può creare confusioni, laddove parla di “manifestazioni e di “sanzioni”.

Facciamo notare all’Aci/Csai, che la libertà di associazione è tutelata costituzionalmente nel nostro Paese dall’Art. 18 della Costituzione e pertanto ove le norme del suo Regolamento venissero interpretate nel senso restrittivo sopra ipotizzato, l’Aci-Csai violerebbe norme di rango costituzionale.

Quanto alle manifestazioni che sono state sempre effettuate dall’Asi (l’anno prossimo per l’Asi ricorrerà il suo cinquantesimo anniversario) e alle norme nazionali che le regolamentano, basta esaminare la Circolare 14 gennaio 2015 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prot. 164/R.U. (che vede come destinataria anche la Csai, Circolare che la Csai “deve applicare” in quanto facente parte della Pubblica Amministrazione).

La Circolare esaminando l’art 9 D.lgvo 3 aprile 92 n. 285, nelle proprie premesse stabilisce: “La disciplina in parola si applica esclusivamente a manifestazioni che comportano lo svolgimento di una gara intesa come competizione tra due o più concorrenti o squadre impegnate a superarsi  vicendevolmente…” “…non rientrano quindi in tale disciplina le manifestazioni che non hanno carattere agonistico…”.

Mai nelle manifestazioni dell’Asi i partecipanti sono stati autorizzati né legittimati a “superarsi vicendevolmente!”. Nessun regolamento dell’Asi prevede né ha mai previsto questa possibilità.

Altresì per l’Aci-Csai è il Coni che deve dare il parere preventivo e stabilire il carattere sportivo della competizione, mentre il parere preventivo del Coni è espressamente non richiesto ,per le manifestazioni di regolarità dei veicoli indicati nell’art. 60 del Codice della Strada laddove la velocità sia inferiore a 40 km/h e la manifestazione sia organizzata secondo le norme, nel caso specifico, dell’Asi.

Anche il collaudo del percorso, obbligatorio per le gare con velocità media superiore a 50 km/h (se percorso aperto al traffico) viene omesso.

A livello internazionale esistono le due Organizzazioni Fia (della quali l’Aci-Csai è una costola a livello nazionale) e Fiva (della quale l’Asi è Anf per l’Italia), le quali fin dall’anno 1999 hanno sottoscritto espliciti accordi sulle rispettive competenze.

Il 27 ottobre 1999 il Presidente della Fia Max Mosley e il Presidente della Fiva Francesco Guasti si sono scambiati due lettere – entrambe datate 19 ottobre 1999 – con le quali hanno stipulato una serie di accordi, che avrebbero difeso la libera circolazione dei veicoli storici, creato un Comitato paritetico e all’art 5 del documento hanno stabilito che le manifestazioni non sportive di regolarità continueranno a poter utilizzare l’uno o l’altro dei due regolamenti Fia o Fiva, legittimando fin da allora l’Asi a svolgere dette manifestazioni di regolarità.

Considerato quanto precede anche a livello normativo, riteniamo che l’Asi, i club federati e i tesserati possano continuare a organizzare e partecipare con tutta tranquillità alle manifestazioni nelle ambito delle competenze – come sopra indicate – senza timori di alcun genere.

Laddove poi si verificassero ulteriori iniziative di disturbo nei confronti dei singoli, con comportamenti vessatori nei loro confronti, l’Asi, che vedrebbe perdite di adesioni alle proprie manifestazioni, potrebbe ravvisare i presupposti per proporre una fondata azione di danni nei confronti di coloro che dovessero assumere comportamenti antigiuridici”.

 

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