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Parma-Poggio di Berceto 2018: regolarità ricca di fascino

Disputata lo scorso fine settimana la Parma – Poggio di Berceto, una gara di regolarità per automobili classiche che affonda le sue radici negli anni Dieci.

Se chiedete a Gianfranco Bertei perché si deve partecipare alla Parma – Poggio di Berceto, lui non ci pensa neanche tre secondi e in maniera del tutto spontanea risponde: “perché è una manifestazione ricca di fascino!”. Il numero d’iscrizioni di questa edizione, aumentato rispetto all’anno scorso andando un po’ contro corrente, visto che in generale quest’anno la maggior parte degli organizzatori ha lamentato un decisivo calo di partecipazione alle gare, rende onore all’affermazione del presidente della Scuderia Parma Auto Storiche, abile regista di questa competizione andata in scena lo scorso fine settimana del 29 e 20 settembre.

La storia. Noi però ne abbiamo trovati almeno altri tre di motivi per partecipare a questa manifestazione che venne disputata come corsa automobilistica per la prima volta il 28 settembre del 1913, proprio sul tratto della Parma – Poggio di Berceto fino al 1955, e poi per altre sei edizioni – dal 1962 al 1975 – lungo il percorso Fornovo – Monte Cassio. Una corsa che già allora richiamava grandi piloti quali Campari, Ascari, Villoresi e persino Enzo Ferrari, che qui esordì come pilota nel 1919 al volante di una CMN classificandosi undicesimo assoluto e quarto di categoria, mentre a vincere fu Ascari su una Fiat S 57/14 B, con cui stabilì il nuovo record di salita, alla media oraria di 83 km. Ecco chi partecipa può ancora oggi farsi rapire dalla bellezza di questo tracciato, che per l’occasione viene addirittura chiuso al traffico, anche se non si può più parlare di velocità, ma di regolarità.

Prologo al sabato. Regolarità appunto, perché la Parma – Poggio di Berceto è una gara a tutti gli effetti, che inizia già il sabato. Chi vuole scaldarsi in previsione del giorno successivo infatti, può puntare a vincere uno dei prodotti principi del territorio emiliano, aggiudicandosi il Circuito di Parma – “Trofeo del prosciutto”. 42 prove cronometrate e un percorso che conduce dalla Rocca di Sala Baganza alle cantine di Monte delle Vigne e ritorno, lungo il quale quest’anno ha primeggiato l’equipaggio del Cmae composto da Lumignon e Gandolfo. La domenica, invece, prende il via, da Piazza del Duomo nel capolouogo emiliano, la Parma – Poggio di Berceto vera e propria, circa 140 chilometri passando per Collecchio, Sala Baganza, Fornovo di Taro e Terenzo, intervallati da 58 prove cronometrate.

Le ragioni del successo. Sul perché valga la pena partecipare, potremmo dire dell’ospitalità, dalla Rocca di Sala Baganza alla cantina di Monte delle Vigne a Ozzano Taro, fino alla corte di Giarola a Collecchio. Oppure potremmo parlare della tipologia di prove cronometrate che i partecipanti si trovano ad affrontare. Durante il briefing scopri, infatti, che le serie di pc concatenate in gruppi anche di 13 e 16 passaggi, non presentano il tradizionale cartello giallo, presso il quale ci si può fermare per individuare il cartello rosso, posto solitamente a fianco del pressostato. Troppo facile dirà qualcuno. Alla Parma – Poggio di Berceto non ci sono proprio cartelli, né gialli né rossi, e il tubo è a vista, il che significa che tra un passaggio e l’altro non ci si può fermare. Noi, che facciamo diverse gare nel corso dell’anno, l’abbiamo trovato curioso, difficile, strano e stimolante, perché è un metodo di passaggio che devi acquisire, e si sa nella regolarità gli errori si pagano al centesimo di secondo, quindi non hai molto tempo per abituarti.

Coppa d’argento. Alla fine si sono imposti, con una media di 2,4, i parmensi Matteo Iotti e Matteo Lamini, su A112 Abarth del 1980, che puntavano fortemente a questa vittoria in quanto se alla Parma – Poggio sei autore di una doppietta, porti a casa anche l’ambita “coppa d’argento” sulla quale viene inciso il tuo nome. Istituito nel 2009, il primo a vincere questo speciale trofeo è stato Armando Fontana con due vittorie nel 2009 e nel 2010, seguito da Roberto Crugnola primo assoluto nel 2014 e nel 2017, e dallo stesso Iotti. Con le vittorie del 2012 e del 2015, e poi con quelle del 2016 e 2018, ci ha confessato che vuole arrivare a quota tre coppe d’argento. Tornando alla gara di domenica 30 settembre, si sono classificati secondi Lumignon – Gandolfo, sempre su A112 Abarth, distaccati di 18 penalità, e terzi Malucelli – Bernuzzi su Ferrari 348 TB del 1992.

Eleganza in movimento. Ultimo, ma non meno importante, il concorso d’eleganza dinamico patrocinato dalla Aavs e dalla Fiva, che ha riconosciuto la bellezza e l’importanza di alcune vetture di prestigio partecipanti alla Parma – Poggio. Ad aggiudicarsi il primo premio, secondo noi del tutto meritato, la Bentley 3.5 Tourer By Vanden Plas del 1934, seguita sul podio delle più eleganti dalla Siata Motto Sport del 1952 e dalla Lancia Aurelia B24 Spider del 1957. Quarta la Simca Fiat 508 S LM del 1938, mentre quinta e sesta rispettivamente la Fiat 1500 TV Trasformabile Carrozzeria Berti e la Fiat 1500 B Berlina del 1939.

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