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10/01/2017 | di Redazione Ruoteclassiche
Ritorno al futuro: si chiama I.D. Buzz il nuovo Bulli
Dopo una serie infinita di proposte del mitico pulmino in chiave moderna la Casa di Wolfsburg questa volta sembra fare sul serio: la concept car presentata in questi giorni al Salone di Detroit dovrebbe andare in produzione entro il 2022. Guardare al futuro con un occhio rivolto al passato è uno slogan che molte Case […]
10/01/2017 | di Redazione Ruoteclassiche

Dopo una serie infinita di proposte del mitico pulmino in chiave moderna la Casa di Wolfsburg questa volta sembra fare sul serio: la concept car presentata in questi giorni al Salone di Detroit dovrebbe andare in produzione entro il 2022.

Guardare al futuro con un occhio rivolto al passato è uno slogan che molte Case automobilistiche usano (e abusano) di questi tempi. Ma lo stesso slogan è diventato realtà grazie a Volkswagen. Che, al Salone di Detroit, ha presentato l’ I.D. Buzz, versione futurista e ad alimentazione elettrica del mitico Bulli. Una rivisitazione in chiave moderna del pulmino che ha segnato, mai come nessun’altra vettura, un periodo storico come la rivoluzione giovanile del ’68.

Dal furgone originale l’I.D. Buzz riprende le forme simpatiche e tondeggianti, mentre dal Centro ricerca e sviluppo di Wolfsburg arriva la nuova piattaforma Meb su cui lo stesso I.D. Buzz si sviluppa: ha due motori elettrici, uno per asse, che erogano un totale di 374 Cv e li trasmettono alle quattro ruote. L’autonomia prevista è di 270 miglia, più di 430 km.

Il concept di van elettrico di Volkswagen non è una novità assoluta. Nelle scorse occasioni però all’annuncio iniziale non era seguito altro: così è stato nel 2002 con il progetto Microbus, nel 2011 con il Bulli e lo scorso anno con la concept car Budd-e. Stavolta però l’I.D. Buzz  sembra nascere col piede giusto: potrebbe vedere la luce entro il 2022 ed è destinato forse a rinverdire i fasti di un’epoca d’oro, un’epoca epica (scusate il gioco di parole) dove la mobilità su quattro ruote faceva rima con libertà e liberazione giovanile.

In epoca di flower power, il Bulli era il veicolo-icona, il mezzo ideale per far circolare le idee dirompenti della gioventù statunitense che si diffusero a macchia d’olio nel resto del mondo. E se nel 1968 lo slogan era pacifista ed ecologista, il discorso non cambia oggi, soprattutto alla luce del Dieselgate: il nuovo Bulli è un mezzo concettualmente “sessantottino” che, invece di “mettere fiori nei vostri cannoni”, mette elettricità nel motore senza bruciare benzina.

Per Volkswagen la rinascita del Bulli (questo era il soprannome che si conquistò il Transporter Typ 2) rappresenta un gradito ritorno di un modello andato in pensione alla fine del 2013 dopo 56 anni di onorata carriera.

L'ultima serie del pulmino VW è uscito alla fine del 2013 dalle catene di montaggio brasiliane. Allora il Bulli (che nel paese sudamericano veniva prodotto col nome di Kombi Last Edition) è stato obbligato ad andare in pensione dalla normativa brasiliana che impone a tutti i veicoli nuovi di essere dotati di ABS e di almeno due airbag frontali. Una modifica difficile da mettere in pratica su un progetto vecchio di mezzo secolo. Adesso si prospetta la rinascita. Con la svolta elettrica.

Qui invece si possono vedere tutte le 10 puntate della web series di Ruoteclassiche dedicata al restauro di un Bulli con Enrico Brignano.

Marco Gentili

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