Skoda Octavia, la prima della Casa a “parlare” tedesco - Ruoteclassiche
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04/12/2019 | di Andrea Zaliani
Skoda Octavia, la prima della Casa a “parlare” tedesco
Di recente è stata presentata la nuova generazione della Octavia, ma il modello che passerà alla storia, come ambasciatore di un grande cambiamento, risale all’ormai lontano 1996.
04/12/2019 | di Andrea Zaliani

Di recente è stata presentata la nuova generazione della Octavia, ma il modello che passerà alla storia, come ambasciatore di un grande cambiamento, risale all’ormai lontano 1996

A sessant’anni esatti dal debutto in società del primo modello, avvenuto nel 1959, la Skoda Octavia si è da poco rinnovata, presentando al mondo la sua nuova generazione. Nel corso della sua carriera ha subito una serie di evoluzioni, ma la versione più importante, quella che di fatto l’ha consacrata nella storia del marchio, affonda le radici nel 1996. In quel periodo, tra le principali novità esposte al Salone di Parigi c’è una nuova Octavia, rivelatrice di una tendenza nell’industria dell’auto che coinvolge il portafogli del consumatore. Quel modello, infatti, decreta il definitivo riscatto del marchio ceco nel limbo delle marche “povere” dell’ex Est europeo e la sua definitiva assunzione nei salotti buoni dell’industria occidentale.

L’auto del cambiamento. Sì, perché sotto la pelle, questa vettura è a tutti gli effetti una Volkswagen e lo stemma sulla calandra è l’unica cosa che resta della memoria della tradizione produttiva. Prima Skoda interamente nuova nata dopo l’acquisizione del gruppo Volkswagen, nel 1991. Il pianale e gran parte della meccanica sono modernissimi, tanto da essere condivisi con modelli ben più prestigiosi e costosi, come per esempio l’Audi A3 e la Volkswagen Passat. Della Casa ceca, a questo punto, resta ben poco, eccetto l’ubicazione degli stabilimenti, la manodopera e, appunto, lo stemma sulla calandra. Caratterizzata da linee pulite ed essenziali l’Octavia trasmette, fin dal primo sguardo, una sensazione di robustezza e solidità.

Abitacolo ben rifinito. Gl’interni mostrano uno stile inconfondibile, quello dei prodotti del gruppo Volkswagen. Soltanto un occhio particolarmente attento, e allenato, può rilevare una qualità leggermente meno pregiata di alcuni rivestimenti plastici rispetto a quella standard per le marche “nobili” del gruppo, tanto più che gran parte della componentistica ha disegno ed impostazioni simili. Nel complesso l’abitacolo è arredato in maniera abbastanza semplice, senza inserti in radica o simili, però l’atmosfera è quella di una media di buon livello. L’ambiente è spazioso e può accogliere senza troppi disagi cinque persone. Inizialmente proposta in tre allestimenti (lx, glx e slx) può avere tre differenti “anime”. La serie dei motori – Volkswagen - comprende infatti un 1.6 litri da 75 cv, un 1.8 litri da 125 cv e un 1.9 litri turbodiesel da 90 cv. La trazione è anteriore, mentre il cambio manuale a cinque marce oppure (su richiesta) automatico.

La prova di Quattroruote. Il giudizio emerso dalla prima prova effettuata dalla “nostra” rivista, a bordo della declinazione 1.6, risulta soddisfacente. Il motore “millesei” si fa perdonare la scarsa potenza, perché ha una coppia notevole, disponibile già dai bassi regimi, e perché consuma poco. Nonostante tutto, grazie alla disponibilità a basso numero di giri e alla giusta spaziatura dei rapporti del cambio, la vettura risponde in modo discretamente vivace. Il motore mostra di avere il fiato corto soltanto quando si tirano le marce, perché oltre i 4500 giri il rumore cresce più rapidamente della velocità. Su strada la guida risente solo marginalmente della scarsa potenza, e anche sui lunghi viaggi si possono realizzare medie notevoli. La tenuta e la stabilità sono di livello più che soddisfacente. Il confort è all’altezza della situazione: le sospensioni assorbono correttamente la maggior parte delle imperfezioni del manto stradale. Sono un po' brusche, però, sulle imperfezioni brevi e sullo sconnesso. È soprattutto la rumorosità del motore, non adeguatamente filtrata dall’insonorizzazione, a disturbare i passeggeri.

La quotazione odierna. Indipendentemente dalla versione scelta, una Skoda Octavia prodotta dal 1997 al 2004, ha una valutazione che va da un minimo di 600 a un massimo di 1800 euro.

Diteci la vostra. Ora, la parola passa a voi, perché siamo curiosi di conoscere il vostro parere in merito alla Octavia. Vi piace? Ne avete mai posseduta una? Fatecelo sapere attraverso i commenti qui sotto. Dettò ciò, sappiamo bene che non si tratta di un modello particolarmente ambito dai collezionisti di auto storiche, ma ci è sembrato giusto valorizzarla, in quanto ha rappresentato il primo grande cambiamento del marchio, dopo l’acquisizione del gruppo Volkswagen.

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