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[Mille Miglia 2018] Juan e Barbara, come nelle favole

Nell’anno del novantesimo anniversario della prima delle undici vittorie dell’Alfa Romeo nella “corsa più bella del mondo”, la coppia argentina sale sul gradino più alto del podio con una splendida 6C 1500.

Alla fine hanno vinto loro. “Anche se quest’anno è stato particolarmente difficile”, spiegano Juan Tonconogy e Barbara Ruffini, che riescono finalmente a rilassarsi sul red carpet di Viale Venezia, a Brescia. Qui la loro splendida Alfa Romeo 6C 1500 “testa fissa” del 1933 ha sfilato tra due ali di folla letteralmente impazzita. Chi chiede un autografo, chi sgomita per un selfie, chi si lancia addirittura in un abbraccio che la coppia argentina non manca mai di ricevere e ricambiare.

Quello che colpisce ed emoziona più di ogni altra cosa è la loro semplicità: per quattro giorni hanno incarnato i nostri sogni, le nostre speranze, le nostre passioni più vere. Tutti, spettatori, giornalisti, fotografi e addetti ai lavori, nessuno escluso, si sono immedesimati in loro. Tutti li hanno sostenuti, ammirati e acclamati. Mai come oggi la vittoria è stata partecipazione, anche per i concorrenti partiti col favore dei pronostici come gli sportivissimi Giovanni Moceri e Daniele Bonetti (secondi su Alfa Romeo 6C 1500 del Museo di Arese) e i sempre sorridenti Andrea Vesco e Andrea Guerini (terzi con una 6C 1750).

Di Juan, eccellente pilota, stupisce la profonda umiltà e la sua calma quasi serafica. Barbara invece, sua navigatrice e compagna di vita, colpisce dritto al cuore con un’inaspettata timidezza. “Una vittoria arrivata grazie a Barbara e a questa magnifica Alfa Romeo” spiega Juan, che ammette di aver avuto meno difficoltà a guidare la sei cilindri del Biscione rispetto alla Bugatti T40 con cui ha corso e vinto la Freccia Rossa nel 2013 e 2015. Somiglia a un grande ex campione di tennis suo connazionale, Guillermo Vilas, ma Juan ha lineamenti più delicati, quasi malinconici.

Barbara sorride, china il capo e per un attimo riesce a sfuggire alla tempesta di flash che bersagliano lei, Juan e la macchina. “Affiatamento, ma anche una questione di testa: per questo alla fine abbiamo centrato la vittoria”, conclude con un sorriso magnetico, scompigliando i capelli del compagno.

La ricetta del loro successo, però, forse va un po’ più un là; come tutte le cose magiche, speciali, forse neanche esiste. Non per noi, almeno. Vogliamo dunque che siate voi, ognuno a suo modo, a interpretare la magia di questo “film”, di questa fantastica storia di motori, cuore, passione. Di questa storia d’amore – lasciateci dire – che è stata l’edizione 2018 della “corsa più bella del mondo”.

Conserveremo tutti il ricordo di una gara da favola e che entra di diritto, tra l’altro, nella storia della Mille Miglia come rievocazione storica: Juan è il primo argentino ad averla vinta tre volte, Barbara invece è alla sua prima vittoria. 

Gaetano Derosa e Alberto Amedeo Isidoro

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