Perché ci si affida a un’espressione artistica? Per chi si mette in gioco la propria creatività? Con quali obiettivi? Difficile rispondere per qualsiasi artista, sia egli un pittore, un musicista, uno scultore o un attore.
“Dipingo soprattutto per me. Per una forma di training autogeno che sento necessaria. Ma ovviamente lo faccio volentieri anche per tutti coloro che condividono la mia stessa grande passione”. Una sintesi di tutte e tre le risposte ci arriva da questa dichiarazione di Silvio Pera, veronese, classe 1959, da qualche decennio direttore creativo di una rinomata agenzia di comunicazione scaligera.
Il suo sacro fuoco? Quello di molti, pittori e non: le Porsche: “La mia prima fu una 911 SC d’occasione, acquistata nove mesi dopo il mio matrimonio; e fu un po’ come la gestazione di un sogno”. Oggi le vetture di Zuffenhausen sono il suo soggetto preferito, ritratte con la tecnica della pittura a olio o con i colori acrilici su tele di dimensioni significative (100 x 70 o 90 x 90 cm) ispirandosi ai quadri iperrealisti dell’americano James Rosenquist, considerato uno dei padri storici della Pop Art.
Se non proprio a bordo delle automobili, almeno nei loro dintorni, Pera ammette di avere trascorso quasi tutta la propria infanzia: “Dapprima sulle macchinine a pedali della Giordani, poi con i modellini della Politoys. Fino ad arrivare ai disegni, tantissimi, con le pagine di Quattroruote a fare da fonte d’ispirazione“.
All’inizio erano una passione, un gioco. Fino a quando, in qualità di pubblicitario, non gli hanno dato l’opportunità di lavorare – nell’advertising – a diretto contatto con le Case. “Oggi cerco di ritagliarmi del tempo per dipingere, anche se non è facile”. Quando ci riesce, è quasi sempre su una Porsche che sale con i suoi pennelli…
Le altre puntate di Motoring art: Enzo Del Bianco, Design by Gaber, Stefano Marchetti, Markus Haub, Daniele Mini, Andrea Lattanzio, Stefano Bressani, Gianfilippo Aondio.
Dario Tonani