All’alba di un giorno d’agosto del 1976 il regista francese Claude Lelouch si è cimentato con uno tra i più folli e controversi “corti” del cinema motoristico. Titolo: “C’etait un rendez-vous” (“Era un appuntamento”). È la storia di un uomo che corre dalla sua donna. Un piano sequenza di 8 minuti e mezzo, 10 chilometri di strade cittadine – quelle di Parigi – percorse ad altissima velocità.
“Il film è stato realizzato senza alcun trucco e non è accelerato” recita l’avvertimento iniziale. Mai una sosta, mai un semaforo rispettato fino alla scalinata del “Sacro Cuore”. Lì emerge una ragazza, bionda, unico volto di tutto il film. L’uomo scende dall’auto e un fermoimmagine congela il loro abbraccio. Il “corto” è stato girato con una cinepresa montata su una Mercedes “450 SEL 6.9”.
Un secondo giro con la Ferrari “275 GTB” di Lelouch è servito per registrare l’audio, sovrapposto poi all’originale. Il contenuto – fuori da ogni rispetto delle regole stradali – ne ha compromesso la diffusione. Poi sono arrivati You Tube e nel 2003 un DVD. Si raccontava che Lelouch avesse ingaggiato un pilota di F.1.
“Al volante c’ero io – confessò il regista. – Era il mio film e me ne sono assunto i rischi e le responsabilità. Dopo la prima proiezione fui convocato dal prefetto. Mi lesse una lista d’infrazioni e mi chiese i documenti. Li guardò per un istante, poi con un sorriso me li restituì. ‘Ho garantito che le avrei ritirato la patente – disse – ma non ho specificato per quanto tempo. I miei figli adorano il suo film'”.