Silverstone Auctions, all'incanto l'ultima (forse!) Lamborghini Diablo SV - Ruoteclassiche
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17/02/2016 | di Alvise-Marco Seno
Silverstone Auctions, all’incanto l’ultima (forse!) Lamborghini Diablo SV
Il prossimo 6 marzo la casa d'aste britannica Silverstone Auctions metterà all'incanto un esemplare molto speciale di Lamborghini Diablo SV. Manca ancora la conferma ufficiale ma secondo il catalogo, l'esemplare con telaio ZA9DE21A0XLA12330 è quello dell'ultima SV prodotta prima del definitivo ingresso del Gruppo Volkswagen nelle vicende della casa del Toro.
17/02/2016 | di Alvise-Marco Seno

Il prossimo 6 marzo la casa d'aste britannica Silverstone Auctions metterà all'incanto un esemplare molto speciale di Lamborghini Diablo SV. Manca ancora la conferma ufficiale ma secondo il catalogo, l'esemplare con telaio  ZA9DE21A0XLA12330 è quello dell'ultima SV prodotta prima del definitivo ingresso del Gruppo VW nelle vicende della casa del Toro. Vi raccontiamo in breve la storia della Lamborghini Diablo.

21 dicembre 1999, un qualsiasi martedì di fine anno, a pochi giorni dalla pausa natalizia. Allo stabilimento di Sant'Agata Bolognese c'è un'aria speciale: non si sta per chiudere il millennio ma sta per iniziare una vera e propria rivoluzione. Dopo la mezzanotte niente sarebbe stato più come prima e, certamente, il Gruppo tedesco avrebbe avuto un atteggiamento molto più lungimirante verso la Lamborghini rispetto alla proprietà indonesiana. Dopo un 2000 interlocutorio dedicato all'implementazione di molti cambiamenti, nel 2001 sarebbe stata presentata la nuova Murcielago (salone di Francoforte) e, nel 2003, la Gallardo, il modello più venduto della storia del Toro.

Dalla catena di montaggio, quel 21 dicembre, esce l'esemplare con telaio ZA9DE21A0XLA12330. Si tratta di una Diablo SV con guida a destra, verniciata con una (si ritiene) tinta speciale unica, una combinazione di rosso e arancio con finitura perlata. L'interno è configurato con un misto di pelle nera e Alcantara grigia.

Dalle ricerche effettuate oggi risulta un esemplare particolarmente interessante: l'ultima Lamborghini del 1999, l'ultima Diablo SV, l'ultima Lamborghini Diablo con guida a destra.

LE CONDIZIONI OGGI
Registrata inizialmente (3 febbraio 2000) con targa KCZ 7574, è passata di mano altre tre volte. Oggi reca la registrazione V12 SVR e riporta poco più di 32.000 miglia sul contachilometri. Non sono riportate notizie di incidenti e la vernice, ancora quella originale, reca solo qualche piccolo segno del tempo. Nel 2013 è stata sottoposta a un importante restauro che ha riguardato telaio e sospensioni (queste ultime sono state completamente rifatte in epoca più recente) con una spesa di oltre 10.000 Sterline.

La quotazione attuale è compresa tra 150 e 170.000 sterline (195 - 220.000 euro)

LA LAMBORGHINI DIABLO: UNA BREVE STORIA

Chiamata a sostituire definitivamente la Countach dopo l'ultima versione, la Countach 25°, la Lamborghini Diablo iniziò la produzione nei primi mesi del 1990. La carrozzeria, il cui design era stato affidato inizialmente a Marcello Gandini e modificato dal Centro Stile della Chrysler (il Gruppo americano acquistò l'azienda nel 1987 dalla famiglia Mimram), era un'amalgama di acciaio, alluminio, fibra di carbonio e materiale plastico. Il motore, 12 cilindri di 5.7 litri era un progetto interamente nuovo, compreso il sistema di iniezione che andava a sostituire il vetusto impianto a carburatori della Countach. La potenza massima era di 492 CV a 6800 giri, con 580 Nm di coppia massima a 5200. La Diablo poteva scattare sullo 0-100 in 4 secondi e poteva superare abbondantemente 320 km/h.

Era ancora un'auto particolarmente "ruspante": chiavi in mano si acquistava un bolide senza ABS (nemmeno previsto come optional), senza aria condizionata (a richiesta!) e con la regolazione manuale di sedili e azionamento finestrini.

Nel 1993 debuttò la Diablo VT, equipaggiata con un nuovo sistema di trazione integrale con giunto viscoso centrale. Con l'occasione tutto il progetto fu aggiornato: nuovi ammortizzatori a controllo elettronico (con 5 settaggi gestibili da una plancetta sul tunnel centrale), nuovo impianto freni Brembo (ancora senza ABS), servosterzo migliorato, climatizzatore rinnovato. Nel settembre dello stesso anno le si affiancò la Diablo SE 30, modello celebrativo dei 30 anni dell'azienda: corpo vettura più leggero di oltre 1oo kg, carrozzeria con molte parti in carbonio, vetri laterali in plexiglas, alettone posteriore regolabile, freni maggiorati, cofano motore ridisegnato, barre antirollio a regolazione automatica, motore potenziato (nuova elettronica e teste cilindri) a 525 CV. Ne furono prodotte 150 e, tra esse, 15 con allestimento speciale Jota (si riconosceva per le enormi bocche di aspirazione sul tetto) con potenza di 595 CV.

Nel '95 fu la volta della versione Roadster, caratterizzata dal tetto rigido asportabile in fibra di carbonio e di un nuovo design per il paraurti anteriore. Contemporaneamente Lamborghini presentò la Diablo SV, con motore potenziato a 520 CV, trazione solo posteriore, ammortizzatori classici e una serie di aggiornamenti estetici (nuovo musetto, ala posteriore regolabile, freni potenziati, ruote posteriori da 18"). Rimase in produzione fino al 1998 (anno in cui i fari a scomparsa furono sostituiti da elementi fissi con copertura in plastica).

Nel 1999 debuttò la seconda serie della Diablo, contraddistinta dai fari a vista, freni più efficienti, abitacolo ridisegnato e, finalmente, il sistema antibloccaggio ABS. Il motore V12 da 5,7 litri, portato a 530 cavalli di potenza, consentiva un'accelerazione 0-100 inferiore a 4". La produzione durò un solo anno (compreso l'aggiornamento della Diablo VT) e dopo una serie speciale (80 esemplari) della Diablo GT (particolarmente estrema dal punto di vista del design e sofisticata, con motore portato a 6 litri, 575 CV, peso ridotto a circa 1.450 kg dai quasi 1.600 della Diablo SV e quasi 340 orari), nel 2000 ecco la terza Serie.

La Diablo 6.0 rappresentò la prima concreta azione del Gruppo Volkswagen (che entrò nel controllo dell'azionariato nel 1998). Preferendo continuare a mantenere il modello in produzione, portò molti miglioramenti. Il 12 cilindri della Diablo GT fu utilizzato come base di partenza e dotato di una nuova testa con fasatura variabile e inedito impianto di aspirazione, nuova centralina elettronica, nuovo impianto di scarico. Grazie anche a una serie di novità all'interno la Diablo divenne un'auto meno nervosa e leggermente più confortevole.

La produzione continuò normalmente fino al 2000 dopodiché furono allestite due serie speciali: si cominciò con la Diablo Millenium Roadster (trazione posteriore, ammortizzatori convenzionali). Dopo di lei, al Salone di Ginevra del 2001, fu presentata la VT 6.0 Special Edition, disponibile in due colorazioni: Oro Elios e marrone Elikpsis. Fu il canto del cigno della Lamborghini Diablo.

Alvise-Marco Seno

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