Rinasce l'altra metà di Arese - Ruoteclassiche
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11/09/2014 | di Alessandro Barteletti
Rinasce l’altra metà di Arese
All’indomani della notizia che ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli appassionati del marchio - il Museo Alfa Romeo, nel 2015, riaprirà - siamo andati a vedere come l'altra parte dell’ex stabilimento del Biscione si sta preparando all'Expo 2015.
11/09/2014 | di Alessandro Barteletti

All’indomani della notizia che ha fatto tirare un sospiro di sollievo agli appassionati del marchio - il Museo Alfa Romeo, nel 2015, riaprirà - siamo andati a vedere come l'altra parte dell’ex stabilimento del Biscione si sta preparando all'Expo 2015.

Le attività sono in pieno fermento. La bonifica dell’amianto e la demolizione dei capannoni, dove un tempo nascevano le vetture e i motori dell’Alfa Romeo, non si fermano neanche il fine settimana per rispettare le scadenze imposte dall’Esposizione Universale 2015 che sta per “invadere” il capoluogo lombardo. L’area di accoglienza che ospiterà un parcheggio di 8000 posti auto, infatti, sarà pronta entro maggio, in tempo per l’inaugurazione dell’Expo, mentre il centro commerciale che sta sorgendo nell’area Sud-Ovest dell’ex stabilimento - con oltre 90.000 metri quadrati l'Arese Shopping Center sarà il più grande d’Europa - verrà completato entro il mese di luglio.

Dai cantieri emergono voci secondo cui non tutto l’ex stabilimento sarà raso al suolo. In piedi rimarranno infatti l’intera Spina Centrale e l’ultimo tratto di quella Est, dove un tempo era fissato lo stemma del Biscione che dava il benvenuto su quel lato della fabbrica; dovrebbe, quest'ultima, ospitare i servizi igienici e di sorveglianza del parcheggio. Sopravviveranno anche la struttura portante dell’ex Centro Stile, che riceverà nuove pareti esterne, e - come testimonianza dei tempi che furono - l’angolo Nord-Ovest della fonderia.

Fiat, intanto, nel progetto di riqualificazione del Centro Direzionale (l’area che già ospita il Museo, l’Archivio e gli uffici di Automobilismo Storico) intende spostare lì anche l'attività del call center, attualmente attiva nella palazzina del Centro Tecnico che sarà comunque risparmiata dalle ruspe a tutela della sua particolarissima architettura.

La fornitura di energia elettrica rimane affidata all’originale centrale termoelettrica come rimarrà in uso il vecchio depuratore, in grado di svolgere ancora il suo mestiere nel rispetto delle attuali norme. Non a norma con gli standard di oggi, invece, le altezze interne dei cinque piani del silos, la struttura con 12.000 posti auto dove venivano stoccate le vetture prodotte nello stabilimento e che, in attesa di definire la destinazione dell’area che occupa, seppur in disuso, per ora resta dov’è.

La pista di collaudo interna allo stabilimento è stata già smantellata ma risorgerà a breve, poco più a Ovest, con un disegno di 1600 metri che ricorderà quello originale. L'area, che nella presentazione del progetto viene chiamata Mondo Auto Active, ospiterà collaudi, prove su strada, corsi di guida, manifestazioni oltre alla presentazione di nuovi modelli. Mondo Auto sarà anche tutta la zona più a Ovest del futuro centro commerciale, quella a ridosso della pista, che la Tea, la società del Gruppo Finiper proprietaria dell’area, nel rispetto della tradizione e degli illustri trascorsi di Arese, ha deciso di dedicare tutta all’automotive con showroom e vendita di auto, moto e accessori. Una struttura modulare costituita da tre elementi con illuminazione "a giorno" il cui piano superiore verrà riservato a una sala espositiva che - si dice - potrebbe ospitare in futuro i murales che un tempo adornavano le pareti delle sale dei sindacati all’interno della Spina Est. Abbiamo saputo infatti che una ditta specializzata si è occupata della rimozione dell’intonaco su cui erano state dipinte scene di vita e di storia dell’Alfa Romeo, e le ha messe in sicurezza. Nei piazzali interni, inoltre, verranno ricollocati anche lo stemma della Portineria Est e l’Uomo Libero, il monumento di 15 metri che lo scultore Mario Robaudi realizzò unendo centinaia di paraurti della “Giulia”.

testo e foto di Alessandro Barteletti

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