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09/03/2021 | di Paolo Sormani
Seat, la vita comincia a 70 anni
I 70 anni della Seat: dalla 1400 dell'era Fiat, al passaggio sotto il controllo Volkswagen, fino alla svolta elettrica.
09/03/2021 | di Paolo Sormani

La Casa spagnola fondata nel 1950 entra nel nuovo decennio annunciando la costruzione di una fabbrica di batterie, accanto alla sede di Martorell; e un nuovo modello full electric per tutto il Gruppo Volkswagen. Quanta strada ha fatto, dai tempi della 1400...

Fu il re Juan Carlos di Borbone a inaugurare nel 1993 la sede di Martorell, una trentina di chilometri a nord-ovest di Barcellona. A quasi trent’anni di distanza, è stato il figlio, re Felipe VI a intervenire nel quartier generale Cupra per inaugurare quella che potremmo definire la terza vita della Seat. Ora il marchio spagnolo guarda al futuro per celebrare la propria storia. Dopo il periodo Fiat dal 1950 al 1983, la parentesi indipendente che portò alla produzione della Ibiza nell’84 e l’entrata definitiva nel gruppo Volkswagen 35 anni fa, il 2021 segna l’inizio della nuova era elettrica. Un evento storico, perché riunisce per la prima volta il re Felipe VI, il premier spagnolo Pedro Sánchez, l’AD di Seat e presidente del gruppo di Wolfsburg, Herbert Diess; e Wayne Griffiths, il presidente di Seat e Cupra. Soprattutto, annuncia un’alleanza organica fra pubblico e privato per promuovere l’ecosistema elettrico in Spagna.

Il futuro è 100% elettrico. Griffiths ha introdotto l’incontro di venerdì 5 marzo sottolineando come sia stata la Seat a mettere quattro ruote sotto la Spagna, per guidarla verso la modernità: “Ora è il momento di mettere l’elettricità sotto le ruote”. La pandemia non ha frenato più di tanto gli impegni fissati dalla Seat: il 2020 è iniziato con il lancio della nuova famiglia Leòn, seguita dalla Formentor, il primo modello 100% Cupra. “Dopo aver avviato la produzione dei primi ibridi plug-in proprio, a Martorell nasceranno il primo veicolo full electric della Seat e una fabbrica di batterie. Saranno il primo risultato dei cinque miliardi di euro di investimenti pianificati fino al 2025”. Diess ha sottolineato come la Spagna abbia tutte le carte in regola per diventare un hub per la mobilità a emissioni zero in Europa: “La produzione locale dei moduli fuel cell e la costruzione di catena del valore per la e-mobility è una possibilità storica per ammodernare la struttura industriale e diventare carbon neutral anche prima del 2050, l’obiettivo che si è posto il Gruppo Volkswagen”.

Il discorso del re. È stato il monarca spagnolo a riassumere e sottolineare la statura industriale della Seat all’interno del sistema-Paese; e di come sia questo il momento in cui fare la storia e la differenza. “Seat è un’azienda emblematica per la Spagna. I 70 anni festeggiati l’anno scorso sono il simbolo dell’unica Marca che produce, sviluppa e commercializza automobili nel Paese. L’industria dell’auto è strategica, genera l’8,5% del PIL e il 19% sul totale delle esportazioni. Le sue fabbriche nelle 10 Comunità hanno creato due milioni di posti di lavoro, direttamente e nell’indotto, con salari del 40% oltre la media nazionale. Un’industria strategica e innovatrice, che investe il 2% delle entrare in R&D, l’80% in più della media spagnola”. Decarbonizzazione, mobilità sostenibile, digitalizzazione: questi gli obiettivi che, secondo re Felipe VI, si pone la Spagna per gli anni Venti attraverso la Seat. “Siamo coscienti che la transizione dovrà esesre accompagnata dai punti di ricarica, da iniziative di supporto pubblico, da una fiscalità ambientale adeguata. Il nostro supporto è e sarà assoluto”, ha concluso. Lo Stato ha previsto quasi due miliardi di euro di budget riservato alle infrastrutture per la “porta dell’Europa”, la regione di Martorell dove pulsa il cuore produttivo della Seat.

Dalla Zona Franca a Martorell. Certo, è passata un’eternità e tutto è cambiato dal 14 novembre del 1953, il giorno in cui dalla catena di montaggio dello stabilimento di Zona Franca uscì la prima 1400, l’omonimo modello Fiat costruito su licenza. La partnership con l’azienda torinese sarebbe proseguita con successo per trent’anni, contrassegnata da bestseller come la 600. Allestita nelle versioni N, D, E, L e Special, l’utilitaria fu costruita in 800.000 esemplari segnando l’ingresso della mobilità di massa nell’arretrata Spagna di Franco. Il 1973 segnò il lancio della Seat 132 e l’inizio della costruzione del Centro tecnico di Martorell dove vent’anni dopo sarebbe sorta la nuova sede. Le ultime vetture costruite su licenza Fiat furono la Seat 1200 Sport, la Seat Ritmo (poi Ronda), la Seat 128 3P e la Seat Panda, ribattezzata Marbella nei due anni “indipendenti”. La seconda vita della Seat iniziò nel 1986 con l’entrata definitiva nel Gruppo Volkswagen e l’inizio delle esportazioni in Europa dei modelli Malaga, Cordoba, Inca e Arosa.

Un altro cambio di passo è giunto più di recente, nel 2018, con la nascita di Cupra (acronimo di Cup Racing, che sostituì la Seat Sport nel settore corse). Il marchio è dedicato ai modelli più performanti: dopo la Cupra Ateca, evoluzione sportiva dell’omonimo modello di produzione Seat, il SUV Formentor del 2020 è la prima vettura a marchio Cupra non derivato da altri modelli della Casa spagnola. Che ora non nasconde l’ambizione di diventare un perno del nuovo ecosistema elettrico dell’automotive nazionale ed europeo. La nuova berlina full electric costruita a Martorell sarà posizionata sotto la Born, la prima elettrica del marchio Cupra, che per ragioni di economia di gruppo è assemblata nella fabbrica di Zwickau, in Germania. Sarà la Ibiza degli anni Venti?

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