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Lombardia: da oggi è possibile uscire per effettuare la manutenzione di veicoli d’epoca

Dopo il lockdown in Lombardia a partire da oggi è possibile accedere a garage e magazzini per la manutenzione dei propri mezzi storici. Una decisione che sarà recepita anche da altre regioni.

Con l’avvio della ‘Fase due’ dell’emergenza Coronavirus, a partire da oggi si allentano le misure di contenimento e di limitazione alla circolazione delle persone in tutto il Paese. Una buona notizia per gli appassionati di motorismo storico arriva dalla Regione Lombardia che traccia un nuovo indirizzo nelle motivazioni che consentono alle persone di uscire per giustificato motivo o per necessità dalle proprie abitazioni. Una tendenza che a brevissimo potrebbe diventare una linea comune per molte altre regioni, in tal senso la Lombardia si conferma apripista per quanto concerne l’innovazione normativa.

L’ordinanza. La giunta regionale lombarda nell’ordinanza 539 del 3 maggio 2020 ha stabilito che “è consentito nell’ambito del territorio regionale lo spostamento verso e dalla seconda casa o presso camper, roulotte, imbarcazioni, velivoli, veicoli d’epoca o da competizione, in proprietà o sulla base di un altro diritto legittimante sul bene, ai fini delle svolgimento di attività di manutenzione necessaria per la tutela delle condizioni di sicurezza e conservazione del bene, fatta salva la possibilità di lavori per mezzo di operatori professionali”. La dizione “veicoli d’epoca” va in realtà intesa da parte del legislatore regionale nella più ampia accezione di “mezzo di interesse storico e collezionistico” e non solo come specifica la classificazione del Codice della Strada di veicolo “musealizzato” e non adatto alla circolazione stradale . Una categoria più ampia che comprende sotto questa accezione i mezzi comunemente definiti d’epoca e non necessariamente solo quelli più anziani.

Filiera bloccata. Chi plaude alla riapertura del comparto dei mezzi storici è l’Asi, che in una nota specifica come da oggi, lunedì 4 maggio, possono riaprire anche molte attività connesse al settore del motorismo storico: dalla fabbricazione di articoli in gomma, plastica e metallo alle officine di riparazione; dal commercio di autoveicoli alle segreterie delle associazioni. Una ripartenza molto attesa, perché il sistema automotive è stato duramente colpito dall’emergenza Covid-19 e dal conseguente “lockdown” che dal 9 marzo ha bloccato l’intera filiera. Il motorismo storico rientra in questo comparto con una sua specifica nicchia, che in Italia vale 2,2 miliardi di euro all’anno di indotto economico e che rappresenta, insieme all’alta moda e all’enogastronomia di qualità, una delle eccellenze italiane più apprezzate nel mondo. L’Asi ha stimato che, in questi primi mesi del 2020, il settore abbia perso oltre mezzo miliardo di euro di giro d’affari. Il 75% di questo valore – pari a 375 milioni di euro – si riferisce agli operatori del settore come artigiani, commercianti, micro e piccole imprese che si occupano di gestione, manutenzione, restauro e produzione di parti specifiche per i veicoli storici: attività che in regime di “lockdown” hanno ridotto del 70% la loro operatività.

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