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12/01/2006 | di Redazione Ruoteclassiche
OPERAZIONE SAN GENNARO
Massimiliano Caldi diceva che da grande avrebbe fatto il direttore d’orchestra e si sarebbe comprato un’auto uguale a quella che aveva visto nel film con Totò e Manfredi. Ebbene ce l’ha fatta, ma è stato più facile diplomarsi al conservatorio che trovare la macchina: un solo proprietario, 168.000 km, nove milioni di lire.Massimiliano Caldi, professione […]
12/01/2006 | di Redazione Ruoteclassiche

Massimiliano Caldi diceva che da grande avrebbe fatto il direttore d'orchestra e si sarebbe comprato un'auto uguale a quella che aveva visto nel film con Totò e Manfredi. Ebbene ce l'ha fatta, ma è stato più facile diplomarsi al conservatorio che trovare la macchina: un solo proprietario, 168.000 km, nove milioni di lire.

Massimiliano Caldi, professione direttore d'orchestra, voleva regalarsi una Fiat berlina della serie "1800"-"2100"-"2300". La ragione era un modellino Corgi Toys della Fiat "2100" che la mamma gli regalò da bambino; la simpatia per questo modello si rafforzò quando, nel 1966, vide al cinema "Operazione San Gennaro", dove compariva una "1800" bianca. Cinque anni fa sembrava fatta: aveva letto su Ruoteclassiche di una "1500 L" del 1964, un solo proprietario, bianca.

La "1500 L" ("L" sta per "Lunga") è uguale alla "1800"-"2100", cambia solo il motore: invece di un sei cilindri, il quattro cilindri di 1481 cm³ della "1500". Ma l'auto era già stata venduta per quattro milioni ed era finita in provincia di Verona, affidata alle cure di un restauratore che la sottopose a qualche lavoro di carrozzeria. A Verona per un concerto, Caldi andò a vedere l'auto e, dopo una lunga trattativa con il nuovo proprietario, la acquistò per ben nove milioni.

Tenuta sempre in garage e con 168.000 km all'attivo, questa macchina alla fine del 2001 era sostanzialmente a posto, ma lo scrupoloso maestro ha fatto eseguire una serie di interventi e sostituzioni, riguardanti i silentblock dell'avantreno, le pinze dei freni anteriori, il gruppo frizione, il motorino d'avviamento, gli ammortizzatori posteriori, i pneumatici e il complesso di scarico; l'imbottitura dei sedili è stata rifatta, mantenendo il rivestimento originale. E così se ne sono andati altri 3000 euro.

La "1500 L", come molte berline italiane degli anni 60, è alta e stretta, con prevalenza del carico sull'avantreno. In curva è spiccatamente sottosterzante e costringe spesso a esagerare con la rotazione del volante: ne consegue un rollio accentuato che dà la sensazione di una tenuta precaria. Sul fronte delle prestazioni non ci si può aspettare molto da una motore da 75 CV montato su una macchina di oltre 1200 kg.

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