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30/05/2018 | di Redazione Ruoteclassiche
Il Leone con la passione per il Coccodrillo e la racchetta
Il binomio tra la Casa di Sochaux e lo sport della racchetta risale al 1984, anno in cui la Peugeot associa il proprio nome al Roland Garros, principale torneo francese di tennis e tra i più importanti a livello internazionale. Una brillante operazione di marketing che, negli anni, si è trasformata in un rapporto tanto stretto da influenzare la gamma del Leone.
30/05/2018 | di Redazione Ruoteclassiche

Il binomio tra la Casa di Sochaux e lo sport della racchetta risale al 1984, anno in cui la Peugeot associa il proprio nome al Roland Garros, principale torneo francese di tennis e tra i più importanti a livello internazionale. Una brillante operazione di marketing che, negli anni, si è trasformata in un rapporto tanto stretto da influenzare la gamma del Leone.

Il modello maggiormente coinvolto in questa iniziativa, manco a dirlo, è la piccola 205, frizzante utilitaria con cui la casa francese intende intercettare, all'alba degli anni 80, una nuova, giovane e dinamica clientela. Giovane per i giovani, la 205 è presto offerta in allestimenti e serie speciali che si rifanno chiaramente all'universo della racchetta: la prima serie speciale viene battezzata "Roland Garros" e s'ispira al celebre torneo parigino su terra rossa. Negli anni arriverà poi la collaborazione con René Lacoste, l'uomo della polo col "Coccodrillo", celebre tennista e stilista francese.

Il soprannome "Coccodrillo" fu associato all'atleta francese sul finire degli anni 20. "Il soprannome - raccontò in seguito Lacoste - mi venne dato dai miei compagni di squadra. A Boston, dove ci trovavamo per affrontare l'Australia in una semifinale di Coppa Davis, mi accadeva ogni giorno di passare di fronte a un negozio chic che esponeva una borsa in pelle di coccodrillo, perfetta per contenere le mie racchette. La mia ammirazione per la borsa suscitò il divertimento generale, tanto che Pierre Gillou, il nostro capitano, mi promise che, se avessi vinto i miei due singolari, me l'avrebbe regalata. L'immagine del coccodrillo divenne un simbolo fortunato, tanto che lo feci ricamare sui blazer bianchi da tennis e, in seguito, sulle mie camicette".

Per certi versi l’incontro tra Peugeot e Lacoste fu inevitabile. L'ex tennista, nel frattempo approdato nell'universo del  prêt-à-porter, cercava una vettura da “vestire”: doveva essere una macchina "diversa" e, soprattutto, una macchina giovanile, che trasudasse vitalità ed energia da ogni poro.

Nacque così la 205 Lacoste, prima serie speciale del modello. I riferimenti al tennis sono più che evidenti, dentro e fuori dall'abitacolo: si va dagli adesivi in corrispondenza dei montanti posteriori (che riproducono la rete di un campo da tennis) alla scelta del bianco pastello per la carrozzeria e i copriruota. I listelli verde scuro e i tre coccodrilli, poi, rimandano chiaramente alle ormai celebri “chemise” Lacoste. Presentata nel 1984 - a un anno dall'uscita del modello tradizionale - la 205 Lacoste ebbe un successo tale che in quel di Sochaux, ai piani alti, si decise di replicare la produzione anche per il 1985 e il 1986.

Conclusa la collaborazione con René Lacoste, Peugeot continuò a rafforzare il legame della 205 con il tennis lanciando sul mercato altre serie speciali: nel 1992 vede la luce l'Italian Open, così denonimata in onore del più importante appuntamento tennistico d'Italia. Una collaborazione che, oggi, è diventata una partnership consolidata: durante gli Internazionali d'Italia, che si sono conclusi al Foro Italico di Roma lo scorso 20 maggio, le strade della capitale sono state "invase" dalle vetture ufficiali della casa francese, che hanno garantito gli spostamenti degli atleti, degli ospiti d'onore e di tutti gli addetti ai lavori.

Alberto Amedeo Isidoro

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