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Perché i dazi di Trump colpiscono anche le autostoriche

Dopo l’acciaio anche le auto. Il presidente degli Stati Uniti sta attivando le procedure per arrivare a tassare le auto e i ricambi di importazione. Se dovesse diventare legge potrebbe colpire anche le classiche e ricambi con un aliquota fino al 25%. 

L’allarme arriva in redazione sotto forma di email direttamente da Sandra Button, Presidente del Concorso d’eleganza di Peeble Beach: se la proposta di tassare le auto di importazione negli Stati Uniti dovesse andare avanti colpirebbe, con una aliquota ora prevista al 25%, anche le classiche: c’è tempo fino al 22 giugno per far sapere il proprio pensiero Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti.

Acciaio, alluminio, automobili. Per capire di cosa si tratta occorre riavvolgere il film degli ultimi mesi, dove prima con la vicenda dazi su acciaio e poi con voci ricorrenti di voler tassare anche le auto di importazione non erano mancate le avvisaglie. Ma l’escalation è delle ultime settimane, a partire dal 23 maggio quando le principali testate internazionali, come Politico.com piuttosto che il Wall Street Journal, hanno iniziato a riportare l’intenzione del Presidente degli Stati Uniti di procedere con i dazi sulle automobili d’importazione, similmente a quanto già previsto e oggetto di discussione per mesi a livello internazionale con riguardo ad acciaio e alluminio.

Un giro di 170 milioni di dollari. Il procedimento legislativo è incardinato sul Trade Expansion Act del 1962 che rende possibile per l’esecutivo effettuare investigazioni per capire l’impatto delle importazioni in tema sicurezza sul mercato domestico. È interessante notare che, se questi dazi dovessero poi tradursi in realtà, l’impatto economico – che ovviamente riguarda in massima parte le auto nuove – sarebbe molto più elevato di quelli che riguardano acciaio e alluminio: si calcola che il mercato delle auto di importazione varrebbe intorno ai 170 milioni di dollari contro i 48 delle materie prime in questione. Come è anche vero che già ora sono previsti dazi per le auto europee che vanno negli Usa (2,5% per le auto ma variano a seconda della tipologia, i Suv europei importati negli States per esempio pagano già oggi il 10%).

Colpite anche le auto da collezione. Tornando all’allarme di Sandra Button, allo stato attuale e se le cose dovessero andare avanti, il provvedimento colpirebbe in maniera indiscriminata anche le auto storiche e il mondo dei ricambi di importazione in generale e ci sono alcune considerazioni da fare. Alcune sono già esplicitate in modo molto chiaro proprio nel messaggio a tutti gli amanti delle auto storiche dal Presidente del concorso di Peeble Beach: il mondo delle auto d’epoca è per sua natura un mondo aperto, una piattaforma ormai globalizzata fatta di eventi, aste, appuntamenti come i concorsi di eleganza e le gare che vedono gli appassionati di tutto il mondo confrontarsi e dialogare senza distinzioni politiche o di appartenenza come naturale che sia. Ma poi ce ne sono altre e sono strettamente commerciali o, se vogliamo di impatto sugli scambi economici.

I rischi occulti. Non sfuggirà a chi è più esperto di finanza, mercati, valute e scambi commerciali internazionali che una variazione così pesante della tassazione, qualora dovesse verificarsi, determinerebbe delle evidenti variazioni nell’effettivo prezzo di acquisto e vendita finale delle auto da un continente all’altro, dando il via a possibili fenomeni di arbitraggio (ovvero la pratica di acquistare un bene su un mercato rivendendolo in un altro facendo leva sulle differenze di prezzo), rendendo  quindi più o meno conveniente la vendita o l’acquisto di certe tipologie di auto sui vari mercati o alle varie aste.

Collezionisti: oltre il 50% è in America. Inoltre, gli Stati Uniti rappresentano il mercato più importante per il settore delle storiche e, solo per ricordare un dato, oltre la metà dei principali collezionisti al mondo, secondo The Key 2018, vive e tiene le proprie collezioni oltreoceano. Insomma, se la levata di scudi degli appassionati di storiche non dovesse portare all’esclusione di questa categoria, sarà bene monitorare l’andamento di questa vicenda. Perché è anche vero che quando si inizia a fare gara di tassazione nessuno sta a guardare, mentre le risposte dei Paesi colpiti potrebbero non essere sempre morbide.

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