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28/07/2005 | di Redazione Ruoteclassiche
NON È MAI TROPPO TARDI
Non bisogna mai arrendersi. Perché ogni gara è buona per arricchire il proprio palmarès. È quanto dimostrato da Angelo Mezzadri, che alla tenera età di 72 anni si è imposto alla Otto Ore del Garda, gara di regolarità di 120 chilometri, con 22 rilevamenti al centesimo di secondo, svoltasi il 26 febbraio, con partenza ed […]
28/07/2005 | di Redazione Ruoteclassiche

Non bisogna mai arrendersi. Perché ogni gara è buona per arricchire il proprio palmarès. È quanto dimostrato da Angelo Mezzadri, che alla tenera età di 72 anni si è imposto alla Otto Ore del Garda, gara di regolarità di 120 chilometri, con 22 rilevamenti al centesimo di secondo, svoltasi il 26 febbraio, con partenza ed arrivo a Riva del Garda (TN).

E dire che gli auspici della vigilia erano tutti a suo sfavore. Proprio il sabato ha saputo che il suo navigatore non avrebbe potuto essere della partita. Ma Mezzadri non ha battuto ciglio, è salito sulla sua Lancia "Fulvia Sport" Zagato del 1971 e ha iniziato a siglare passaggi precisissimi, collezionando appena 81 penalità.

Poco meno bravi sono stati i bresciani Fortin-Pillé, che hanno inseguito il baffuto mantovano per tutta la giornata, chiudendo alla fine con sole cinque penalità di ritardo. Un'inezia. Più staccato, 24 penalità il suo ritardo, un altro equipaggio mantovano, Gandolfi-Scapinello, al volante di una curiosa Fiat "600 D" carrozzata Moretti, una vettura che mai avrebbe immaginato di dover affrontare le strade dell'alto Lago di Garda con i numeri sulle portiere.

Dopo, i distacchi si fanno pesanti, anche per degli specialisti come Iula-Bottacin, Fiat "131 Rally Abarth", che hanno pagato 50 penalità chiudendo al quarto posto, davanti a Barbiero-Ferrarese, Lancia "Fulvia Coupé Montecarlo", quinti con 77 penalità.

Giornata no per uno degli equipaggi favoriti, Scapin-Dal Ben, Innocenti "Mini Cooper", che ha chiuso solo al 18° posto in classifica generale, con un distacco di 237 penalità. Alla gara hanno preso parte 42 equipaggi.

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