Peugeot 406 Coupé, il gioiello di Pininfarina - Ruoteclassiche
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06/12/2024 | di Andrea Paoletti
Peugeot 406 Coupé, il gioiello di Pininfarina
Vanta una linea che unisce mirabilmente eleganza e sportività, e si fa ammirare ancora oggi. E col motore V6 garantisce ottime prestazioni
06/12/2024 | di Andrea Paoletti

Compito: realizzare una coupé con quattro posti comodi, in grado di rivaleggiare con BMW e Mercedes. Svolgimento: prendere la 406 berlina, spogliarla e affidare la creazione del nuovo vestito - ma pure il suo assemblaggio e la verniciatura - al miglior designer sulla piazza. Con queste premesse, il progetto che lega nuovamente la Peugeot alla Pininfarina, dopo i fasti, tra l’altro, della 404 e 504, nasce con grandi aspettative e non delude.

Quasi una Ferrari. Introdotta sul mercato nel 1997, la 406 Coupé si fa subito ammirare per una linea pulita, senza tempo, che gioca abilmente con superfici levigate e moderni gruppi ottici sfuggenti, mostrando evidenti richiami alla Ferrari 456. Le differenze con la 406 berlina sono palesi, tanto da non sorprendere che nessun elemento della carrozzeria sia in comune con la 4 porte, caso più unico che raro, anche per i risvolti di tale scelta a livello di costi. Insomma, un progetto coi fiocchi, che ha comportato investimenti ingenti e che vuole riportare il Leone a ruggire tra le coupé d’alta gamma.

Buona dotazione di bordo. Per realizzare il tutto è necessario un equipaggiamento all’altezza e la 406 sfoggia Abs, specchietti retrovisori elettrici, volante e pomello del cambio rivestiti di pelle, impianto stereo con comandi al volante. Oltre a una dotazione di sicurezza che include airbag lato guida, barre anti-intrusione alle portiere, sterzo collassabile e finestrini elettrici con sistema anti-pizzicamento in chiusura. Questo per quanto riguarda la versione spinta dal 2.0 litri 16V da 132 CV, mentre la 3.0 V6 24V da 190 CV dispone anche di sterzo ad assistenza variabile, tergicristalli automatici con sensore pioggia, airbag passeggero e cerchi di lega BBS a sei razze da 16 pollici gommati 215/55, anziché da 15. In opzione, sedili elettrici riscaldati, rivestiti di pelle con memoria lato guida e impianto stereo firmato JBL.

Può arrivare a 240 km/h. Nel dicembre 1999, il 2.0 litri da 132 CV viene rimpiazzato da una nuova unità da 136 CV ma le prestazioni rimangono quasi invariate, con lo 0-100 coperto in 10,4 secondi e la velocità massima che sale da 203 a 208 km/h. Più sostanzioso è invece l’incremento di potenza per il 3.0 V6 che arriva a 207 CV. Anche qui però non ci sono grandi differenze, con lo 0-100 che scende a 7,8 secondi guadagnando solo un decimo e la velocità massima che aumenta di 5 km/h, arrivando a 240. Nel 2001-2 arriveranno un nuovo motore a benzina 2.2 e 158 CV e un turbodiesel di pari cilindrata da 133 CV.

Prodotta in buoni numeri. La carriera della 406, prima della chiusura della produzione nel 2004, passa attraverso un restyling che si concentra soprattutto sull’ampia presa d’aria anteriore, a quel punto dotata di una griglia cromata, che appesantisce il look del frontale, turbando l’armonia generale. Con 107.631 esemplari prodotti, un risultato decisamente positivo, la 406 coupé entra di diritto tra le Peugeot sportive più belle mai realizzate e oggi è apprezzata dai collezionisti, soprattutto quelli d’Oltralpe. Le 2.0 litri si trovano a prezzi accessibili, anche a meno di cinquemila euro, mentre le 3.0 V6 difficilmente superano i diecimila euro, cifre decisamente abbordabili per un’auto il cui fascino è rimasto intatto.

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