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03/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche
OBIETTIVO MILLE MIGLIA
Aerodinamica per competere nelle lunghe gare su strada. Ma troppo pesante: i piloti le preferirono la versione aperta “508 S”. Oggi però è rivalutata per la linea e per il confort della carrozzeria chiusa. L’esemplare del servizio, uno dei pochissimi conservati, appartiene alla Collezione Quattroruote.La “Balilla Berlinetta” – o “Mille Miglia” – sul piano stilistico […]
03/08/2005 | di Redazione Ruoteclassiche

Aerodinamica per competere nelle lunghe gare su strada. Ma troppo pesante: i piloti le preferirono la versione aperta "508 S". Oggi però è rivalutata per la linea e per il confort della carrozzeria chiusa. L'esemplare del servizio, uno dei pochissimi conservati, appartiene alla Collezione Quattroruote.

La "Balilla Berlinetta" - o "Mille Miglia" - sul piano stilistico poteva dirsi un piccolo capolavoro, la cui paternità è riconducibile alla matita di Mario Revelli di Beaumont. Concepita per partecipare alle lunghe corse di durata, non fu in grado di assolvere a quei compiti così gravosi; la sua scocca in legno era lastrata in acciaio e a ciò fu imputabile l'aggravio di peso nei confronti della versione aperta.

Lo sviluppo ovoidale dei parafanghi, l'andamento spiovente e rastremato della coda, l'inclinazione del parabrezza in sintonia con quella della mascherina del radiatore anticiparono gli indirizzi estetici che contraddistinsero l'architettura dell'automobile nella seconda metà degli anni 30.

"Il fatto che sia molto ambita l'espone però al rischio di essere 'falsificata'", spiega Federico Robutti, consulente storico di Ruoteclassiche e responsabile del museo di Quattroruote, a cui appartiene l'esemplare del nostro servizio. "La tentazione di trasformare una normale 'Balilla', che si può acquistare per poche migliaia di euro, in una 'Mille Miglia', che ne vale 50.000, è forte". Il nostro esemplare ebbe due proprietari: Guido Balestra di Ascoli Piceno, che l'acquistò nel 1935 per 15.500 lire, e Gianni Mazzocchi, fondatore della Editoriale Domus, che nel '59 la pagò 350.000 lire.

Nel 1960 la vettura subì interventi minimi, tra i quali la rimozione del foglio di celluloide che proteggeva la targa in ossequio alle norme introdotte dal Codice della Strada nel 1959. Poi solo la normale manutenzione. Robutti ha un rilevo da fare: i parafanghi posteriori sono uno diverso dall'altro, un fatto però normale per una macchina costruita artigianalmente. La nostra "Balilla Mille Miglia" ha partecipato a numerose manifestazioni, senza mai essere rimorchiata da un carro attrezzi.

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