Pechino-Parigi, la Mongolia mette alle corde un terzo degli equipaggi. Ma non due italiani... - Ruoteclassiche
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29/06/2016 | di Redazione Ruoteclassiche
Pechino-Parigi, la Mongolia mette alle corde un terzo degli equipaggi. Ma non due italiani…
Nell'ultimo flash di aggiornamento, il 16 giugno, cioè quattro giorni dopo il via della Pechino-Parigi 2016, avevamo entusiasticamente segnalato la partenza in quarta di quasi tutti gli equipaggi italiani. Oggi, a un paio di settimane di distanza, la carovana entra in Europa completamente rivoluzionata nella classifica.
29/06/2016 | di Redazione Ruoteclassiche

Nell'ultimo flash di aggiornamento, il 16 giugno, cioè quattro giorni dopo il via della Pechino-Parigi 2016, avevamo entusiasticamente segnalato la partenza in quarta di quasi tutti gli equipaggi italiani. Oggi, a un paio di settimane di distanza, la carovana entra in Europa completamente rivoluzionata nella classifica. Ma un paio di vetture italiane, tra le quali la Giulia della Scuderia del Portello con a bordo il nostro cronista Roberto Chiodi (assieme alla moglie Rita) e sulla carrozzeria la scritta Ruoteclassiche, stanno tenendo botta alla grande ai team di testa. Ecco che cosa sta succedendo nel dettaglio, nelle parole di Roberto, al quale va il nostro enorme in bocca al lupo.

"Eccoci finalmente in Europa, diciassettesimo giorno della Pechino-Parigi più massacrante che sia stata disputata. Soltanto due delle sette macchine italiane in gara sono ancora medaglia d'oro, sono riuscite cioé a rispettare tutti i controlli orari e a disputare tutte le prove speciali entro il tempo massimo. Noi (Rita e Roberto Chiodi, i vostri cronisti) ne facciamo parte e siamo diciassettesimi assoluti e terzi di categoria. Anche Puddu-Castellini conservano il massimo riconoscimento e nella generale sono ventiquattresimi. Tutti abbiamo avuto molti problemi meccanici, la Mongolia ha falcidiato di almeno un terzo il numero dei 109 concorrenti, che adesso stanno tornando un po' alla volta in carovana dopo le riparazioni compiute avventurosamente".

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